Mae Clarke

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Mae Clarke

Mae Clarke, all'anagrafe Violet Mary Klotz (Filadelfia, 16 agosto 1910Los Angeles, 29 aprile 1992), è stata un'attrice statunitense, nota per il ruolo di Elisabeth in Frankenstein (1931).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata Violet Mary Klotz, frequentò le scene fin da bambina, anche in seguito al fatto che suo padre suonava l'organo in teatro. Esordì nel vaudeville e, a inizio carriera, divise l'affitto con un'altra attrice alle prime armi, Barbara Stanwyck.

I suoi primi film li girò nel 1929 e 1930 alla Fox Film Corporation. Nel 1931 girò la prima versione di The Front Page, nel ruolo di Molly Malloy, la prostituta di buon cuore che crede nell'innocenza del condannato a morte. Subito dopo, per la Warner Bros., ricoprì il ruolo di Kitty in Nemico pubblico (1931), ricordato per la sequenza in cui il protagonista James Cagney le schiaccia in faccia un pompelmo, scena entrata nella storia del cinema[1].

Lavorò poi anche alla Columbia e all'Universal. Per quest'ultima casa di produzione, specializzata in film dalle atmosfere cupe e horror, girò la prima versione sonora di Frankenstein (1931), a fianco di Boris Karloff, in cui interpretò la parte di Elizabeth, la fidanzata del dottore (Colin Clive).

Nel 1933 ebbe un grave incidente automobilistico che le causò la frattura della mascella, per questo motivo continuò a recitare ma sempre in ruoli secondari o minori. Negli anni 50 partecipò, sia pure non accreditata, a diversi film ma ebbe anche modo di comparire in diverse serie televisive fino al 1970, dopodiché si ritirò definitivamente per dedicarsi all'insegnamento della recitazione.

Sposata quattro volte, non ebbe mai figli; morì nel 1992 a 81 anni.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Con Robert Ames e William Harrigan in Nix on Dames
In una scena del film The Dancers

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatrici italiane[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ James Cagney, Andrew Bergman, Milano Libri Edizioni, 1976, pag. 19

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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