Dawn Steel
Dawn Leslie Steel (The Bronx, 19 agosto 1946 – Los Angeles, 20 dicembre 1997) è stata un'imprenditrice e produttrice cinematografica statunitense.
Fu la prima donna a diventare presidente di uno dei maggiori studi di produzione cinematografica di Hollywood,[1] ricoprendo tale carica per la Columbia Pictures dal 1987 al 1990.[2][3][4]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dawn Steel nacque il 19 agosto 1946 nel Bronx da genitori ebrei russi,[4] il sollevatore di pesi semi-professionista Nathan Steel e l'imprenditrice Lillian Tarlow.[5][6] Prima della sua nascita, il padre cambiò il nome di famiglia da Spielberg a Steel affinché riflettesse la sua professione, in cui era soprannominato The Man of Steel.[2] Dawn crebbe a New York, tra Manhattan e Great Neck.[7] Quando aveva nove anni, il padre soffrì di un esaurimento nervoso, spingendo la madre a diventare l'unico supporto della famiglia, composta da Dawn e dal fratello minore Larry.[4]
Steel studiò Business Administration all'Università di Boston da 1964 al 1965, ma fu costretta ad abbandonare gli studi a causa di problemi finanziari.[2] Dal 1966 al 1967 frequentò il corso di marketing dell'Università di New York, senza completare gli studi.[6]
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1968, Steel lavorò brevemente come giornalista sportiva per la Major League Baseball Digest e la NFL. Lo stesso anno, venne assunta dalla redazione di Penthouse, per cui lavorò come segretaria e poi come direttrice del reparto merchandising.
Nel 1975, fondò una sua compagnia di merchandising, la Oh Dawn! Inc.[4] Uno dei gadget da lei creati, un rotolo di carta igienica firmato con il logo di Gucci, la fece citare in giudizio da Gucci stesso per violazione di copyright.[8] Per l'azione legale, Steel ingaggiò l'avvocato Sid Davidoff, che aveva precedentemente fornito consulenze all'ex sindaco di New York John Lindsay, e la questione venne risolta in sede privata.[8] Nel 1978, Steel vendette tutte le sue azioni della Oh Dawn! all'ex-marito e socio Ronnie Rothstein e si trasferì a Los Angeles, dove lavorò inizialmente come consulente del merchandising per Playboy.
Paramount e Columbia
[modifica | modifica wikitesto]Grazie a Davidoff, riuscì ad introdursi ad Hollywood e lì diventò coordinatrice del reparto merchandising & licensing della Paramount Pictures.[8] Uno dei suoi primi compiti fu quello di ideare materiale promozionale e tie-in per il film Star Trek (1979).[8] Protégé dell'allora CEO della Paramount Barry Diller,[9] Steel fu promossa rapidamente a vice-presidente del suo reparto, diventando nel 1980 vice-presidente di produzione e nel 1983 vice-presidente di produzione anziano. Nel 1985, raggiunse la carica di presidente di produzione, impresa riuscita precedentemente solamente ad un'altra donna, Sherry Lansing nel 1980 alla Twentieth Century Fox.[10] Come presidente di produzione, Steel fu responsabile della creazione e gestione produttiva di numerosi successi della Paramount durante gli anni ottanta, tra cui i film Flashdance, Attrazione fatale, Footloose, Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills e Top Gun, venendo tuttavia licenziata nel 1987.[9]
Lo stesso anno, Steel approdò alla Columbia Pictures, che le aveva precedentemente offerto la carica di presidente,[11] divenendo così la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente di una delle grandi case di produzione cinematografica (major) hollywoodiane.[1] Tuttavia, la breve permanenza di Steel alla Columbia fu segnata da numerose perdite economiche, continuando la parabola discendente intrapresa durante la precedente presidenza di David Puttnam.[12] Nel 1989, dopo diversi tracolli finanziari dovuti anche alla perdita del sostegno da parte della società madre, la Columbia finì per essere acquisita dal colosso giapponese Sony,[13] e Steel rassegnò le sue dimissioni nel gennaio del 1990.[14]
Come produttrice indipendente
[modifica | modifica wikitesto]Lo stesso anno, fondò, tramite un contratto con la Walt Disney Company, la propria casa di produzione, chiamata Steel Pictures.[9] Per la Disney, Steel ricoprì per la prima volta il ruolo di produttrice, producendo commedie e film per famiglie come Tesoro, mi si è allargato il ragazzino, Cool Runnings - Quattro sottozero e Sister Act 2 - Più svitata che mai.[15] Nel 1993, la Pocket Books pubblicò il suo libro di memorie, They Can Kill You But They Can't Eat You, in cui Steel descriveva le proprie esperienze e difficoltà affrontate in quanto donna mentre lavorava alla Paramount e alla Columbia.[9]
