Casa di Orfeo

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Coordinate: 40°45′06.43″N 14°29′08.96″E / 40.751787°N 14.485821°E40.751787; 14.485821
L'atrio

La casa di Orfeo è una casa di epoca romana, sepolta durante l'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei: è così chiamata perché al suo interno si conserva un affresco raffigurante Orfeo[1].

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Così come il resto degli edifici di Pompei, anche la casa di Orfeo fu sepolta sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione vesuviana del 79; venne riportata alla luce durante gli scavi di epoca borbonica nel 1834 ed esplorata poi nuovamente nel 1874[2].

Il mosaico del cane

La casa presentava al momento dello scavo, sulle mura esterne, diverse iscrizioni elettorali, che riportavano il nome del proprietario, Vesonius Primus, a cui apparteneva anche una vicina fullonica[1]; superato l'ingresso si accede all'atrio, con impluvium in marmo e fontana e resti di stucco alle pareti, in larga parte andati perduti a seguito delle vibrazioni causate dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale[2]: in questo ambiente, tra l'apertura del tablino e del corridoio, venne anche ritrovata un'erma in marmo, raffigurante Vesonius Primus, conservata all'antiquarium di Pompei[1]. Nell'atrio fu inoltre realizzato il calco di un cane, conservato anch'esso all'antiquarium[1], rimasto intrappolato durante l'eruzione poiché legato al guinzaglio e morto soffocato: la colata di gesso, oltre alla drammaticità dell'espressione dell'animale, ha permesso di accertare la presenza di un collare in cuoio con due anelli in bronzo[2]. Intorno all'atrio si aprono diversi cubicoli, dove anche in questo caso si conservano diverse decorazioni parietali in stucco[3]: in particolare in uno è stato rinvenuto, il 23 febbraio 1875, un mosaico pavimentale raffigurante un cane, staccato e conservato al museo archeologico nazionale di Napoli; opera simile fu scoperta in una stanza attigua[4]. Segue quindi il tablino, con tracce di pavimentazione a mosaico a forme geometriche con tessere in bianco e nero[5] e poi il peristilio, formato da otto colonne stuccate e scanalate nella parte alta, disposte su due lati[6]: nel giardino, oltre ad una nicchia, all'interno della quale venne ritrovata una statuetta in bronzo rappresentante Giove con in mano un fulmine[7], si conserva, ad una parete, l'affresco che dà il nome alla casa, rinvenuto il 20 novembre 1874, l'unico con tale soggetto conservato a Pompei[1], ossia quello di Orfeo mentre suona la lira circondato da diversi animali come un leone, una pantera, un cinghiale, una lepre, diversi uccelli e anche dei medaglioni con all'interno delle figure umane[8]. Sul giardino affacciano diversi ambienti tra cui due triclini, uno con un affresco di un paesaggio, con intorno figure naturali e animali[9] e l'altro con un affresco di un paesaggio di montagna, ancora visibile al momento dello scavo, ma poi quasi del tutto scomparso a causa del cattivo stato di conservazione[10] ed una stanza, con pavimento a mosaico a motivi geometrici, che su una parete presenta un affresco tripartito con ai lati elementi architettonici ed al centro la raffigurazione di Cupido: nella stessa sala, sull'architrave, si osserva un uccello che mangia frutta[11]. La casa era dotata anche di un piano superiore, crollato a seguito dell'eruzione e di cui resta solo la base della scala d'accesso[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e De Vos, p. 209.
  2. ^ a b c Cenni sulla Casa di Orfeo, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  3. ^ Le decorazioni del cubicoli, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  4. ^ Le decorazioni di due cubicoli, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  5. ^ L'atrio ed il tablinio, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  6. ^ La pianta della Casa di Orfeo, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  7. ^ Il giardino della Casa di Orfeo, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  8. ^ L'affresco di Orfeo, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  9. ^ Il triclinio con l'affresco, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  10. ^ a b Gli ambienti intorno al giardino, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.
  11. ^ Una stanza della Casa di Orfeo, su pompeiiinpictures.com. URL consultato il 20-05-2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arnold De Vos e Mariette De Vos, Pompei, Ercolano, Stabia, Roma, Editori Laterza, 1982, ISBN non esistente.

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