Jacopo Amigoni

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Autoritratto

Jacopo Amigoni (Napoli o Venezia, 1682Madrid, 1752) è stato un pittore italiano, appartenente alla corrente del rococò.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stilisticamente, mostra una formazione nella cerchia di Luca Giordano, con influssi di Francesco Solimena e della scuola romana. Se fosse nato a Napoli, sarebbe certamente giunto molto giovane a Venezia, dove egli risulta indicato dalla Fraglia, la corporazione dei pittori veneziani, fuori Venezia nel 1711. Nella città lagunare, subisce gli influssi di Antonio Bellucci, Sebastiano Ricci, Antonio Balestra, Giovanni Antonio Pellegrini e Rosalba Carriera.

Venere e Adone, Venezia, Gallerie dell'Accademia

Dal 1717 è in Baviera – ma risulta un viaggio a Venezia nel 1726 – nel Castello di Nymphenburg, dal 1719 nel castello di Schleißheim e dal 1725 al 1729 nell'abbazia benedettina di Ottobeuren: in questi affreschi l'Amigoni si mostra uno dei primi seguaci del rococò veneziano, che non casualmente è chiamato, in Germania, anche "stile Amigoni".

Dal 1730 al 1739 è in Inghilterra, operoso nel Palazzo Thonkerville, a Pown House, a Moor Park e nel Teatro del Covent Garden, illustrando scene mitologiche e storiche; il suo arrivo in Inghilterra è testimoniato dall'inglese George Vertue, che riporta anche la notizia del suo alunnato a Düsseldorf presso Giovanni Battista Bellucci, figlio del più noto Antonio. È di questo periodo il suo matrimonio con il mezzosoprano Maria Antonia Marchesini, detta La Lucchesina il 17 maggio 1738.[1]

Ritratto di Siegmund Streit, Berlino, Staatliche Museen

Da un viaggio a Parigi nel 1736 insieme al celebre cantante Farinelli conosce la pittura di François Lemoine e Boucher. Oltre a ciò è la relazione stilistica con i fiamminghi Theodoor van Thulden e Adriaen van der Werff, da lui conosciuti probabilmente in Baviera.

Nel 1739 ritorna in Italia, forse a Napoli e certamente a Montecassino, nella cui Abbazia esistevano due sue tele, distrutte nella seconda guerra mondiale, lavorando fino al 1747 a Venezia per il commerciante berlinese Sigismund Streit, per la Casa Savoia e per chiese e palazzi veneziani e veneti. Nel tardo 1747 lascia definitivamente l'Italia per stabilirsi a Madrid, chiamato da Ferdinando VI e da Maria Barbara di Braganza, probabilmente su suggerimento dell'amico Farinelli, quale pittore della corte e direttore dell'Accademia Reale di San Fernando, lavorando anche ad Aranjuez, a Segovia e per manifatture di arazzi.

Con l'opera dell'Amigoni la pittura arcadica europea raggiunge il suo apogeo: tanto nelle decorazioni che nelle sue tele mostra leggerezza e grazia, una luminosa eleganza di colori pastosi e freddi distesi a larghe pennellate. La sua chiarezza compositiva lo pone tra i più importanti rappresentanti della cultura pittorica arcadica e rococò.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Giacomo Amiconi 1682–1752, su tate.org.uk, Tate Enterprises. URL consultato il 23 aprile 2016.
  2. ^ "Germania", Guida TCI, 1996, p. 32, ISBN 88-365-0981-9.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Longhi, Compendio delle vite de' pittori veneziani, Venezia, 1762,
  • A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia, 1771
  • L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Bassano, 1789
  • G. Fiocco, La pittura veneziana del Seicento e Settecento, Verona, 1929
  • G. Delogu, Pittori veneti minori del Settecento, Venezia, 1930
  • V. Moschini, La pittura italiana del Settecento, Firenze, 1931
  • G. Lorenzetti, La pittura italiana del Settecento, Novara 1942
  • G. Mazzotti, Le ville venete, Treviso, 1953
  • A. Griseri, L'ultimo tempo dell'Amigoni e il Nogari, in "Paragone", 9, 1960
  • R. Pallucchini, Un'opera sconosciuta dell'Amigoni del 1740, in "Arte veneta", 19, 1965
  • A. Rizzi, Storia dell'arte in Friuli. Il Settecento, Udine, 1967
  • G. Fiocco, I fiori di Jacopo Amigoni, in "Pantheon", 28, 1970
  • G. M. Pilo, Pietro della Vecchia e Jacopo Amigoni a Pordenone, in "Itinerari", 4, 1972
  • R. Favaro, L'arte dei pittori in Venezia e suoi statuti, Firenze, 1975
  • S. Androssov, Jacopo Amigoni e Antioch Kantemir: nuovi materiali per il soggiorno inglese del pittore, in "Paragone", 51, 2000
  • D. Succi, Jacopo Amigoni: due capolavori sul tema mitologico dell'amore, Pontedera, 2000
  • Le peintre de Venise. De Titien à Canaletto dans les collections italiennes, catalogo della mostra a cura di M. Vallès - Bled, Milano. 2000
  • Settecento: le siècle de Tiepolo. Peintures italiennes du XVIII siècle exposée dans les collections publiques françaises, catalogo della mostra di Lione e Lille, a cura di A. Brejon De Lavergnée, Parigi, 2000
  • M. Manfredi, Jacopo Amigoni (1682-1752) e l'iconografia dei 'putti giocosi': il dipinto con l'Allegoria della Musica e il suo pendant ritrovato, in "Arte|Documento", 20, 2004
  • M. Manfredi, Jacopo Amigoni: a Venetian painter in Georgian London, in "The Burlington Magazine", CXLVII, N. 1231, October 2005
  • M. Manfredi, New Light on Amigoni as Publisher and Printmaker, in "Print Quarterly", VOLUME XXXII (2015), number 2 (June 2015), pp. 131–142

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