Marina Silva

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Marina Silva
Marina Silva nel 2023

Ministro dell'ambiente e del cambiamento climatico del Brasile
In carica
Inizio mandato1º gennaio 2023
PresidenteLuiz Inácio Lula da Silva
PredecessoreJoaquim Alvaro Pereira Leite

Durata mandato1º gennaio 2003 –
15 maggio 2008
PresidenteLuiz Inácio Lula da Silva
PredecessoreJosé Carlos Carvalho
SuccessoreCarlos Minc

Senatrice federale per lo Stato di Acre
Durata mandato1º febbraio 1995 –
1º febbraio 2011
PredecessoreAluísio Bezerra
SuccessoreJorge Viana

Membro dell'Assemblea legislativa dello Stato di Acre
Durata mandato1º febbraio 1991 –
1º febbraio 1995

Consigliera municipale di Rio Branco
Durata mandato1º febbraio 1989 –
1º febbraio 1991

Dati generali
Partito politicoRede Sustentabilidade (dal 2013)
In precedenza:
Partito dei Lavoratori (1986-2009)
Partito Verde (2009-2011)
Partito Socialista Brasiliano (2013)
Titolo di studiobachelor
UniversitàUniversità federale dell'Acre

Maria Osmarina Marina Silva Vaz de Lima (Rio Branco, 8 febbraio 1958) è una politica, ambientalista e pedagogista brasiliana, ministro dell'ambiente dal 2003 al 2008 e nuovamente a partire dal 2023 sotto il presidente Luiz Inácio Lula da Silva.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Marina Silva è nata in una "colocação" (case di legno di Hevea brasiliensis, generalmente costruite su palafitte) di nome Breu Velho, nel Seringal (piantagione di alberi di caucciù) Bagaçoa, a 70 km dal centro di Rio Branco, capitale dello Stato di Acre.[1] I suoi genitori, Pedro Augusto e Maria Augusta da Silva, ebbero undici figli, dei quali solo otto sopravvissero.[2]

A quindici anni fu portata nella capitale con un'epatite, scambiata per malaria. Ancora analfabeta, Marina fu iscritta al Mobral, progetto di alfabetizzazione del regime militare brasiliano. Il suo primo lavoro fu quello di donna di servizio.

Marina Silva è attualmente sposata con il tecnico agricolo Fábio Vaz de Lima e ha quattro figli.[3] Nonostante abbia ricevuto un'educazione cattolica, oggi si dichiara protestante.[4]

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Marina Silva durante il lancio del Plano Amazônia Sustentável, l'8 maggio 2008.

Nel 1981 si iscrisse all'Università Federale dell'Acre, dove si laureò in Storia.

Fu insegnante di scuola media e si impegnò nel movimento sindacale. Fu compagna di lotta di Chico Mendes e con lui fondò la Central Única dos Trabalhadores (CUT) dell'Acre nel 1985, della quale fu vice-coordinatrice fino al 1986. Nello stesso anno, entrò nel Partido dos Trabalhadores (PT) e si candidò alla carica di deputato federale, non venendo però eletta.

Nel 1988, fu la consigliera più votata nel consiglio comunale di Rio Branco, conquistando l'unico seggio della sinistra in consiglio. Come consigliera fu al centro di polemiche per essersi battuta contro i privilegi dei consiglieri comunali; per questo motivo si guadagnò, allo stesso tempo, molti avversari politici e molto consenso tra la popolazione.

Ricoprì la carica di consigliera fino al 1990. In quello stesso anno si candidò alla carica di deputato nell'assemblea legislativa dello Stato di Acre e ottenne nuovamente il miglior risultato.

Nel 1994 fu eletta senatore della Repubblica brasiliana per lo Stato di Acre. Fu segretaria nazionale dell'Ambiente del Partito dos Trabalhadores dal 1995 al 1997. Si può dire che Silva diventò una delle principali voci dell'Amazzonia.

Ministro dell'Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Silva e Rousseff ebbero vari dissensi, sin da quando Dilma era ministra delle miniere e dell'energia.

