Lamarmora (Brescia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lamarmora
quartiere
Lamarmora – Veduta
Lamarmora – Veduta
Cavalcavia Kennedy a Brescia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Comune Brescia
Amministrazione
Data di istituzione1972
Territorio
Coordinate45°31′17″N 10°12′45″E / 45.521389°N 10.2125°E45.521389; 10.2125 (Lamarmora)
Altitudine140 m s.l.m.
Abitanti8 938[1] (2018)
Altre informazioni
Cod. postale25125
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lamarmora
Lamarmora
Lamarmora – Mappa
Lamarmora – Mappa

Lamarmora è un quartiere di Brescia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio è pianeggiante. I confini sono delimitati: a sud, dall'autostrada Torino-Trieste; a ovest, da via Corsica fino all'incrocio di via Salgari, quindi da un tratto di via Lamarmora fino al complesso residenziale tra via Rodi e via Cipro, per poi risalire su via Corfù e via Privata De Vitalis fino alla stazione di Brescia; a nord, dalla ferrovia Milano-Venezia; a est, da via San Zeno fino all'incrocio con via Bianchi, quindi dalla ferrovia Brescia-Cremona[2].

Sono presenti numerosi corsi d'acqua che scorrono principalmente tombinati: il Codignola, il Guzzetta e la Garzetta di San Zeno si diramano dall'antico corso del Garza nei pressi del cavalcavia Kennedy. Il Vaso Garzetta delle Fornaci, scorre nei pressi del confine occidentale, lungo via Corsica[3].

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo deriva dal Alessandro La Marmora, fondatore del Corpo dei Bersaglieri a cui fu dedicata una strada lungo la quale, a partire dagli anni trenta, fu edificata una prima area residenziale[4].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fino 30 giugno 1880, l'area oggi occupata dal quartiere appartenne al comune di San Nazzaro Mella. Profondamente rurale, fino all'edificazione della sede della Centrale del Latte, avvenuta nel 1931, quando ebbe inizio la costruzione delle prime abitazioni[4].

Nel secondo dopoguerra, grazie ad iniziative di edilizia convenzionata, furono costruiti i quartieri Bettinzoli e Perlasca. Nel 1951 arrivò il filobus, mentre due anni dopo fu inaugurata la parrocchiale dedicata a san Giacinto[5].

Negli anni sessanta, fu costruita la sede dell'ASM Brescia, nel cui retro fu edificata la centrale di rigassificazione e, negli anni settanta, la centrale del teleriscaldamento. Proprio il quartiere fu il primo a essere allacciato a questo servizio[4].

A partire dagli anni settanta, lungo l'asse di via Cefalonia, sorse il nuovo quartiere dirigenziale di Bresciadue con la nuova filiale della SIP, la sede del Credito Agrario Bresciano, dell'Associazione Industriale Bresciana (AIB), il Crystal Palace e la sede dell'Ubi Banca[4].

Sulla falsariga di quanto stava avvenendo in altri quartieri, come Mompiano e San Polo, anche a Lamarmora sorse un comitato di quartiere verso la fine del 1970 per rispondere alla domanda di partecipazione alla vita amministrativa degli abitanti. Nel luglio 1972, il consiglio comunale votò a favore per ufficializzare ed estendere queste forme di governo di prossimità a tutta la città[6]. Il consiglio di quartiere di Lamarmora fu eletto il 24 giugno 1973[7]. Cinque anni dopo, la Giunta Trebeschi recepì la legge 278/1976, suddividendo il territorio comunale in nove circoscrizioni. Il quartiere fu assegnato alla Sesta circoscrizione, assieme a Don Bosco e Folzano[8].

A partire dagli anni Ottanta, diverse aree agricole presenti nel quartiere furono riconvertite a parchi pubblici: il parco Pasinetti, nei pressi della chiesa del Beato Luigi Palazzolo, il parco Fulvio Manzoni e il parco Camillo Tarello, inaugurato nel 2007[9].

Nel 2007, la Giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque e la Sesta circoscrizione fu assegnata alla Sud[10].

A seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, nel 2014 la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organi consultivi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere si tennero in tutta la città il 14 ottobre[11].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di san Giacinto

Società[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa del Beato Luigi Palazzolo

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Nel quartiere sono presenti due chiese parrocchiali della diocesi cattolica di Brescia: quella dedicata a San Giacinto e quella dedicata al Beato Luigi Palazzolo[13].

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli: l'ospedale detto "dei Pilastroni", affidato all'Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, fino al 1978 operò come ospedale psichiatrico per poi specializzarsi nella riabilitazione delle persone con disturbi mentali gravi e delle persone affette dalla malattia di Alzheimer[13].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

  • Gran Teatro Morato: aperto nel 1983 sull'area dell'ex colonia elioterapica Villa Paradiso, ospita spettacoli, eventi politici e culturali.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La località è raggiungibile dagli svincoli di Labirinto (6) e via San Zeno (7) della tangenziale sud di Brescia.

In via Sostegno è presente un accesso alla stazione di Brescia; il quartiere è altresì servito da due fermate della metropolitana: Bresciadue e A2A Lamarmora[14].

Tre autolinee di trasporto urbano percorrono l'interno del quartiere: la linea 4 (Stazione - Bresciadue Metro - Folzano), la 10 (Concesio - Poncarale) e la 13 (Gussago - Poliambulanza)[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Popolazione e famiglie residenti nel comune di Brescia per Zone e Quartieri nel 2018 (PDF), su comune.brescia.it, p. 5 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022).
  2. ^ Comune di Brescia - Mappa della città con visualizzazione dei quartieri (PDF), su comune.brescia.it, 2014 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2016).
  3. ^ Piano Generale del Territorio di Brescia - Reticolo Idrico, su comune.brescia.it.
  4. ^ a b c d Lisa Cesco, Diego Serino, p. 19.
  5. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, pp. 19-21.
  6. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 48.
  7. ^ Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, p. 35.
  8. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 49.
  9. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 37.
  10. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 50.
  11. ^ Elezioni Quartieri 2014, p. 5.
  12. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 42.
  13. ^ a b Lisa Cesco, Diego Serino, p. 39.
  14. ^ a b Brescia Mobilità, Linee bus di Brescia (PDF), su bresciamobilita.it. URL consultato il 13 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2023).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Sud, Brescia, Comune di Brescia, 2010.
  • Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978.
  • Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 2 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]