Giuseppe Cenni
Giuseppe Cenni | |
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Giuseppe CENNI, Magg. Pil. M.O.V.M. | |
Nascita | Casola Valsenio (Ravenna), 27 febbraio 1915 |
Morte | Aspromonte (Reggio Calabria), 4 settembre 1943 |
Cause della morte | caduto in azione di guerra |
Luogo di sepoltura | Parma |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Specialità | pilota da caccia e da bombardamento a tuffo |
Reparto | 5º Stormo Tuffatori, 102º Gruppo, 239ª Squadriglia. |
Anni di servizio | 8 (1935 - 1943) |
Grado | maggiore pilota |
Guerre | Guerra civile spagnola Seconda guerra mondiale |
Comandante di | Stormo |
Decorazioni | 1 Medaglia d'oro al valor militare, 6 Medaglie d'argento al Valor Militare, 1 Croce di ferro di seconda classe, 2 Promozione per merito di guerra. |
Frase celebre | “Valzer!” (era il comando prima del tuffo) |
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Giuseppe Cenni (Casola Valsenio, 27 febbraio 1915 – Aspromonte, 4 settembre 1943) è stato un ufficiale e aviatore italiano. Maggiore della Regia Aeronautica, fu un eroe di guerra[1] della seconda guerra mondiale decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.
Biografia
Giuseppe Cenni manifestò sin da giovane la passione per l'aeronautica realizzando alianti mentre frequentava a Parma l'Istituto delle Belle Arti. Il 19 giugno 1935 si arruolò nella Regia Aeronautica come allievo ufficiale pilota di complemento. Conseguì il brevetto il 20 novembre su Fiat C.R.20 e partì volontario per la guerra di Spagna dove venne abbattuto, fatto prigioniero e liberato in uno scambio.[2]
Di ritorno dalla Spagna, Cenni venne decorato, arruolato in servizio permanente e assegnato prima al 6º Stormo, poi al 51º Stormo. Nel contempo, venne qualificato istruttore acrobatico. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Cenni chiese di rientrare dalla Romania dove stava tenendo corsi per piloti da caccia e venne inviato a frequentare i corsi per qualificarsi sull'aereo da bombardamento in picchiata Junkers Ju 87 Stuka. Giuseppe Cenni venne nominato capitano e posto al comando della 239ª squadriglia autonoma tuffatori il 24 novembre 1940. Di base sull'Aeroporto di Lecce-Galatina, partecipò ad attacchi di bombardamento in picchiata in Grecia e Jugoslavia. Nei mesi tra maggio e ottobre 1941 gli Stuka italiani denominati "Picchiatelli", vennero rischierati in Africa settentrionale dove continuarono le missioni contro gli obiettivi terrestri e navali nel Mar Mediterraneo. Cenni ancora una volta si confermò un pilota dotato di tecnica di volo eccellente, tanto che mise a punto una tecnica di bombardamento in picchiata "di rimbalzo": terminando la picchiata con un breve tratto in volo orizzontale, la bomba sganciata rimbalzava sull'acqua e colpiva il fianco della nave attaccata massimizzando il danno[3]. Per le azioni svolte gli vennero conferite altre due medaglie d'argento al Valor Militare.
La crescente disparità tecnica degli Ju 87 nei confronti degli aerei da caccia alleati portò a sviluppare tecniche di bombardamento in picchiata notturne. Nel corso di queste azioni, gli Stuka comandati dall'allora capitano Cenni inflissero molti danni alle navi inglesi. Cenni venne decorato con la sesta medaglia d'argento al Valor Militare e promosso maggiore per meriti di guerra.
Riprese le attività con il 5º Stormo sull'aeroporto di Crotone sostituendo gli Stuka con i Reggiane Re.2002. Lo stormo venne reso operativo nel luglio 1943 e si trovò a fronteggiare il contemporaneo sbarco alleato in Sicilia. L'11,12 e 13 luglio, vennero effettuate missioni di bombardamento in picchiata nella rada di Augusta, che portarono alla decimazione degli equipaggi. Il 13 luglio, bombardieri alleati attaccarono l'aeroporto di Crotone distruggendo quasi del tutto lo Stormo e uccidendo altri 6 piloti. Cenni si ritirò con gli aerei ed equipaggi superstiti presso l'aeroporto di Manduria in Puglia.
Il 3 e il 4 settembre, quando mancavano pochi giorni all'annuncio dell'armistizio, peraltro già firmato in segreto, gli venne ordinato di contrastare lo sbarco alleato a Reggio Calabria. Non tornò alla base. Il Maggiore Giuseppe Cenni venne visto da alcuni testimoni sull'Aspromonte mentre da solo veniva inseguito da molti Spitfire. Abbattuto, morì e venne decorato di medaglia d'oro al valore militare.
Onorificenze
— Cielo del Mediterraneo, 10 luglio - 4 settembre 1943.
Riconoscimenti
- Il 5º Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana è intitolato al magg. Giuseppe Cenni, lo Stormo è di stanza sulla base aerea di Cervia-Pisignano (Ravenna).
- Nei primi anni sessanta, il suo paese natale, Casola Valsenio (Ravenna), gli ha dedicato una via.
- Il comune di Parma, città ove Cenni si trasferì fin da bambino, ha dedicato una via al maggiore Cenni nel quartiere Cittadella.
- Il comune di Fiumicino ha dedicato una via al maggiore Cenni vicino all'Aeroporto Leonardo da Vinci.
- Il comune di Varsi (Parma) ha dedicato una via al maggiore Cenni.
- Il comune di Manduria (Taranto) ha dedicato una via al maggiore Cenni.
- Un monumento a Reggio Calabria, ricorda il maggiore Cenni.
- Il Piazzale all’interno dell’aeroporto militare di Rimini è intitolato al maggiore Cenni.
Curiosità
- Il maggiore Cenni, sin dall'inizio delle sue missioni di bombardiere in picchiata, prese ad usare un segnale radio per tutti i piloti della squadriglia per indicare l'attacco. La frase era "valzer ragazzi !". Negli anni la frase divenne famosa e caratteristica della squadriglia. Dal 1993, la frase viene scritta sulle derive degli aerei del 102º Gruppo.
Note
- ^ (EN) Maggiore Giuseppe Cenni Medaglia d'Oro al Valore Militare, su surfcity.kund.dalnet.se, Biplane fighter aces. URL consultato il 03-06-2007.
- ^ Col. Roberto Azzolin, Cerimonia consegna libretti di volo magg. pilota Giuseppe Cenni, su digilander.libero.it, Data pubblicazione 04-09-2001. URL consultato il 13-06-2007.
- ^ (EN) Rob Baumgartner, recensione di Hyperscale, su mmpbooks.biz, mushroom model publications. URL consultato il 18-06-2007.
Collegamenti esterni
- Håkan Gustavsson, Italian biplane fighter aces – Giuseppe Cenni, in Håkans aviation page, http://surfcity.kund.dalnet.se/, 27 agosto 2011. URL consultato il 13 giugno 2012.
- Biografia - Profilo Fotografico, su digilander.libero.it. URL consultato il 13 giugno 2012.