Grattacielo Lancia

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Grattacielo Lancia
Il grattacielo e il circostante Borgo San Paolo in una foto artistica di Paolo Monti, 1981
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàTorino
Indirizzovia Vincenzo Lancia 26
Coordinate45°03′40.1″N 7°38′28.75″E / 45.06114°N 7.64132°E45.06114; 7.64132
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1954-1957
Usocommerciale e residenziale
AltezzaTetto: 70 m
Piani17
Realizzazione
ArchitettoNino Rosani, M. Partesi, G. M. Pugno.
CostruttoreItalcementi
ProprietarioPrivato
CommittenteLancia

Il grattacielo Lancia, ufficialmente palazzo Lancia,[1] è un edificio di Torino.

Si trova in via Vincenzo Lancia, nel quartiere cittadino di Borgo San Paolo. Voluto da Gianni Lancia per essere la sede della direzione dell'omonima casa automobilistica, fu progettato nel 1953 dall'architetto Nino Rosani, con la collaborazione dello studio Giò Ponti e fu sede della Lancia fino al 1969. Viene colloquialmente appellato "Pollice" dagli abitanti della zona.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruito tra il 1954 e il 1957, il grattacielo fu acquisito nel 1969 dalla FIAT insieme a tutta l'area produttiva Lancia circostante, e restò di proprietà della maggiore casa automobilistica italiana fino al 2005, quando venne ceduto con una joint venture alla Beni Stabili[3] e alla Gefim, per poi essere nuovamente rivenduto in blocco nel 2008 a un investitore privato.[4]

Ulteriori rimodellamenti portarono alla riorganizzazione degli spazi interni, variandone anche parzialmente la destinazione d'uso da commerciale a residenziale, prevedendo dal nono al sedicesimo piano unità immobiliari di grande prestigio; tuttavia queste non furono mai costruite in quanto la crisi immobiliare iniziata nel 2007-2008 portò successivamente, nel 2014, al fallimento dell'azienda che intendeva attuare la riconversione.[5]

Nonostante sia rimasto in parte inutilizzato fino al 2017, oggi il palazzo è completamente occupato da uffici aziendali. L'edificio è a tutt'oggi uno dei simboli della città, costituendo il potenziale epicentro del nuovo quartiere residenziale e terziario sorto recentemente nelle aree adiacenti, a seguito della demolizione dell'obsoleta area industriale Lancia.[6]

Caratteristiche progettuali[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio della travatura reticolare all'interno del grattacielo

Costruito dalla Italcementi su progetto dell'architetto Nino Rosani, il Grattacielo Lancia, con i suoi 70 metri di altezza, fu concepito per divenire l'elemento di connessione tra i due insediamenti industriali preesistenti e definitivamente dismessi nel 2007.

La nota particolarità dell'edificio risiede infatti nel sorgere a cavallo della sottostante via Vincenzo Lancia (già via Montenegro fino al 1945, poi via Braccini) grazie alla struttura a ponte di travi reticolari in cemento armato poggianti su due basi a diedro.

L'influenza dell'architetto Gio Ponti è percepibile dai molteplici riferimenti al Grattacielo Pirelli: la disposizione planimetrica che distribuisce gli uffici lungo le due facciate vetrate e l'alloggiamento di servizi, scale e ascensori nelle due estremità a pianta trapezoidale. Entrambe le facciate principali presentano ampie vetrate a specchio che scandiscono i 16 piani, mentre i prospetti laterali sono caratterizzati da finestre a incasso lungo tutta l'altezza dell'edificio.

Fino al 2005 sul tetto dell'edificio era presente la grande insegna del marchio Lancia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il grattacielo (ex) Lancia: passato e futuro nei cieli di San Paolo, su sanpablog.it, 6 dicembre 2005 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2014).
  2. ^ Letizia Tortello, Un debito record cancella il sogno, su lastampa.it, 7 maggio 2014.
  3. ^ Corso Marconi e il grattacielo Lancia passano dal Lingotto alla Beni stabili, in Corriere della Sera, 2 marzo 2005, p. 29 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2015).
  4. ^ Beni Stabili: venduto grattacielo Lancia a Torino, Il Sole 24 ORE Radiocor, 6 agosto 2008 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2013).
  5. ^ Un debito record cancella il sogno, su lastampa.it, 7 maggio 2014.
  6. ^ Gaetano Farina, Giù il grattacielo Lancia, al via il nuovo quartiere. I comitati: "Opera rovinosa", su torinotoday.it, 28 giugno 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Centenari, La favolosa Lancia. La storia, le macchine, le vittorie, Milano, Editoriale Domus, 1976.
  • Alga D. Foschi, La parabola storica della Lancia attraverso la lettura dei bilanci, in Le carte scoperte. Documenti raccolti e ordinati per un archivio storico della Lancia, Milano, Franco Angeli, 1990.
  • Antonello Barocci, La fabbrica di Borgo San Paolo dalle origini al 1939, in Le carte scoperte. Documenti raccolti e ordinati per un archivio storico della Lancia, Milano, Franco Angeli, 1990.
  • Franco Amatori, Per una storia economica della Lancia, in Le carte scoperte. Documenti raccolti e ordinati per un archivio storico della Lancia, Milano, Franco Angeli, 1990.
  • Giuseppe Berta, Cinquant'anni di relazioni industriali alla Lancia (1919-1969), in Storia della Lancia. Impresa tecnologia e mercati, 1906-1909, Milano, Fabbri, 1992.
  • Franco Amatori, Lancia 1906-1969, in Storia della Lancia. Impresa tecnologia e mercati, 1906-1909, Milano, Fabbri, 1992.
  • Florence Baptiste; Maria Teresa De Palma, La fabbrica e il territorio urbano, in Storia della Lancia. Impresa tecnologia e mercati, 1906-1909, Milano, Fabbri, 1992.
  • Agostino Magnaghi; Mariolina Monge; Luciano Re, Palazzo degli uffici Lancia, in Guida all’architettura moderna di Torino, Torino, Lindau, 1995, p. 224.
  • Archivio Storico Fiat (a cura di), Fiat: le fasi della crescita. Tempi e cifre dello sviluppo aziendale, Torino, Scriptorium, 1996.
  • Sergio Pace, Palazzo degli uffici Lancia, in Vera Comoli Mandracci; Carlo Olmo (a cura di) (a cura di), Guida di Torino. Architettura, Torino, Allemandi, 1999, p. 205.
  • Umberto Rodda, Storia dell'industria piemontese, Torino, Editrice Il punto, 2001.
  • Alessandro Martini, Palazzo Uffici Lancia, in Maria Adriana Giusti; Rosa Tamborrino (a cura di), Guida all’Architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Torino, Umberto Allemandi & C., 2008, pp. 289-290.

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