Lockheed Martin RQ-3 DarkStar

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Lockheed Martin RQ-3 DarkStar
DarkStar in volo
Descrizione
TipoAPR da ricognizione
CostruttoreBandiera degli Stati Uniti Lockheed Martin
Data primo volo29 marzo 1996
Utilizzatore principaleBandiera degli Stati Uniti USAF
Dimensioni e pesi
Lunghezza4,6 m (15 ft 0 in)
Apertura alare21,3 m (69 ft 0 in)
Altezza1,1 m (3 ft 6 in)
Peso a vuoto1 980 kg (4 360 lb)
Peso max al decollo3 860 kg (8 500 lb)
Propulsione
Motoreuna turboventola Williams FJ44-1A
Spinta8,5 kN (1 900 lbf)
Prestazioni
Velocità di crociera464 km/h (288 mph)
Autonomia925 km (575 mi)
Tangenza13 500 m (45 000 ft)

informazioni ricavate dai pannelli espositivi del Museum of Flight di Seattle, Washington, USA.

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Il Lockheed Martin RQ-3 DarkStar (conosciuto come Tier III- durante lo sviluppo) è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) sviluppato dall'azienda statunitense Lockheed Martin negli anni novanta.

Il suo primo volo avvenne il 29 marzo 1996. Il Dipartimento della Difesa terminò il DarkStar nel gennaio del 1999.[1] DarkStar fu soprannominato "Dark Spot" alla luce delle sue povere prestazioni dopo uno schianto.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Lo RQ-3 DarkStar fu progettato come "APR da elevate altitudini", e venne incorporato con tecnologie stealth per renderlo difficile da rilevare. Il DarkStar era completamente autonomo: poteva decollare, volare fino al suo obiettivo, operare con i suoi sensori, trasmettere informazioni, ritornare e atterrare sulla pista senza intervento umano. Gli operatori umani, comunque, potevano cambiare i piani di volo e l'orientamento sensoriale del DarkStar. Lo RQ-3 poteva montare sensori ottici o radar, e poteva mandare informazioni digitali via satellite mentre era ancora in volo.

RQ-3A Dark Star in mostra al Museum of Flight in Seattle

Il primo prototipo fece il primo volo il 29 marzo, 1996, ma il suo secondo volo, il 22 aprile, 1996, si concluse in uno schianto subito dopo il decollo. Un progetto modificato, più stabile (lo RQ-3A) volò la prima volta il 29 giugno 1998 e fece un totale di cinque voli. Vennero costruiti altri due RQ-3A, ma non volarono mai a causa della cancellazione del programma. Il primo di questi (A/V numero 3) è ora in mostra alla Grande Galleria del Museum of Flight a Seattle.

Anche se il progetto ufficiale termino il 28 gennaio 1999, fu riportato che nell'aprile 2003 il RQ-3 era ancora in sviluppo come black project.[3] La dimensione e le capacità vennero accresciute in qualche modo. È stato inoltre confermato che un esemplare è stato utilizzato nel 2003 durante invasione dell'Iraq.[3] Non vi è stata alcuna informazione indipendente.

La "R" è la designazione del Dipartimento della Difesa per ricognizione; "Q" sta per aereo non-pilotato. Il "3" invece si riferisce e il terzo di una serie di sistemi di aerei non-pilotati da ricognizione.

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ UNMANNED AERIAL VEHICLES Archiviato il 20 maggio 2017 in Internet Archive..
  2. ^ Robin Murphy, Introduction to AI Robotics, MIT Press, 2000, p. 31, ISBN 978-0-262-13383-8.
  3. ^ a b Aviation Week & Space Technology. April, 2003.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Jane's Unmanned Aerial Vehicles and Targets. Jane's Information Group; 22nd edition (2004)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]