Fernand de Langle de Cary

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Fernand Louis Armand Marie de Langle de Cary
Il generale de Langle de Cary
NascitaLorient, 4 luglio 1849
MortePont-Scorff, 19 febbraio 1927
Luogo di sepolturaHôtel des Invalides, Parigi
Dati militari
Paese servitoBandiera della Francia Francia
Forza armataArmée de terre
Armafanteria
Anni di servizio1867-1917
GradoGenerale d'armata
GuerreGuerra franco-prussiana
Prima guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle frontiere
Battaglia delle Ardenne
Prima battaglia della Marna
Prima battaglia della Champagne
Comandante di4ª Armata della riserva
Decorazionivedi qui
Studi militariÉcole spéciale militaire de Saint-Cyr
Pubblicazionivedi qui
Dati tratti da World War I: A Student Encyclopedia[1]
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Fernand Louis Armand Marie de Langle de Cary (Lorient, 4 luglio 1849Pont-Scorff, 19 febbraio 1927) è stato un generale francese, comandante della 4ª Armata della riserva durante le fasi iniziali della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque il 4 luglio 1849[2] a Lorient,[1] rampollo di una nobile famiglia della Bretagna.[3] Ammesso all'école spéciale militaire de Saint-Cyr[1] ("promozione Mentana")[4] ne uscì nel 1867 e ottenne il grado di sottotenente il 1º ottobre 1869. Fu assegnato inizialmente al 2º Reggimento dei cacciatori d'Africa; quando, durante l'estate del 1870, scoppiò la guerra franco-prussiana, si trovava a Parigi per frequentare la Scuola d'applicazione per ufficiali di Stato maggiore.[5] Il 14 settembre divenne ufficiale d'ordinanza del Governatore militare di Parigi,[6] generale Louis-Jules Trochu.[6] Partecipò alla battaglia di Buzenval,[7] del 19 gennaio 1871,[7] dove rimase gravemente ferito al petto da una palla di moschetto. Tre giorni più tardi venne fatto Cavaliere della Legion d'onore. Assegnato al 10º Reggimento corazzieri il 6 gennaio 1873, venne promosso al grado di capitano il 31 dicembre dello stesso anno. L'11 gennaio 1875 entrò in servizio presso il 113º Reggimento di fanteria, passando quindi al 22º Reggimento di artiglieria. Il 20 febbraio 1878 entrò in servizio presso lo Stato Maggiore del IX Corpo d'armata, passando al 32º Reggimento di fanteria di linea di stanza a Chatellerault il 25 febbraio 1885. Promosso al grado di comandante di battaglione il 28 ottobre dello stesso anno, venne trasferito al 26º Reggimento di fanteria di stanza a Toul. Il 14 agosto 1886 divenne professore aggiunto del corso di stato maggiore presso la Scuola superiore di guerra,[8] diventando professore effettivo il 1º novembre 1890. Divenuto Ufficiale della Legion d'onore l'8 luglio 1889, fu promosso al grado di tenente colonnello il 29 dicembre 1891,[9] diventando colonnello il 30 dicembre 1897 ed assumendo nel contempo il comando del 127º Reggimento di fanteria di stanza a Valenciennes. Il 24 aprile 1900, all'età di 52 anni, fu promosso al grado di generale di brigata, diventando contemporaneamente Ispettore Generale del 7° Dipartimento della gendarmeria. Il 3 dicembre dello stesso anno assunse il comando della 3ª Brigata di cavalleria di stanza in Algeria[1] ed appartenente alla sub-divisione del Sétif. Ritornato nel territorio metropolitano il 7 maggio 1903, assunse il comando della 72ª Brigata di fanteria e delle sub-divisioni di Pau e Tarbes. Il 9 maggio 1906 venne elevato al rango di generale di divisione, assumendo nel contempo il comando della 3ª Divisione di fanteria coloniale. Poco tempo dopo, incorporando la 14ª Divisione di fanteria, diventò comandante della subdivisione di Bourg-Belley. Nel dicembre del 1908 assunse il comando del IV Corpo d'armata. Vicino al generalissimo Joseph Joffre,[2] venne nominato comandante dell'VIII Corpo d'Armata nel dicembre del 1911. Il 17 dicembre 1912 entrò nel Supremo Consiglio di Guerra. Prossimo alla pensione, divenne comandante della 4ª Armata della riserva. Il 31 dicembre 1913 divenne Grande Ufficiale della Legion onore.

La prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Quando scoppiò la guerra, il 1º agosto del 1914, fu richiamato in servizio attivo in qualità di Comandante d'armata.[10] Il 2 agosto assunse il comando della IVe Armée,[11] ma fino alla metà del mese rimase in posizione di riserva a Saint-Dizier, venendo poi mandato in Lorena in ossequio al Piano XVII.[1] Mentre la V Armée del generale Charles Lanrezac riportò un successo a Guise, egli la coprì ad est, mantenendosi sulla linea del fiume Mosa.

Tuttavia una pericolosa breccia apertasi tra la IV e la V Armée costrinse Joffre a costituire una nuova armata, la IX, usufruendo delle riserve. Il generale de Langle di Cary testimoniò nel suo libro Les raisons du désastre:

«Nos échecs du début semblent dus en premier lieu à un plan d'opérations défectueux: l'attaque par les deux ailes à la fois en Lorraine et en Belgique. Ce procédé (...) n'est réalisable que si on possède une grande supériorité numérique. Or, nous ne l'avions pas (...). Le plan d'opérations est l'oeuvre entière du général Joffre et de son Etat-major. Il n'a pas été soumis à l'examen et à l'appréciation du Conseil supérieur de Guerre. La plupart des commandants d'Armée, moi entre autres, nous ne connaissions que la zone de concentration de nos armées; nous ne savions rien des intentions du général en chef. C'est sa méthode d'agir avec le seul concours de son entourage intime, sans consulter ses commandants d'armée sans même les mettre au courant, autrement que par les instructions et les ordres qu'il leur envoie. Je ne critique pas, mais je crois préférable la méthode qui est fondée sur la collaboration et la confiance.»

Tra il 6 ed il 15 agosto il Corpo di cavalleria del generale André Sordet effettuò una serie di ricognizioni nelle Ardenne, che non rivelarono la presenza di forze nemiche.[12] Il 21 agosto[1] la 3ª Armata francese del generale Ruffey iniziò ad avanzare su Briey[13] nel settore delle Ardenne, coadiuvata dalla 4ª Armata che si diresse su Neufchâteau. La 4ª Armata tedesca del generale Albrecht del Württemberg[14] e la 5ª Armata del principe ereditario Guglielmo di Prussia[15] stavano entrambe avanzando attraverso le Ardenne già dal 19 agosto. Il giorno 21 le avanguardie delle due armate francesi stabilirono[14] il contatto con quelle tedesche, dando vita ad una confusa serie di piccoli scontri.[16] Il 22 agosto 1914 la 4ª Armata venne mandata in rinforzo nelle Ardenne per bloccare l'avanzata tedesca in Belgio. Scrive de Langle de Cary:[17]

(FR)

«De mon côté et du côté de la IIIe Armée nous avons été lancés à l'offensive dans un terrain d'une difficulté inouïe: la forêt des Ardennes, véritable coupe-gorge (...) qui formait barrage devant nous. L'ennemi était installé dans la forêt depuis plusieurs jours à l'abri de ce masque, il avait préparé une organisation défensive à laquelle se sont heurtés plusieurs de nos corps d'armée, le 17e notamment (...). Aborder l'ennemi avec un pareil masque devant soi, s'était s'exposer aux plus graves mécomptes, malgré la valeur des troupes. Il eût fallu au moins sonder cette forêt en premier lieu; mais le Général en chef m'avait interdit d'y envoyer autre chose que la cavalerie. Il voulait en effet attaquer par surprise, et j'ai du m'incliner. La surprise a été pour nos troupes qui trouvé dans la forêt du fil de fer et des mitrailleuses habilement dissimulées. Ceci n'excuse pas les fautes commises de notre côté. Ainsi le 17e corps a été engagé en pleine forêt sans que les précautions les plus élémentaires aient été prises»

(IT)

«Dal lato mio e da quello della 3ª Armata siamo stati mandati all'offensiva in una zona di una difficoltà inaudita: la foresta delle Ardenne, vera tagliagola (...) che formava uno sbarramento davanti a noi. Il nemico si era installato nella foresta da parecchi giorni al riparo di questa copertura, e aveva preparato un'organizzazione difensiva contro la quale urtarono parecchi dei nostri corpi d'armata, particolarmente il 17° (...). Attaccare il nemico con tale copertura davanti ad esso era esporsi ai più grave errore di calcolo, malgrado il valore delle truppe. Bisognava almeno esplorare in primo luogo questa foresta; ma il Generale in capo mi aveva vietato di mandare lì altro che la cavalleria. Voleva, in effetti, attaccare di sorpresa, ed io ho dovuto ubbidire. La sorpresa è stata per le nostre truppe che hanno trovato la foresta abilmente disseminata di filo spinato e mitragliatrici dissimulate. Questo non scusa gli errori commessi nel nostro campo. Così il 17º corpo venne impegnato nel pieno della foresta senza che fossero prese le più elementari precauzioni»

