Nicola Grauso

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Nicola Grauso alla premiazione del Gran Prix Pubblicità 2007

Nicola Grauso, noto anche come Nichi e Niki (Cagliari, 23 aprile 1949), è un imprenditore e editore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Mario, un commerciante di origine napoletana, si è laureato in giurisprudenza presso l'Università di Cagliari nel 1975. Con un modesto investimento ha rilevato alcune apparecchiature radio militari e impiantato in un appartamento del quartiere Castello di Cagliari l'emittente radiofonica Radiolina, tra le prime radio libere italiane. Nel 1975, con gli stessi metodi, impianterà Videolina, ancor oggi la televisione privata sarda coi maggiori ascolti.

Il successo e l'acquisto de L'Unione Sarda[modifica | modifica wikitesto]

Le due emittenti impiantate da Grauso avranno un notevolissimo successo di ascolti nell'isola e frutteranno all'imprenditore una solidissima posizione economica derivante dalla raccolta pubblicitaria, che agli inizi degli anni novanta gli consentirà di incrementare la sua posizione dominante nell'editoria sarda acquistando L'Unione Sarda, il principale quotidiano di Cagliari e della Sardegna.

Nel 1991 Grauso acquista il quotidiano polacco Życie Warszawy, la maggiore e più antica testata di Varsavia. Nel 1993 fonda in Polonia l'emittente televisiva Polonia 1. Sempre negli anni novanta lancerà la scommessa di Internet, dando vita al primissimo internet provider globale d'Italia, Video On Line, con punti d'accesso in ogni angolo della provincia italiana; l'avventura finirà nel 1996, quando Grauso, a causa delle considerevoli perdite d'esercizio, sarà costretto a vendere l'impresa a Telecom Italia, che ne utilizzerà le strutture e il know-how per creare l'odierna Tin.it.

Nel 1997, dopo un tentativo fallito di rilanciare, assieme ad altri imprenditori sardi, l'importante cartiera avente sede ad Arbatax, in Ogliastra, Grauso entrerà in contrapposizione con la giunta regionale di centrosinistra della Sardegna e scenderà in politica dando vita al Nuovo Movimento, che si riproporrà di promuovere un cambio della classe dirigente isolana.

Il caso Silvia Melis[modifica | modifica wikitesto]

Ma la notizia più clamorosa di quell'anno che riguarda Grauso è la sua rivelazione di aver pagato, nelle campagne di Esterzili, il riscatto per la liberazione di Silvia Melis, sequestrata a Tortolì, in Ogliastra, nel febbraio 1997 e liberata nei pressi di Orgosolo, in provincia di Nuoro, nel successivo novembre; la magistratura cagliaritana smentirà con forza che sia mai stato pagato un riscatto, asserendo che Silvia Melis si sarebbe liberata da sola, e tuttavia Grauso terrà duro sulle sue posizioni, finendo indagato per favoreggiamento.

Si candidò nel 1998 a sindaco di Cagliari con la sua lista "Nuovo Movimento", contro l'uscente Mariano Delogu del Polo[1], ottenendo circa il 10 per cento dei voti. Nicola Grauso entrerà in prorompente polemica con la magistratura di Palermo e di Cagliari dopo l'agosto 1998, quando il giudice Luigi Lombardini, imputato con lui di tentata estorsione ai danni del padre di Silvia Melis, si suiciderà tragicamente nel proprio ufficio; ne seguiranno accese polemiche e, in particolare, un'iniziativa della Procura della Repubblica di Cagliari intesa a propiziare il commissariamento de L'Unione Sarda per debiti.

A seguito di questa iniziativa, Grauso dovrà cedere tutte le sue attività editoriali all'imprenditore Sergio Zuncheddu, tuttavia riuscirà ad entrare col suo partito nel Consiglio regionale della Sardegna e a concorrere a determinare le condizioni per mandare all'opposizione i suoi avversari politici. Grauso e i co-imputati furono in seguito assolti dalle accuse con la motivazione che il fatto non sussisteva.

L'esperienza di E Polis[modifica | modifica wikitesto]

Dopo altre iniziative discusse, quali la compravendita in massa di domini internet, numerosi dei quali coi nomi di politici, giornalisti e magistrati, Nicola Grauso, dall'ottobre 2004, è tornato prepotentemente in campo nel settore dell'editoria, creando una rete di quotidiani regionali e locali, sotto la sigla nazionale E Polis, promossi attraverso un'aggressiva politica di distribuzione gratuita; diversamente da precedenti posizioni assunte da Grauso, la linea di questi quotidiani è orientata a sinistra, e del resto è nota la vicinanza di Grauso all'ex presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, che, utilizzando la tecnologia e il know how messogli a disposizione da Grauso, creò l'internet provider Czech On Line nella Repubblica Ceca. Nell'aprile 2007 ha fondato la concessionaria di pubblicità Epm.

Nel luglio dello stesso anno una grave crisi finanziaria determina la sospensione delle pubblicazioni di tutti i 15 giornali della catena editoriale e a partire dal 1º agosto il trattamento di Cassa integrazione per tutti i dipendenti del gruppo. Il 10 settembre 2007 i quotidiani E Polis riprendono le pubblicazioni per poi cessare definitivamente a gennaio 2011 con una istanza di fallimento avanzata proprio dalla famiglia Grauso, proprietaria dell'immobile di Cagliari nel quale era ubicata la redazione.

Il crac della cartiera di Arbatax[modifica | modifica wikitesto]

Il 23 settembre 2011, dopo esser stato assolto in primo grado, viene condannato in Appello a Cagliari assieme ad Antonangelo Liori, Michele Dore, Andreano Madeddu, Claudio Marcello Massa e Alfredo Boletti per le contestazioni che andavano a vario titolo da bancarotta fraudolenta ad altri reati legati al fallimento[2]. Verrà poi definitivamente prosciolto in Cassazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pinna Alberto, Grauso si candida a sindaco di Cagliari, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 19 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2015).
  2. ^ https://www.lanuovasardegna.it/regione/2011/05/24/news/l-accusa-condanna-anche-per-grauso-1.3446611

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