Fenindione

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Fenindione
Nomi alternativi
2-fenil-1,3-indandione
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC15H10O2
Massa molecolare (u)222,239 g/mol
Numero CAS83-12-5
Numero EINECS201-454-4
Codice ATCB01AA02
PubChem4760
DrugBankDB00498
SMILES
C1=CC=C(C=C1)C2C(=O)C3=CC=CC=C3C2=O
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Orale
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta
pericolo
Frasi H301 - 317
Consigli P280 - 301+310 [1]

Il fenindione è un composto indandione utilizzato come anticoagulante orale e con azioni simili al warfarin, ma raramente impiegato a causa di una maggiore incidenza di gravi effetti avversi.[2][3]

Farmacologia[modifica | modifica wikitesto]

Indicazione d'uso[modifica | modifica wikitesto]

Il farmaco è utilizzato per il trattamento dell'embolia polmonare, cardiomiopatia, fibrillazione e flutter atriali, embolia cerebrale, trombosi murale e trombofilia. Viene inoltre impiegato per la profilassi anticoagulante.[3]

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

Il fenindione fluidifica il sangue antagonizzando la vitamina K, necessaria per la produzione dei fattori di coagulazione all'interno del fegato. Gli anticoagulanti come il fenindione non hanno un effetto diretto su un trombo già formato, né invertano il danno tissutale ischemico (danno causato da un'adeguata irrorazione sanguigna a un organo o parte del corpo). Tuttavia, una volta che si è verificato un trombo, l'obiettivo del trattamento anticoagulante è prevenire un'ulteriore estensione del coagulo formato e prevenire complicanze tromboemboliche secondarie che potrebbero avere esiti gravi e possibilmente fatali.[3]

Meccanismo d'azione[modifica | modifica wikitesto]

Il fenindione inibisce la vitamina K reduttasi, provocando una deplezione della forma ridotta di vitamina K (vitamina KH2). Poiché la vitamina K è un cofattore per la carbossilazione dei residui di glutammato nelle regioni N-terminali delle proteine dipendenti dalla vitamina K, ciò limita la gamma-carbossilazione e l'attivazione successiva delle proteine coagulanti dipendenti dalla vitamina K. La sintesi dei fattori di coagulazione dipendenti dalla vitamina K II, VII, IX e X e delle proteine anticoagulanti C e S viene inibita. La depressione di tre dei quattro fattori di coagulazione dipendenti dalla vitamina K (fattori II, VII e X) comporta una diminuzione dei livelli di protrombina e una riduzione della quantità di trombina generata e legata alla fibrina. Ciò riduce la trombogenicità dei coaguli.[3]

Assorbimento[modifica | modifica wikitesto]

Viene assorbito lentamente dal tratto gastrointestinale.[3]

Volume di distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

I dati riguardanti il volume di distribuzione del farmaco non sono attualmente disponibili.[3]

Legame proteico[modifica | modifica wikitesto]

Il legame del farmaco con le proteine plasmatiche è del 88%. [3]

Metabolismo[modifica | modifica wikitesto]

Il metabolismo del farmaco è di tipo epatico. [3]

Via di eliminazione[modifica | modifica wikitesto]

I dati riguardanti l'eliminazione del farmaco non sono attualmente disponibili.[3]

Emivita[modifica | modifica wikitesto]

5-10 ore. [3]

Clearance[modifica | modifica wikitesto]

I dati riguardanti i valori di clearance del farmaco non sono attualmente disponibili.[3]

Tossicità[modifica | modifica wikitesto]

La dose letale 50 del farmaco somministrato per via orale nel topo p di 175 mg/kg, mentre nel ratto è di 163 mg/kg.[4][3]

Interazioni alimentari[modifica | modifica wikitesto]

Evitare erbe e integratori con attività anticoagulante/antiaggregante piastrinica. Esempi includono ginseng, ginkgo, zenzero e aglio.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 22.02.2013
  2. ^ Martindale, The Extra Pharmacopoeia, Trentesima edizione, p. 234.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m Phenindione, su go.drugbank.com. URL consultato il 15 luglio 2023.
  4. ^ Safety Data Sheet MSDS - MATERIAL SAFETY DATA SHEET 2-Phenyl-1H-inden-1,3(2H)-dione, 99%, su s3-us-west-2.amazonaws.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • British national formulary, Guida all’uso dei farmaci 4 edizione, Lavis, agenzia italiana del farmaco, 2007.

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