Partito dei Lavoratori (Brasile)

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Partito dei Lavoratori
(PT) Partido dos Trabalhadores
PresidenteGleisi Hoffmann
StatoBandiera del Brasile Brasile
SedeRua Silveira Martins, 132, Centro, San Paolo, Stato di San Paolo
AbbreviazionePT
Fondazione1980
IdeologiaSocialdemocrazia[1]
Socialismo democratico
Progressismo
CollocazioneCentro-sinistra[2]/Sinistra[3][4][5][6][7][8]
Coalizione
Affiliazione internazionaleAlleanza Progressista
Forum di San Paolo
Seggi Camera
67 / 513
Seggi Senato
9 / 81
Iscritti1.607.382 (2021) Aumento
Sito webpt.org.br
Bandiera del partito

Il Partito dei Lavoratori (in portoghese Partido dos Trabalhadores, PT) è un partito politico brasiliano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il PT è stato fondato nel 1980, tra gli altri anche da Luiz Inácio Lula da Silva. Il PT è un partito di sinistra, che raccoglie diverse sensibilità culturali, dai cristiani, socialisti, marxisti, passando per i socialdemocratici, i comunisti (non aderenti al PCdoB). Il PT, infatti, non aderisce ad alcuna Internazionale di partiti, salvo le adesioni delle singole componenti. Alle prime elezioni pluripartitiche del 1982, il PT ottenne il 3,5% dei voti ed elesse 6 deputati. Queste elezioni videro l'affermazione, con il 43,2% dei consensi, del PDS (poi confluito nel Partito Progressista), erede dell'ARENA, il partito della giunta militare al potere dal 1965 al 1985.

Alle prime vere libere elezioni del 1986, il PT raddoppiò i suoi consensi giungendo al 6,9% ed eleggendo 16 deputati.

Il PT comincia a incrementare i propri consensi dai primi anni '90 del XX secolo, conquistando il governo di importanti città, come San Paolo e Porto Alegre, o stati, come il Rio Grande do Sul. Nelle elezioni tra il 1990 e il 1998, il PT oscillò tra il 9,5% e il 12,8% dei voti. Dal 2000 in poi, il PT ha cominciato a moderare alcune sue posizioni tradizionali pur di conquistare sempre più consensi.

Elezioni generali del 2002 e la vittoria di Lula[modifica | modifica wikitesto]

L'avanzata elettorale del PT culmina nel 2002 con l'elezione di Lula da Silva alla Presidenza della Repubblica. L'elezione di Lula alla presidenziali spinse anche alle legislative il PT, che ottenne il 17,7% dei voti e divenne il primo partito con 91 seggi.

Durante il governo Lula, però, il PT comincia a dividersi a causa della svolta "governista" impostale dal presidente. Nel 2004, il deputato João Batista Oliveira de Araujo e la senatrice Heloísa Helena abbandonano il Pt e fondano il Partido Socialismo e Liberdade (Partito Socialismo e Libertà, PSOL), che ha raccolto molti marxisti e trotzkisti. Nel 2005, la crisi si fa più evidente a causa degli abbandoni causati dagli scandali per corruzione che coinvolsero molti esponenti parlamentari e di governo del PT.

Elezioni generali del 2006 e riconferma di Lula[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni del 2006 il partito ha accusato una flessione ottenendo il 15% delle preferenze alla Camera e 83 deputati (8 in meno), contenendo la crisi, ma ha ottenuto solo 2 senatori sui 27 in palio. Al Senato il partito del presidente con difficoltà a formare una maggioranza stabile. La crisi del PT non sembra, però, aver intaccato la popolarità del presidente Lula, che al primo turno delle elezioni presidenziali del 2006 ha ottenuto il 48,75% dei consensi, senza però raggiungere la maggioranza assoluta al primo turno. Il secondo turno ha visto nuovamente il prevalere di Lula con il 61% dei consensi.

Elezioni generali del 2010 e la vittoria di Dilma Rousseff[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010 il PT si conferma alla guida del Brasile con l'elezione di Dilma Rousseff (prima donna a diventare Presidente della Repubblica del Brasile). Alle elezioni politiche dello stesso anno, il PT ottenne alla Camera il 16,9% consensi e 88 seggi (+ 5) e al Senato elesse 11 dei 45 seggi in palio.

