Priapea

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Priapeia)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Priapea
Titolo originalePriapeia
Una pittrice dipinge una statua di Priapo. Affresco da Pompei
AutoreAnonimo
1ª ed. originaleI d.C. circa
Editio princepsRoma, 1469
(Sweynheym e Pannartz)
Generepoesia
Sottogenereerotica, inni, epigrammi
Lingua originalelatino
Ambientazionemitologica
ProtagonistiPriapo

I Priapea sono una raccolta anonima di 95 carmi latini, per lo più inni ed epigrammi di carattere salace dedicati a Priapo, dio agreste della fertilità.

Struttura e contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Nei Priapea è quasi sempre il dio stesso che prende la parola per esibirsi in scherzose variazioni su pochi temi, continuamente ricorrenti: commenti alle enormi dimensioni dei suoi attributi virili e alle sue iperboliche prestazioni erotiche, minacce di punizioni ai ladri, consistenti in violenze sessuali di vario tipo; descrizioni di offerte votive a lui dedicate; attacchi contro le donne troppo vecchie o troppo libidinose. Ovviamente, tutto è giocato attraverso doppi sensi e giochi di parole.

I metri sono gli stessi di Marziale: distici elegiaci, endecasillabi falecèi e coliambi; i componimenti sono per lo più molto brevi (dai due ai sei versi; il più lungo ne conta 38).

Autore e datazione[modifica | modifica wikitesto]

Tradizionalmente gli studiosi ritenevano che i Priapea fossero un'antologia di componimenti di diversi autori, poi raccolti perché accomunati dal medesimo argomento. Tuttavia alcuni studi più recenti hanno cercato di dimostrare che i primi 80 carmi costituirebbero un'opera unitaria di un singolo ignoto autore, cui in seguito furono aggiunti in coda altri 15 componimenti.

La datazione dell'opera è tuttora discussa, ma generalmente collocata nel corso dell'intero I secolo d.C.: motivazioni di carattere linguistico tenderebbero a collocarli in età neroniana o successiva. Nel XX secolo fu sostenuta una datazione di poco posteriore a Marziale.

Altri Priapea[modifica | modifica wikitesto]

La raccolta, comunque notevole per la sua particolare unitarietà, non lo è invece per quanto riguarda l'argomento; infatti ci sono giunti altri componimenti "priapei" nella produzione letteraria antica: sia nell'Antologia greca sia nei poeti latini Catullo, Orazio, Tibullo e Marziale.

Anche nella cosiddetta Appendix Vergiliana figurano tre carmi priapei.[1]

Tradizione[modifica | modifica wikitesto]

Il più antico testimone dei Priapea che ci sia pervenuto è un codice vergato dalla mano di Giovanni Boccaccio: si tratta del Laur. 33.31.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Si trovano tre priapei, i quali, pur essendo giudicati spurî da molti critici, appartengono con ogni probabilità alla giovinezza del poeta mantovano e costituiscono un'opportuna fase di preparazione alle Bucoliche. Due di essi sembrano ispirati dal paesaggio della Gallia Traspadana; un altro, invece, il più vivace, si riferisce al soggiorno napoletano (verisimilmente alla villula di Sirone). Non hanno intenzioni oscene: il concetto della difesa degli orti per mezzo di Priapo non è adoperato se non per svolgere delicate immagini di vita campagnola, con tenerezza tale che sembra veramente di riconoscervi l'anima virgiliana» (A. Rostagni, Priapea, in Enciclopedia Italiana, s.v.
  2. ^ Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni, a cura di Leighton D. Reynolds e Nigel G. Wilson, Padova, Editrice Antenore, 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Maggi (a cura di) I carmi piapei, Biblioteca di Filologia Classica, Napoli 1923
  • G. Bach (traduzione di) Carmina Priapea, De Carlo, Roma 1945
  • C. Cazzaniga (a cura di) Carmina Priapea, Paravia, Torino 1959
  • A. Salvatore (a cura di) Vergilii Carmina Priapea, Paravia, Torino 1960
  • I Carmi Priapei, traduzione di Cesare Vivaldi, Parma, Guanda, 1976. Collana Grandi Tascabili Economici n.393, Newton Compton, Roma, 1993.
  • Carmi Priapei, a cura di Jolanda Insana (traduzione e postfazione di), Collana Biblioteca dell'Eros n.4, Milano, ES, 1991. Collana Ars Amandi n.17, ES, Milano, 1999.
  • Carmi Priapei, Introduzione e note di Umberto Todini, traduzione di Lucio Mariani, Collana I rari, Milano, Ponte alle Grazie, 1992, ISBN 88-7928-004-X. TEA, Milano, 1996
  • Ettore Barelli (a cura di) Carmina Priapea (un "classico proibito" della letteratura latina in una nuova modernissima traduzione), Pratiche Editrice, Milano 1997, ISBN 88-7380-419-5
  • Carmi Priapei. Una nuova provocante traduzione, a cura di Roberto Asnic, Stampa Alternativa, 2001.
  • Carmina Priapea, Introduzione, traduzione e note di Edoardo Bianchini, Collana Classici greci e latini, Milano, BUR, 2002.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN184679300 · BAV 492/50810 · LCCN (ENn79056813 · GND (DE4147350-4 · BNE (ESXX3660447 (data) · BNF (FRcb12535755b (data) · J9U (ENHE987007266872605171