Nel 2003, con l'elezione di Luiz Inácio Lula da Silva alla presidenza della repubblica del Brasile, fu nominata Ministro dell'Ambiente. Da allora fu costantemente al centro di vari scontri con altri membri del governo, quando gli interessi economici si contrapponevano alla difesa dell'ambiente.[5]

Marina Silva affermò che dalla rielezione del presidente Lula, alla fine del 2006, alcuni progetti importanti della sua gestione ministeriale, come la creazione di aree protette in Amazzonia, erano stati di fatto bloccati. Durante il primo governo Lula (2003-2006), erano stati protetti 24 milioni di ettari di verde, contro appena 300.000 ettari nel 2007.[5]

La deforestazione in Brasile è diminuita drasticamente durante i suoi anni di governo.[6]

Negli ultimi anni di governo aumentarono le divergenze su problemi ambientali con la collega di governo Dilma Rousseff.[7]

Marina Silva denunciò inoltre pressioni da parte di Blairo Maggi e di Ivo Cassol, rispettivamente governatori di Mato Grosso e di Rondônia, per rivedere le misure cautelative contro i disboscamenti nell'Amazzonia.[8]

Il 13 maggio del 2008, cinque giorni dopo il lancio del progetto "Plano Amazônia Sustentável" (PAS), la cui amministrazione fu attribuita a Roberto Mangabeira Unger, Marina Silva rassegnò le sue dimissioni dal governo[9] al Presidente della Repubblica, per il mancato sostegno alla sua politica ambientale e tornò al suo mandato di senatore.

Candidata alla presidenza della repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Marina Silva con il cantante e presentatore Lobão

Nel 2007 un movimento apartitico di cittadini, denominato "Movimento Marina Silva Presidente", iniziò a sostenere pubblicamente la possibilità di una candidatura di Marina Silva alla presidenza della repubblica. Tale movimento ebbe ripercussioni a livello internazionale: il Partito Verde Europeo insistette affinché il Partito Verde Brasiliano invitasse la Silva ad entrare nel partito.

Marina Silva

Dall'agosto 2009 Marina Silva fu invitata a candidarsi per la carica di Presidente della repubblica del Brasile per il Partito Verde Brasiliano, in vista delle presidenziali del 2010. Il 19 agosto 2009, Marina Silva annunciò la sua uscita dal Partido dos Trabalhadores (PT). Marina dichiarò che la decisione era stata sofferta e la paragonò all'abbandono della casa dei genitori 35 anni prima.[10]

L'11 giugno del 2010, annunciò ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della repubblica, durante una convention del Partito Verde, affermando di pretendere di essere la prima donna, nera e di umili origini a governare il Brasile.[11]

Dopo aver messo al centro della sua campagna elettorale la tutela dell'ambiente, la lotta contro la povertà e per l'istruzione,[12] alle elezioni presidenziali del 3 ottobre 2010, Marina Silva, data da tutti i sondaggi intorno al 10%, ha ottenuto il 19,3% dei voti.[13]

L'uscita dai verdi e due nuove avventure presidenziali[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio del 2011 Marina Silva è uscita dal Partito Verde annunciando un nuovo progetto politico, "mantenere la coerenza e andare avanti".[14] Il 16 febbraio 2013 ha lanciato un nuovo partito, Rede Sustentabilidade, che però non ha raccolto un numero sufficiente di firme per concorrere alle elezioni.[15]

Marina Silva nel 2006

Nell'aprile 2014 Marina Silva è stata invitata a candidarsi per la carica di vice Presidente della Repubblica del Brasile per il Partito Socialista Brasiliano (PSB), in vista delle presidenziali del 2014[16]. Dopo la morte in un incidente aereo del candidato presidente del PSB Eduardo Campos[17], Marina Silva è stata indicata dai socialisti come propria candidata[18].

La sua entrata in scena è stata in un primo momento accolta favorevolmente dall'opinione pubblica brasiliana, i sondaggi registravano un ampio gradimento per la candidata socialista e la davano favorita in un ipotetico ballottaggio con Dilma Rousseff[19]. Nel corso delle settimane seguenti i consensi diminuirono sempre più.[20] Al primo turno delle elezioni presidenziali Marina Silva si fermò al 21,32[21] arrivando terza, dopo Dilma Rousseff e Aécio Neves.