Le forze principali entrarono in contatto tra di loro il 22 agosto.[18] La fanteria francese fu pesantemente sconfitta dalla superiore tattica di quelle tedesca, ampiamente dotata di mitragliatrici e supporto di artiglieria pesante.[18] Vi furono alcune piccole vittorie francesi, ma il 22 agosto la III Armée fu investita in pieno dall'attacco tedesco. La 3ª Divisione coloniale fu praticamente distrutta a Rossignol,[19] circa 16 km a nord di Neufchâteau,[19] e ciò provoco il collasso,[20] della III Armée che trascinò con sé anche la IV. Entro la sera del 23 agosto le due armate francesi iniziarono una scomposta ritirata[19] verso la linea della Mosella, inseguite dalla due armate tedesche in piena avanzata.[19] Il 24 agosto[21] la IV Armèe trovò ordinatamente[21] riparo dietro alla Mosella, presto seguita dai resti della III.[20]

In seguito partecipò[21] alla prima battaglia della Marna,[2] avvenuta nel mese di settembre. Alla testa della IV Armée, il giorno 9 entrò in contatto con l'estremità avanzante dell'armata del Duca del Württemberg a Vitry-le-François.[22] Il 20 novembre fu insignito della Grande Croce della Legion d'onore; a quell'epoca godeva della piena fiducia di Joffre.

Il generale de Langle de Cary consegna la Legion d'onore al "3e régiment de marche du 1er étranger" che sfila sul plateau di Valmy dopo l'offensiva della Champagne

Nel febbraio-marzo del 1915 la sua armata fu mandata all'attacco durante la prima battaglia della Champagne.[21] Si decise di concentrare lo sforzo delle sue truppe su un fronte di circa 8 chilometri, ma le condizioni meteorologiche crearono grossi problemi all'avanzata delle truppe. Il 17 marzo, dopo la sua richiesta di ricevere in rinforzo il XVI Corpo d'Armata, Joffre gli ordinò di sospendere l'offensiva. Il 25 settembre, per la terza volta, la IV Armèe ripartì all'offensiva, questa volta assieme alla II Armée del generale Philippe Pétain. Le due armate attaccarono su un fronte di 24 km tra Verdun e Reims, ma anche questa volta, come altre, l'offensiva andò incontro ad un insuccesso cocente. Le truppe furono fermate dal sistema di trinceramenti tedeschi, con la fanteria germanica (comandata dal generale Erich von Falkenhayn)[23] abilmente schierata a difesa e supportata dall'artiglieria pesante. Le perdite francesi in vite umane furono ingenti, 30.000 morti oltre a 170.000 feriti. A causa di questo insuccesso egli venne esonerato dal comando della IV Armée, sostituito dal generale Henri Gouraud.

L'11 dicembre[24] fu nominato comandante[21] del Gruppo di Armate del Centro,[25] sostituendo il generale Édouard de Castelnau. All'epoca dell'offensiva nemica contro Verdun del febbraio 1916, fece mantenere ad ogni costo l'accesso al forte di Douaumont, preparando un contrattacco ed infine la ritirata delle forze francesi del Woëvre sulle alture della Mosa. Il 24 febbraio[24] le armate francesi furono schiacciate dai bombardamenti tedeschi ed egli, di propria iniziativa, ordinò l'evacuazione del Woëvre.[24] Joffre andò su tutte le furie ed il 30 aprile[24] lo sostituì[21] con il generale Philippe Pétain.[26] Insignito della Médaille Militaire il 25 marzo 1916, andò definitivamente in pensione nel gennaio del 1917.[27] Si spense a Pont-Scorff[21] il 19 dicembre 1927[2] all'età di 77 anni. Il suo corpo fu inumato presso l'Hôtel des Invalides a Parigi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria
— 25 marzo 1916
Croix de Guerre 1914-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille commémorative de la guerre 1914-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille Interalliée 1914-1918 - nastrino per uniforme ordinaria

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Les raisons du désastre, Payot & Cie, Paris, 1920

