Nino Aragno Editore

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Nino Aragno Editore
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1999 a Torino
Fondata daNino Aragno
Sede principaleTorino
SettoreEditoria
Sito webwww.ninoaragnoeditore.it

La Nino Aragno Editore è una casa editrice italiana fondata nel 1999[1] a Torino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La casa editrice è stata fondata dall'imprenditore e bibliofilo Nino Aragno.[2] Nel 2000 viene nominato direttore Raffaele Crovi fino al 2007, anno della sua scomparsa.[3] Da quel momento Nino Aragno è direttore unico della casa editrice. Simbolo della casa editrice è il centauro Chirone[4].

La casa editrice pubblica classici del pensiero europeo antichi e moderni.[5] A questi si aggiungono edizioni in collaborazione con il Warburg Institute di Londra, il Collège de France, l’Istituto di giudaistica della Freie Universität di Berlino, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce.[6]

Collane editoriali[modifica | modifica wikitesto]

Il catalogo di titoli è diviso in 29 collane, tra saggistica e testi inediti, che trattano argomenti di storia, filosofia, arte, letteratura, economia, politica, storia del giornalismo, i classici e la poesia. Tra queste la più importante è la «Biblioteca Aragno» che include anche testi di celebri autori dell'Ottocento e del Novecento.[7]

Tra le pubblicazioni più rilevanti vi sono il Journal di Edmond e Jules de Goncourt, le Memorie di Talleyrand[8] e il carteggio tra Giovanni Gentile e Benedetto Croce.[9] Vi è anche la ristampa del Vorträge (1921-1931)[10] del Warburg Institute e l’edizione delle opere di Aby Warburg. Mentre in collaborazione con il Collège de France sono state edite le due collane: «Æuropa restituta», diretta da Carlo Ossola, e «La Poesia e la coscienza di sé» (nel cui comitato scientifico figuravano Yves Bonnefoy, Marc Fumaroli, George Steiner, Jean Starobinski, Stefano Agosti).[11]

La collana «Classici del giornalismo», diretta da Alberto Sinigaglia, attraverso le raccolte di articoli di eminenti giornalisti fornisce una testimonianza del rapporto della cultura italiana con le istituzioni e la politica. Di rilievo sono altresì la collana «The kabbalistic library of Giovanni Pico della Mirandola», diretta dall’ebraista Giulio Busi[12], e la collana «Speculum Historiale», diretta da Franco Cardini, che raccoglie saggi e testi sul Medioevo[13].

Alla poesia sono dedicate tre collane editoriali, «Licenze poetiche»[14] con le novità contemporanee, «I domani»[15], progettata da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa e Laura Pugno, che raccoglie la poesia d’avanguardia italiana, e «Castalia»[16], diretta da Giovanni Tesio, riservata alla poesia dialettale.

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 maggio 2009 la Giuria del premio Nazionale Alassio 100 libri – Un Editore per l’Europa, assegna alla Nino Aragno l’undicesima edizione del Premio.[17] Il 25 marzo 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, su proposta del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, conferisce all'editore la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte.[18][19] Il 3 novembre 2016 riceve il Premio Vittorio De Sica per l’Editoria.[20][21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nino Aragno Editore – Chi siamo, su ninoaragnoeditore.it. URL consultato il 27 aprile 2018.
  2. ^ Franco Fanelli, Conversazione con Nino Aragno, in Vernissage, ottobre 2014.
  3. ^ Raffaele Crovi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^ Paolo Griseri, Aragno: "Io, editore rovesciato, stampo per piacere", in la Repubblica, 15 maggio 2016. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  5. ^ Paolo Mauri, L'editore dei libri impossibili (PDF), in la Repubblica, 25 luglio 2009. URL consultato il 5 luglio 2023.
  6. ^ Chi siamo, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  7. ^ Biblioteca Aragno, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato il 9 febbraio 2017.
  8. ^ Memorie, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  9. ^ Carteggio (1896-1900), su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  10. ^ Bibliothek Warburg Vorträge (1921-1931), su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  11. ^ Stefano Salis, Editore di gran fondo, in Letture - Il Sole 24 Ore, 2 dicembre 2001, p. V.
  12. ^ Mauro Perani, Ebraismo, in Enciclopedia Italiana, IX Appendice, Roma, Treccani, 2015. URL consultato il 14 luglio 2023.
  13. ^ Speculum Historiale, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato il 12 ottobre 2023.
  14. ^ Licenze poetiche, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato il 9 febbraio 2017.
  15. ^ I domani, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato il 9 febbraio 2017.
  16. ^ Castalia, su ninoaragnoeditore.it, Nino Aragno Editore. URL consultato il 9 febbraio 2017.
  17. ^ A. Viale, Premio Alassio, vincono gli indipendenti. La palma di editore europeo a Nino Aragno conferma la controtendenza della cultura, in Il Secolo XIX, 12 settembre 2009.
  18. ^ Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - Aragno Nino, su Quirinale.it. URL consultato il 14 luglio 2023.
  19. ^ Medaglia d’oro all’editore Nino Aragno testimone del valore della cultura, in La Stampa, 17 aprile 2013.
  20. ^ Nino Aragno, su premivittoriodesica.it, Premi Vittorio De Sica. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  21. ^ Consegnati a Roma i Premi De Sica 2016. Nino Aragno premiato per l’editoria, in Corriere della Sera, 4 novembre 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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