Nel 1994, Steel fondò assieme al marito Charles Roven una nuova compagnia, l'Atlas Entertainment,[12] stringendo un contratto di tre anni con la Turner Pictures. Per la Atlas, produsse tra il 1995 e il 1997 film come Il tocco del male e City of Angels - La città degli angeli.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Oltre che un breve matrimonio, durato meno di un anno, nel 1975 con l'imprenditore Ronnie Rothstein, Steel ebbe una relazione con l'attore Richard Gere nel 1975 e con il regista Martin Scorsese nel 1983.[2][4] Nel 1985, sposò il produttore Charles Roven,[16] con cui rimase fino alla propria morte ed ebbe una figlia, Rebecca (n. 1987).[2][17]
Malattia e morte
[modifica | modifica wikitesto]Nell'aprile del 1996, all'età di cinquant'anni, le fu diagnosticato un tumore al cervello. Dopo una battaglia di quasi due anni contro la malattia, Steel morì il 20 dicembre 1997 a Los Angeles.[18] Il film City of Angels - La città degli angeli (1998), da lei prodotto, venne dedicato alla sua memoria.[19]
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Produttrice
[modifica | modifica wikitesto]- Tesoro, mi si è allargato il ragazzino (Honey, I Blew Up The Kid), regia di Randal Kleiser (1992)
- Cool Runnings - Quattro sottozero (Cool Runnings), regia di Jon Turteltaub (1993)
- Sister Act 2 - Più svitata che mai (Sister Act 2: Back in the Habit), regia di Bill Duke (1993)
- Angus, regia di Patrick Read Johnson (1995)
- Il tocco del male (Fallen), regia di Gregory Hoblit (1998)
- City of Angels - La città degli angeli (City of Angels), regia di Brad Silberling (1998)
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Dawn Steel, They Can Kill You But They Can't Eat You: Lessons from the Front, New York, Pocket Books, 1993, ISBN 0671738321.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) John Taylor, Bright as Dawn, Strong as Steel: The Most Powerful Woman in Hollywood, in New York, 29 maggio 1989. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ a b c d e (EN) Bernard Weinraub, Dawn Steel, Studio Chief And Producer, Dies at 51, in The New York Times, 22 dicembre 1997. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Elaine Dutka, Dawn Steel, 1st Female Studio Chief, Dies at 51, in Los Angeles Times, 22 dicembre 1997. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ a b c d e (EN) Kyle Smith, Dawn of An Era: Hollywood's Old Guard Deferred to Dawn Steel, in People, 12 gennaio 1998. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Dawn Steel, in Find a Grave.
- ^ a b (EN) Dawn Steel – Biography, su tcm.com, Turner Classic Movies. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Nat R. Steel – United States Public Records, su FamilySearch. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ a b c d (EN) Nina J. Easton, Tough as Steel: Columbia Pictures' President Runs Her Studio With the Style of Hollywood's Old-Time Moguls, in Los Angeles Times, 30 ottobre 1988. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ a b c d (EN) Janet Maslin, Books of The Times; Ups and Downs and Ups Of Life in Hollywood, in The New York Times, 22 settembre 1993. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Aljean Harmetz, Paramount Appoints New Production Chief, in The New York Times, 16 aprile 1985. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Lawrence Van Gelder, At the Movies: Dawn Steel to Columbia, in The New York Times, 30 ottobre 1987. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ a b (EN) Bernard F. Dick (a cura di), Columbia Pictures: Portrait of a Studio, University of Kentucky Press, 1992, p. 57, ISBN 9780813132785.
- ^ (EN) Where Coke Goes From Here, su cnn.com, 13 ottobre 1997.
- ^ (EN) Aljean Harmetz=, Dawn Steel Quits Columbia Pictures Post, in The New York Times, 9 gennaio 1990. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Bernard Weintraub, Dawn Steel Muses From the Top of Hollywood's Heap, su The New York Times, 30 agosto 1993. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Dawn L. Steel, mentioned in the record of Charles V. Roven and Dawn L. Steel, su FamilySearch. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Rebecca Steel Roven – California, Birth Index, su FamilySearch. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Dawn L. Steel – California, Death Index, su FamilySearch. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- ^ (EN) Mark Ehrman, Stars Are Out for 'Angels,' Dawn Steel, in Los Angeles Times, 10 aprile 1998. URL consultato il 7 febbraio 2015.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dawn Steel
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Dawn Steel, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Necrologio di Dawn Steel, su Eonline!.
- (EN) Biografia e filmografia di Dawn Steel [collegamento interrotto], su nytimes.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34639982 · ISNI (EN) 0000 0000 6309 6354 · LCCN (EN) n93100115 · BNE (ES) XX1386891 (data) · BNF (FR) cb13770191n (data) |
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