È stata scavata tra il 1841 ed il 1843: in seguito fu nuovamente ricoperta e ne risulta visibile solo parte della facciata principale: al suo interno sono stati ritrovati uno scheletro umano ed una lampada in terracotta a forma di maschera della tragedia; caratteristici anche due cubicoli nei pressi dell'ingresso finemente decorati.
È stata esplorata nel triennio 1841-1843 e nuovamente seppellita: resta quindi visibile solo il muro perimetrale esterno, dove probabilmente era ubicato l'ingresso principale; è inoltre così chiamata perché al suo interno fu ritrovato un affresco che raffigurava tre satiri intenti a schiacciare dell'uva in un torchio.
Chiamata anche Casa di Ercole, è stata scavata tra il 1813 ed il 1814 e nuovamente interrata: rimane visibile solo parte di un muro perimetrale in cui è difficile individuare l'ingresso principale, che potrebbe essere confuso con le finestre, mentre tra i reperti principali ritrovati al suo interno, alcuni affreschi dipinti sulle colonne del larario raffigurante Ercole, Bacco, Eros, Mercurio e Venere