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Tucker, Roberts 2005, p. 1057.
  2. ^ a b c d Sumner 2012, p. 12.
  3. ^ Suo padre era un capitano di fregata della Marine nationale.
  4. ^ Si classificò primo del suo corso su 259 allievi.
  5. ^ Classificatosi primo della classe, su trenta allievi partecipanti al corso, il 27 settembre venne promosso al grado di tenente del Corpo di Stato maggiore.
  6. ^ a b Wawro 2003, p. 252.
  7. ^ a b Wawro 2003, p. 283.
  8. ^ Le Miroir nº59 du 10 janvier 1915.
  9. ^ A quell'epoca prestava servizio presso il 73º Reggimento di fanteria, e contemporaneamente insegnava presso la Scuola superiore di guerra.
  10. ^ Sempre ritenuto un generale molto vicino alle posizioni strategiche del comandante supremo dell'esercito, generale Joffre, ne godeva della piena fiducia.
  11. ^ Greenhalgh 2011, p. 24.
  12. ^ Sumner 2012, p. 8.
  13. ^ Liddell Hart, Basil H. History of the First World War, Pan Books Ltd, London, 1973. ISBN 0-330-23354-8
  14. ^ a b Horne, Herwig 2012, p. 51.
  15. ^ Horne, Herwig 2012, p. 50.
  16. ^ Spencer, Matysek Wood, Murphy 1996, p. 277.
  17. ^ Les raisons du désastre, Payot & Cie, Paris, 1920
  18. ^ a b Spencer, Roberts 2005, p. 730.
  19. ^ a b c d Doughty 2009, p. 67.
  20. ^ a b Spencer, Matysek Wood, Murphy 1996, p. 278.
  21. ^ a b c d e f g Tucker, Roberts 2005, p. 1058.
  22. ^ Sumner 2012, p. 54.
  23. ^ Martin 2003, p. 20.
  24. ^ a b c d Martin 2003, p. 8.
  25. ^ La responsabilità di questo comando si estendeva alla regione dello Champagne a Verdun.
  26. ^ Martin 2003, p. 21.
  27. ^ Bourne 2002, p. 164.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) John M. Bourne, Who's Who in World War I The Franco-Prussian War, London, Routledge, 2002, ISBN 1-134-76752-8.
  • (EN) Robert A. Doughty, Pyrrhic Victory: French Strategy and Operations in the Great War, Harvard, Harvard University Press, 2009, ISBN 0-674-03431-7.
  • (EN) Elizabeth Greenhalgh, Foch in Command: The Forging of a First World War General, Cambridge, Cambridge University Press, 2011, ISBN 1-139-49609-3.
  • (EN) John Horne, Holger H. Herwig, A Companion to World War I, Oxford, Blackwell Publishing Ltd, 2012, ISBN 1-119-96870-4.
  • (EN) John Keegan, The First World War, Toronto, Random House of Canada Limited, 1998, ISBN 0-676-97224-1.
  • (EN) Basil H. Liddell Hart, History of the First World War, London, Pan Books Ltd, 1973, ISBN 0-330-23354-8.
  • (FR) Fernand de Langle de Cary, Les raisons du désastre, Paris, Payot & Cie, 1935.
  • (FR) Charles Lanrezac, Le Plan de Campagne Français et le premier mois de la guerre (2 Aôut—3 Septembre 1914), Paris, Payot & Cie, 1920.
  • (FR) Henri Nicolas Prosper Le Gros, La Genèse de la battaille de la Marne (Septembre 1914), Paris, Payot & Cie, 1919.
  • (EN) Gilbert Martin, Atlas of the First World War, London, Routledge, 2003, ISBN 0-415-28507-0.
  • (EN) William Martin, Verdun 1916 They shall not pass, Oxford, Osprey Publishing Ltd., 2001, ISBN 1-85532-993-X.
  • (EN) Robin Prior, Trevor Wilson, The First World War, London, Cassell, 1999, ISBN 0-304-35256-X.
  • (EN) Ian Sumner, The First Battle of the Marne 1914: The French “miracle”, Botley, Osprey Publishing, 2012, ISBN 1-78200-228-6.
  • (EN) Barbara W. Tuchman, The Guns of August, New York, Ballantine Books, 1962, ISBN 0-345-38623-X.
  • (EN) Spencer Tucker, Priscilla Mary Roberts, World War I: A Student Encyclopedia, Santa Barbara, ABC-CLIO Inc., 2005, ISBN 1-85109-879-8.
  • (EN) Spencer C. Tucker, The European Powers in the First World War, New York, Garland Publishing Inc, 1996.
  • (EN) Geoffrey Wawro, The Franco-Prussian War. The German Conquest of France in 1870–1871, Cambridge, Cambridge University Press, 2003, ISBN 978-0-511-33728-4.

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