Bivalirudina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Bivalirudina è un farmaco inibitore diretto della trombina reversibile (DTI), prodotta dalla The Medicines Company e commercializzato con i nomi: Angiomax or Angiox, si somministra per via endovenosa e esclusivamente per uso ospedaliero.

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

La bivalirudina è un breve, peptide sintetico altamente specifico e potente come inibitore reversibile della trombina.[1][2] Agisce sia sulla trombina circolante che sui coaguli già formati inibendo l'aggregazione dovuta alla attivazione piastrinica mediata dalla trombina.[1][3][4][5] La trombina ha un ruolo centrale nel processo trombotico: essa agisce scindendo il fibrinogeno in monomeri di fibrina e converte il Fattore XIII a Fattore XIIIa. Ciò favorisce la formazione di una rete di fibrina con legami incrociati che stabilizzano il trombo. La trombina inoltre favorisce l'attivazione delle piastrine e ne favorisce l'aggregazione. La bivalirudina interferisce con tutte queste azioni.[6]

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

La biodisponibilità della bivalirudina, somministrata per via endovenosa è completa. L'inizio d'azione è rapido e l'emivita breve. Il legame con le proteine plasmatiche è nullo, con l'eccezione della trombina a cui la molecola si lega selettivamente. Anche per questo motivo la risposta antitrombotica è facilmente prevedibile. Nell'organismo la bivalirudina è metabolizzata da diverse proteasi. L'eliminazione del farmaco avviene per il 20% per via urinaria in forma immodificata. L'eliminazione della bivalirudina non è influenzata in soggetti con insufficienza epatica. L'insufficienza renale altera la clearance della molecola solo in soggetti con malattia renale molto pronunciata (clearance della creatinina < 30 ml/min)

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

La bivalirudina è utilizzata esclusivamente in ambito ospedaliero come anticoagulante in soggetti adulti che devono essere sottoposti ad un intervento coronarico percutaneo (PCI).[7][8] In particolare l'uso è diffuso in soggetti da sottoporre a terapia reinfusiva (PCI), con infarto miocardico tipo STEMI (ovvero in cui l'elettrocardiogramma dimostra un innalzamento del tratto ST).[9] I protocolli terapeutici attualmente in uso ne prevedono l'utilizzo in associazione ad acido acetilsalicilico e clopidogrel. Numerosi studi clinici hanno messo in evidenza outcome positivi in pazienti trattati con bivalirudina e affetti da angina stabile, instabile, e infarto del miocardio con tratto ST non sopraslivellato (NSTEMI), oltre che infarto del miocardio ST sopraslivellato (STEMI).[10][11] In questi studi i pazienti trattati con bivalirudina presentavano un minor numero di eventi avversi se paragonati a coloro che ricevevano la sola eparina.[12]

Effetti collaterali e indesiderati[modifica | modifica wikitesto]

L'effetto indesiderato più temibile è rappresentato dall'emorragia maggiore, possibile in qualsiasi sito, talvolta ad evoluzione fatale. Più spesso sono segnalate emorragie minori, emorragie gengivali, epistassi, emottisi, emorragie a livello faringeo e gastrointestinale (in particolare ematemesi, melena, emorragie anali).

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

La bivalirudina è controindicata in soggetti con ipersensibilità nota verso il principio attivo od uno degli eccipienti della preparazione farmaceutica. Inoltre rappresenta controindicazione il sanguinamento attivo o un aumentato rischio di sanguinamento dovuto a disordini della emostasi/coagulazione. L'ipertensione arteriosa scarsamente controllata e l'insufficienza renale di grado severo (clearance della creatinina < 30 ml/min) rappresentano delle controindicazioni relative.

