Piazza Arringo

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Coordinate: 42°51′12.24″N 13°34′39.36″E / 42.8534°N 13.5776°E42.8534; 13.5776
Piazza Arringo

Piazza Arringo, detta anche piazza dell'Arengo, è la piazza monumentale più antica della città di Ascoli Piceno.

Di forma rettangolare, la abbelliscono importanti palazzi tra cui: palazzo Fonzi, il palazzo dell'Arengo o palatium Aringhi, del XIII secolo, principale edificio pubblico, il palazzo Vescovile, il duomo di Sant'Emidio, il battistero di San Giovanni, il museo diocesano, palazzo Panichi ed altre costruzioni.

Storia

La denominazione della piazza trovò origine nel periodo medievale quando Ascoli divenne libero comune ed utilizzò questa sede per le riunioni popolari dei parlamenti definiti anche arringhi, arenghi o arringhe: assemblee cittadine che si adunavano per decidere e deliberare. Questa fu il centro propulsore degli accadimenti più importanti della vita sociale della città ed alcuni autori la identificano come il luogo in cui sorgeva uno degli antichi fori ascolani.

Giuseppe Marinelli riporta che nell'anno 1152, nel centro dello slargo, fu elevata una tribuna in pietra destinata ad ospitare gli oratori. Da questa il popolo ascolano ascoltò san Francesco d'Assisi, nel 1215, e san Giacomo della Marca, nel 1446 e successivamente nel 1471.

Nel maggio del 1355, dopo la cacciata di Galeotto I Malatesta e Vanni di Vendibene, vi furono redatti gli Statuti del Popolo che sostituirono gli Statuti del Comune.

In epoca medioevale al centro della piazza vi era una gigantesca pianta di olmo di cui si rinnovava la piantumazione ogni volta che l'albero moriva. Sotto la sua chioma si riunivano tutti coloro che amministravano la giustizia e discutevano della res publica. Dalla Cronaca Ascolana di Francesco Bartolini d'Arquata, del giorno 7 febbraio 1369, si apprende che l'olmo della piazza cedette sotto alla tempesta di vento che investì la città. Il Bartolini scrisse: «cecidit ulmus maxima et antiquissima, quae stabat in arengho». La pianta fu rimpiazzata da un nuovo albero messo a dimora che non vegetò e nel 1373 fu nuovamente ripiantato. Di quest'ultimo si trovano tracce nei documenti dell'epoca ed in quelli della fine del XV secolo. La pianta rimase in vita ancora per cento anni, ma quando si seccò non fu più sostituita.

Piazza Arringo ha da sempre ospitato parate militari, giostre e tornei legati alle festività religiose in onore del santo patrono. Tra questi si ricorda quello dell'anno 1462 reso famoso dalla vittoria della gentildonna ascolana Menichina Soderini che batté Ludovico Malvezzi di Bologna in una competizione a cavallo.

Nel 1882 Nicola Cantalamessa, l'abbellì con il monumento a Vittorio Emanuele II, statua realizzata dallo scultore stesso. Dopo la seconda guerra mondiale l'effigie del re fu rimossa e collocata presso i giardini pubblici di corso Vittorio Emanuele.

Attualmente sulla piazza ci sono due fontane ellittiche di travertino di Giovanni Jecini con sculture, in bronzo, di Giorgio Paci.

Galleria d'immagini

Bibliografia

  • Sebastiano Andreantonelli, Historiae Asculanae Liber V, Padova, Typis Matthaei de Cadorinis, 1673, pp. 206.
  • Antonio Rodilossi, Ascoli Piceno città d'arte, "Stampa & Stampa" Gruppo Euroarte Gattei, Grafiche STIG, Modena, 1983, pp. 55.
  • Giannino Gagliardi, Le piazze di Ascoli, Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1996.
  • Giuseppe Marinelli, Dizionario Toponomastico Ascolano - La Storia, i Costumi, i Personaggi nelle Vie della Città, D'Auria Editrice, Ascoli Piceno, marzo 2009, pp. 40 – 41, 318.

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