Douglas Sirk
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Douglas Sirk, nato Hans Detlef Sierck (Amburgo, 26 aprile 1897 – Lugano, 14 gennaio 1987), è stato un regista tedesco.
Iniziò la sua carriera in Germania con il nome di Detlef Sierck ma lasciò il suo paese dopo la salita al potere dei nazionalsocialisti. Approdato negli Stati Uniti, diventò internazionalmente noto con il nome americanizzato di Douglas Sirk con il quale firmò alcuni fra i più bei film della Hollywood classica. Fu un regista specializzato particolarmente nel dirigere melodrammi, realizzando film che hanno fatto la storia del cinema quali Magnifica ossessione e Lo specchio della vita. Nella celebre conversazione realizzata con lo storico irlandese Jon Halliday nel 1971– intitolata Sirk on Sirk (trad. it.: Lo specchio della vita, Il Saggiatore, Milano 2022) e che diede origine alla rivalutazione critica dell'opera di Sirk – raccontò la sua vita, la sua carriera e la sua concezione del cinema.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Gli esordi[modifica | modifica wikitesto]
Nato da genitori danesi, affascinato dalla storia dell'arte e della filosofia, Douglas Sirk studiò entrambe le materie presso la città natale, in contemporanea con un'esperienza da giornalista; dal 1920 al 1921 lavorò come drammaturgo ausiliario per la Deutsches Schauspielhaus di Amburgo. Interrotti gli studi, a partire dal 1922 si dedicò completamente all'attività di regista teatrale, allestendo spettacoli un po' dovunque nella Germania di Weimar.

Sposato all'attrice teatrale Lydia Brincken, da lei ebbe un figlio, Klaus Detlef Sierck, che nacque nel 1925. Tre anni dopo, la coppia si separò e Klaus, che sarebbe diventato un attore-bambino, restò con la madre in Germania. Sirk non vide mai più il figlio che, nel 1944, fu mandato a combattere come tanti suoi coetanei sul fronte orientale, dove morì a 19 anni.
L'ascesa di Hitler[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1933, all'ascesa al potere del giovane Adolf Hitler, di cui non condivideva le idee, Sirk si legò alla più grande major tedesca, l'UFA, con la quale debuttò nel 1935 con la commedia Aprile, aprile, per poi approdare nel 1936 a realizzare il primo film melodrammatico della sua storia, La nona sinfonia.
La fuga dalla Germania[modifica | modifica wikitesto]
Il consolidarsi del nazismo e la crescente follia hitleriana costrinsero Sirk, sposato con l'attrice ebrea Hilde Jary, a fuggire dalla madrepatria nel 1937 e a stabilirsi, dopo un breve soggiorno in Svizzera e nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti d'America; dopo aver cambiato vita e nome, realizzò con dei suoi connazionali Il pazzo di Hitler (1943), lungometraggio nel quale sottolineava l'impossibilità di vivere dei gruppi minori nell'Europa in guerra.
Il "Periodo Universal"[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1950 firmò un contratto con la Universal, major americana specializzata nella produzione di melodrammi, con la quale realizzerà alcuni film considerati i migliori melodrammi dell'epoca, basandosi su sceneggiature originali, come Magnifica ossessione (1953), Secondo amore (1955), Come le foglie al vento (1956), Lo specchio della vita (1959), oppure sulla letteratura internazionale, come Il trapezio della vita (1957), tratto da Faulkner o Tempo di vivere (1958), tratto da Remarque.
Il ritorno in Europa e il ritiro in Svizzera[modifica | modifica wikitesto]
Tornato in Europa, Sirk si ritirò dalla regia cinematografica nel 1959, quando si stabilì presso Lugano, in Svizzera. Riprese anche a farsi chiamare con il suo vero nome e tornò alla regia teatrale per altri 10 anni, diventando anche insegnante presso la Scuola di cinema e TV di Monaco, presso la quale realizzò tre cortometraggi, uno dei quali fu Bourbon Street Blues girato nel 1978, nel cui cast figurò anche uno dei più ferventi ammiratori di Sirk, il regista tedesco Rainer Werner Fassbinder.
Sirk morì a Lugano, in Svizzera, il 14 gennaio 1987. Cremato, le sue ceneri furono tumulate assieme a quelle della moglie in una celletta del cimitero della frazione di Castagnola[1][2].
Rivalutazione storica[modifica | modifica wikitesto]
Sirk è stato a lungo considerato come regista di serie B fino ad una rivalutazione che, negli anni settanta del Novecento, portò ad una forte riconsiderazione del "white melodrama" di cui il regista era un esponente.
Un grande ammiratore di Sirk fu il regista tedesco Rainer Werner Fassbinder, il quale nel 1974 riprese le linee guida di Secondo amore nel suo La paura mangia l'anima, conosciuto anche come Tutti gli altri si chiamano Alì, non realizzando un remake, ma adattando al suo stile la storia e portandola avanti nel tempo; inoltre i due collaborarono per il cortometraggio del 1978 Burbon Street Blues, con Sirk regista e Fassbinder come attore.
Citazioni[modifica | modifica wikitesto]
- La scena finale di Secondo amore, dove il cervo arriva di fronte alla grande vetrata del mulino di Ron Kirby, è stata ripresa e omaggiata dal regista francese François Ozon, il quale l'ha reinserita in 8 donne e un mistero.