Elezioni generali del 2014 e rielezione di Dilma Rousseff[modifica | modifica wikitesto]

Alle Elezioni presidenziali del 2014 il PT candida e rielegge la presidente uscente Dilma Rousseff la quale ottiene al I turno il 41,6% dei voti mentre al secondo turno il 51,6% contro il 48,3% del candidato Aécio Neves. Alle elezioni dei membri del parlamento ottiene il 14,00% e 68 seggi per la Camera dei Deputati (primo partito), mentre al Senato raggiunge il 17% e due seggi (secondo partito).

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni presidenziali[modifica | modifica wikitesto]

Anno Candidato

supportato

1º turno 2º turno
Voti % Voti %
1989 Luiz Inácio Lula da Silva 11 619 816 17,2 (2.º) 31 070 734 47,0 (2.º)
1994 Luiz Inácio Lula da Silva 17 116 579 27,0 (2.º)
1998 Luiz Inácio Lula da Silva 21 470 333 31,7 (2.º)
2002 Luiz Inácio Lula da Silva 39 436 099 46,4 (1.º) 52 775 475 61,3 (1.º)
2006 Luiz Inácio Lula da Silva 46 662 365 48,6 (1.º) 58 295 042 60,8 (1.º)
2010 Dilma Rousseff 47 651 434 46,9 (1.º) 55 752 529 56,1 (1.º)
2014 Dilma Rousseff 43 267 668 41,6 (1.º) 54 501 119 51,6 (1.º)
2018 Fernando Haddad 31 341 997 29,3 (2.º) 47 040 380 44,8 (2.º)
2022 Luiz Inácio Lula da Silva 57 259 504 48,4 (1.º) 60.344.845 50,9 (1.°)

Elezioni legislative[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi
1982 1.458.719 3,5 (5.º)
8 / 479
1986 3.253.999 6,9 (4.º)
16 / 487
1990 4.128.052 10,2 (3.º)
35 / 502
1994 5.859.347 12,8 (4.º)
49 / 513
1998 8.786.499 13,2 (4.º)
58 / 513
2002 16.093.987 18,4 (1.º)
91 / 513
2006 13.989.859 15,0 (1.º)
83 / 513
2010 16.289.199 16,9 (1.º)
88 / 513
2014 13.554.166 14,0 (1.º)
68 / 513
2018 10.126.611 10,3 (1.º)
56 / 513
2022 13.170.626 12,0 (2.º)
67 / 513

Leader[modifica | modifica wikitesto]

sin dalla sua fondazione il partito è stato guidato dai seguenti:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Richard Collin e Pamela L. Martin, An Introduction to World Politics: Conflict and Consensus on a Small Planet, Rowman & Littlefield, 2012, pp. 218–, ISBN 978-1-4422-1803-1. URL consultato il 18 luglio 2013.
  2. ^ Dilma Rousseff and Brazil face up to decisive month, su bbc.com.
  3. ^ Brazil: Government >> globalEDGE: Your source for Global Business Knowledge
  4. ^ Como as eleições municipais desidrataram os partidos de esquerda, su bbc.com, 31 ottobre 2016.
  5. ^ Após fim da hegemonia do PT, esquerda brasileira tem dois caminhos, su www1.folha.uol.com.br, 24 settembre 2016.
  6. ^ The demise of Brazil's great centrist party, in The Economist, 3 novembre 2018. URL consultato il 30 agosto 2021.
  7. ^ Apenas um partido se define como direita no Brasil; Esquerda tem sete, in Gazeta do Povo, 25 dicembre 2019. URL consultato il 30 agosto 2021.
    « Ao todo, sete partidos se consideram de esquerda: PCdoB, PCB, PSOL, PCO, PSTU, PT e a recém-criada Unidade Popular (UP) »
  8. ^ Bruno Bolognesi e Ednaldo Ribeiro, Esquerda, centro ou direita? Como classificar os partidos no Brasil, in Uol, 24 novembre 2020. URL consultato il 30 agosto 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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