Al termine del confronto elettorale, dopo il ballottaggio, Dilma Roussef è risultata vincitrice.

L'alleanza politica tra Aécio Neves e Marina Silva non ha avuto prosieguo.

La Silva si è poi candidata anche alle successive presidenziali del 2018. Inizialmente accreditata come terza nei sondaggi, è via via calata col passare dei mesi. Alla fine il risultato finale fu molto scarso, dato che arrivò a toccare solo l'1% dei voti. In questa tornata fu appoggiata dal Partito Verde e da un nuovo movimento politico, Rede.

Ministra dell’Ambiente e del Cambiamento Climatico (2022-)[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 dicembre 2022, in seguito alla vittoria alle elezioni presidenziali del 2022 di Luiz Inácio Lula da Silva, è nuovamente nominata dal Presidente eletto “Ministra dell’Ambiente” del Brasile, dopo esserlo già stata nella sua prima amministrazione. È entrata in carica il 1º gennaio 2023[22].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marina Silva: A filosofia na prática.
  2. ^ Biografia Archiviato il 17 aprile 2010 in Internet Archive.
  3. ^ CorreioWeb - Brasília nossa casa Archiviato il 1º agosto 2010 in Internet Archive.
  4. ^ Folha Online - Brasil - Cristãos devem apoiar Marina Silva, diz evangélico - 01/04/2010
  5. ^ a b Veja a historia de marina silva, su estadao.com.br. URL consultato l'8 maggio 2014.
  6. ^ (EN) Leading activist Marina Silva returns as Brazil's minister of the environment, 30 dicembre 2022.
  7. ^ Copia archiviata, su oglobo.globo.com. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  8. ^ Marina admite pressões para deixar ministério[collegamento interrotto]
  9. ^ Copia archiviata, su noticias.uol.com.br. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2009).
  10. ^ G1 > Política - NOTÍCIAS - PV já articula apoio à candidatura de Marina Silva
  11. ^ Marina: 'Quero ser a 1ª mulher negra a governar o País', su estadao.com.br. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2010).
  12. ^ L'onda verde di Marina Silva irrompe nelle presidenziali | Terra - Quotidiano di informazione pulita Archiviato il 29 novembre 2011 in Internet Archive.
  13. ^ Presidenziali, si va al ballottaggio Rousseff si ferma al 45,8% - Repubblica.it
  14. ^ (PT) 'Não é hora de ser pragmático', diz Marina Silva ao anunciar saída do PV, su g1.globo.com. URL consultato il 18 agosto 2014.
  15. ^ (PT) Rede Sustentabilidade de Marina Silva tem registro negado pelo TSE, su Correiobraziliense.com. URL consultato il 18 agosto 2014.
  16. ^ (PT) Campos e Marina anunciam chapa do psb para disputa presidencial, su g1.globo.com, G1. URL consultato l'8 maggio 2014.
  17. ^ La morte di Eduardo Campos, su ilPost.it. URL consultato il 18 agosto 2014.
  18. ^ (EN) Marina Silva secures Socialist party nomination for Brazil presidency, in The Guardian, 21 agosto 2014.
  19. ^ A che punto sono le presidenziali in Brasile, su ilpost.it, Il Post, 2 settembre 2014.
  20. ^ (PT) Intenção de voto no 1º turno para presidente, su eleicoes.uol.com.br. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  21. ^ (PT) Tribunal Superior Eleitoral, su divulga.tse.jus.br.
  22. ^ Daniele Mastrogiacomo, Brasile: Lula sceglie Marina Silva, paladina dell'Amazzonia, per il ministero dell'Ambiente, in La Repubblica, 2 gennaio 2023. URL consultato il 2 gennaio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN11959959 · ISNI (EN0000 0000 4004 4746 · LCCN (ENno2001072579 · GND (DE1031840850 · WorldCat Identities (ENlccn-no2001072579