- Sulla stessa linea di Secondo amore si dipana anche il film Lontano dal Paradiso (2002) del regista Todd Haynes.
- Nella scena al Jack Rabbit Slim’s in “Pulp Fiction”, Vincent ordina una bistecca Douglas Sirk.
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
Regista[modifica | modifica wikitesto]
- Zwei Genies (1934)
- Aprile, aprile (April, April) (1935)
- Le colonne della società (Stützen der Gesellschaft) (1935)
- La ragazza di Moorhof (Das Mädchen vom Moorhof) (1935)
- Dreimal Ehe (1935)
- Der eingebildete Kranke (1935)
- 't was een april (1935)
- La nona sinfonia (Schlußakkord) (1936)
- Il concerto di corte (Das Hofkonzert) (1936)
- La Chanson du souvenir (1936)
- La prigioniera di Sidney (Zu neuen Ufern) (1937)
- Habanera (La Habanera) (1937)
- Accordo finale (Accord final), regia di Ignacy Rosenkranz - non accreditato (1938)
- Boefje (1939)
- Il pazzo di Hitler (Hitler's Madman) (1943)
- Temporale d'estate (Summer Storm) (1944)
- Uno scandalo a Parigi (A Scandal in Paris) (1946)
- Venere peccatrice (The Strange Woman), regia di Edgar G. Ulmer - non accreditato (1946)
- Lo sparviero di Londra (Lured) (1946)
- Donne e veleni (Sleep, My Love) (1948)
- Fiori nel fango (Schockproof) (1949)
- Amanti crudeli (Slightly French) (1949)
- Il sottomarino fantasma (Mystery Submarine) (1950)
- La prima legione (The First Legion) (1951)
- La campana del convento (Thunder on the Hill) (1951)
- Elena paga il debito (The Lady Pays Off) (1951)
- Vedovo cerca moglie (Weekend with Father) (1951)
- Non c'è posto per lo sposo (No Room for the Groom) (1952)
- Il capitalista (Has Anybody Seen My Gal?) (1952)
- Incontriamoci alla fiera (Meet Me at the Fair) (1953)
- Portami in città (Take Me To Town) (1953)
- Desiderio di donna (All I Desire) (1953)
- Il figlio di Kociss (Taza, son of Cochise) (1954)
- Magnifica ossessione (Magnificent Obsession) (1954)
- Il re dei barbari (Sign of the Pagan) (1954)
- Il ribelle d'Irlanda (Captain Lightfoot) (1955)
- Secondo amore (All That Heaven Allows) (1955)
- Quella che avrei dovuto sposare (There's Always Tomorrow) (1956)
- Come prima... meglio di prima (Never Say Goodbye) (1956)
- Come le foglie al vento (Written on the Wind) (1956)
- Inno di battaglia (Battle Hymn) (1957)
- Interludio (Interlude) (1957)
- Il trapezio della vita (The Tarnished Angels) (1958)
- Tempo di vivere (A Time to Love and a Time to Die) (1958)
- Lo specchio della vita (Imitation of Life) (1959)
- Sprich zu mir wie der Regen (1975) - cortometraggio
- Silvesternacht - Ein Dialog (1978) - cortometraggio
- Bourbon street blues (1978) - cortometraggio
Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]
- Felicità perduta (Dreiklang), regia di Hans Hinrich - soggetto (1938)
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Jon Halliday, Douglas Sirk, Lo specchio della vita, Il Saggiatore, Milano 2022
- Bernard Eisenschitz, Douglas Sirk né Detlef Sierck, Les Éditions de l'œil, Paris 2022
- Frithjof Trapp, Werner Mittenzwei, Henning Rischbieter e Hansjörg Schneider, Handbuch des deutschsprachigen Exiltheaters 1933–1945 / Biographisches Lexikon der Theaterkünstler. Band 2, München 1999, ISBN 3-598-11375-7, S. 869f.
- Kay Weniger, ‘Es wird im Leben dir mehr genommen als gegeben …’. Lexikon der aus Deutschland und Österreich emigrierten Filmschaffenden 1933 bis 1945. Eine Gesamtübersicht. ACABUS-Verlag, Hamburg 2011, ISBN 978-3-86282-049-8, S. 644–648
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Douglas Sirk (1897 - 1987) - Find A Grave Memorial, su findagrave.com. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ (EN) Scott Wilson, Resting Places: The Burial Sites of More Than 14,000 Famous Persons, 3d ed. (2 volume set), McFarland, 22 agosto 2016, ISBN 9781476625997. URL consultato il 16 marzo 2017.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Douglas Sirk
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Douglas Sirk
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sirk, Douglas, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Douglas Sirk, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Douglas Sirk, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Douglas Sirk / Douglas Sirk (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- Douglas Sirk, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Douglas Sirk, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Douglas Sirk, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Douglas Sirk, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN) Douglas Sirk, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (DE, EN) Douglas Sirk, su filmportal.de.
- (DE) Detlef Sierck su Murnau Stiftung
Controllo di autorità | VIAF (EN) 14911756 · ISNI (EN) 0000 0003 6863 8230 · LCCN (EN) n79063051 · GND (DE) 11883181X · BNE (ES) XX1123336 (data) · BNF (FR) cb13178855m (data) · J9U (EN, HE) 987007280419405171 · NDL (EN, JA) 01040279 · CONOR.SI (SL) 155228771 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79063051 |
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