Interazioni[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi clinici effettuati sulla possibile interazione con diversi inibitori piastrinici (acido acetilsalicilico, ticlopidina, clopidogrel, abciximab, eptifibatide e tirofiban non hanno suggerito interazioni farmacodinamiche di rilievo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Angiomax (bivalirudin) Prescribing Information (PDF), su angiomax.com, The Medicines Company. URL consultato il 2 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2012).
  2. ^ Gladwell TD, Bivalirudin: a direct thrombin inhibitor, in Clin Ther, vol. 24, n. 1, 2002, pp. 38–58, PMID 11833835.
  3. ^ S. X. Anand, M. C. Kim, M. Kamran, S. K. Sharma, A. S. Kini, J. Fareed, D. A. Hoppensteadt, F. Carbon, E. Cavusoglu, D. Varon, J. F. Viles-Gonzalez, J. J. Badimon e J. D. Marmur, Comparison of Platelet Function and Morphology in Patients Undergoing Percutaneous Coronary Intervention Receiving Bivalirudin Versus Unfractionated Heparin Versus Clopidogrel Pretreatment and Bivalirudin, in The American Journal of Cardiology, vol. 100, n. 3, 2007, pp. 417–424, DOI:10.1016/j.amjcard.2007.02.106, PMID 17659921.
  4. ^ J. I. Weitz, M. Hudoba, D. Massel, J. Maraganore e J. Hirsh, Clot-bound thrombin is protected from inhibition by heparin-antithrombin III but is susceptible to inactivation by antithrombin III-independent inhibitors, in Journal of Clinical Investigation, vol. 86, n. 2, 1990, pp. 385–391, DOI:10.1172/JCI114723, PMC 296739, PMID 2384594.
  5. ^ G. W. Stone, B. T. McLaurin, D. A. Cox, M. E. Bertrand, A. M. Lincoff, J. W. Moses, H. D. White, S. J. Pocock, J. H. Ware, F. Feit, A. Colombo, P. E. Aylward, A. R. Cequier, H. Darius, W. Desmet, R. Ebrahimi, M. Hamon, L. H. Rasmussen, H. J. R. Rupprecht, J. Hoekstra, R. Mehran, E. M. Ohman e I. Acuity, Bivalirudin for Patients with Acute Coronary Syndromes, in New England Journal of Medicine, vol. 355, n. 21, 2006, pp. 2203–2216, DOI:10.1056/NEJMoa062437, PMID 17124018.
  6. ^ Saucedo JF, Aude W, Pacheco R, Thorn B, Matin Z, Husain K, Garza L, Inhibition of platelet aggregation with eptifibatide, bivalirudin, and heparin in patients undergoing percutaneous coronary intervention receiving clopidogrel pretreatment (The PharmacoDynamic Evaluation of Angiomax, Clopidogrel with or without INtegrilin [DEACON] study), in Am. J. Cardiol., vol. 95, n. 12, 2005, pp. 1453–6, DOI:10.1016/j.amjcard.2005.02.012, PMID 15950569.
  7. ^ Bivalirudin (Angiomax) for angioplasty, in Med Lett Drugs Ther, vol. 43, n. 1103, 2001, pp. 37–8, PMID 11331441. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  8. ^ Ramana RK, Lewis BE, Percutaneous coronary intervention in patients with acute coronary syndrome: focus on bivalirudin, in Vasc Health Risk Manag, vol. 4, n. 3, 2008, pp. 493–505, PMC 2515410, PMID 18827868. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  9. ^ Carswell CI, Plosker GL, Bivalirudin: a review of its potential place in the management of acute coronary syndromes, in Drugs, vol. 62, n. 5, 2002, pp. 841–70, PMID 11929334.
  10. ^ Bittl JA, Chaitman BR, Feit F, Kimball W, Topol EJ, Bivalirudin versus heparin during coronary angioplasty for unstable or postinfarction angina: Final report reanalysis of the Bivalirudin Angioplasty Study, in Am. Heart J., vol. 142, n. 6, 2001, pp. 952–9, PMID 11717596. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  11. ^ Lincoff AM, Bittl JA, Harrington RA, Feit F, Kleiman NS, Jackman JD, Sarembock IJ, Cohen DJ, Spriggs D, Ebrahimi R, Keren G, Carr J, Cohen EA, Betriu A, Desmet W, Kereiakes DJ, Rutsch W, Wilcox RG, de Feyter PJ, Vahanian A, Topol EJ, Bivalirudin and provisional glycoprotein IIb/IIIa blockade compared with heparin and planned glycoprotein IIb/IIIa blockade during percutaneous coronary intervention: REPLACE-2 randomized trial, in JAMA, vol. 289, n. 7, 2003, pp. 853–63, PMID 12588269. URL consultato il 3 febbraio 2018.
  12. ^ Han Y, Guo J, Zheng Y, Zang H, Su X, Wang Y, Chen S, Jiang T, Yang P, Chen J, Jiang D, Jing Q, Liang Z, Liu H, Zhao X, Li J, Li Y, Xu B, Stone GW, Bivalirudin vs heparin with or without tirofiban during primary percutaneous coronary intervention in acute myocardial infarction: the BRIGHT randomized clinical trial, in JAMA, vol. 313, n. 13, 2015, pp. 1336–46, DOI:10.1001/jama.2015.2323, PMID 25775052.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]