Bormida (fiume)

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Bormida
Stato{{{nazione}}}
Divisione 1Liguria, Piemonte
Lunghezza154 km
Portata media40 m³/s
Bacino idrograficooltre 3,000 km²
NasceRocca Barbena
SfociaTanaro

La Bormida (Bormia in piemontese) è un fiume del Piemonte lungo 154 Km. È subaffluente del Po e principale affluente di destra del Tanaro. Ha un bacino molto esteso (oltre 3.000 kmq) distribuito in minima parte sulle Alpi Marittime e per gran parte sull’Appennino Ligure.


Il corso del fiume

La Bormida nasce in Liguria a circa 800 m di altitudine dalla Rocca Barbena (Alpi Marittime ) con il nome di Bormida di Millesimo. Nel tratto alto scorre in una valle molto suggestiva, bagnando i centri di Bardineto e Calizzano (SV), e arricchendosi del contributo di innumerevoli rii e corsi d’acqua (da sinistra il Rio Nero, il Rio di Valle, il Rio di Vetria e il Torrente Zemola; da destra il torrente Frassino, il Rio delle Giaire, il Rio di Parasacco, il Rio di S. Giovanni e il Rio Secco) sino a giungere nei pressi di Murialdo (SV), dove entra nel parco della "Valle dei Tre Re" scorrendo incassato tra suggustive pareti rocciose. Una volta giunto presso Acquafredda frazione di Millesimo (SV) il fiume riceve il primo affluente notevole: il torrente Osiglietta, proveniente con il nome di Melogno dal Monte Settepani (1.400 m) e che, sbarrato da un'imponente diga, forma il pittoresco Lago di Osiglia. Da qui il fiume, con portata quasi raddoppiata prosegue passando sotto i cavalcavia dell’Autostrada Torino-Savona e sbarrato da una piccola diga bagna il comune di Millesimo, attraversando anche i resti di un antico ponte medievale. Da questo punto il fiume termina il suo alto corso aprendosi la strada incassato ai piedi degli aspri rilievi delle Langhe, creando suggestivi calanchi di erosione. Subito attraversa il comune di Cengio (SV), dove viene sbarrato da una piccola diga, dopodiché entra in Piemonte percorrendo con corso assai tortuoso una suggestiva valle boschiva erodendo i piedi delle colline della Langhe. Qui bagna un gran numero di centri tra i quali Saliceto, Camerana, Monesiglio, Gorzegno, Torre Bormida e Cortemilia, tutti situati in provincia di Cuneo. Giunto a Cortemilia riceve da destra il torrente Uzzone (19,2 Km e 1,5 mc/sec), un corso d’acqua importante per il suo processo auto-depurativo data l’ottima qualità delle sue acque (anche se scarse), e famoso anche per le sue piene irruente. Da qui entra per un breve tratto in provincia di Asti scorrendo nelle zone dell’Alto Monferrato bagnando i comuni di Vesime, Cessole e Bubbio. Presso Monastero Bormida (AT) il fiume viene scavalcato un antico ponte romano in parte seriamente lesionato durante l’eccezionale piena del novembre ’94. In questo tratto ha una portata media annua di circa 11,3 mc/sec. e riceve da destra il contributo di alcuni piccoli corsi d’acqua tra i quali il torrente Taborba. Continuando la sua corsa entra poi in provincia di Alessandria giungendo alla porte di Bistagno (AL) dove riceve da destra la Bormida di Spigno (9 mc/sec, da molti considerato il ramo sorgentifero orientale del fiume Bormida). Dopo questa confluenza, che avviene a 90 Km dalle sorgenti, il fiume cambia nome diventando semplicemente Bormida. La portata idrica raddoppia attestandosi ora sui 19,4 mc/sec annui mentre la valle si allarga diventando più dolce e regolare. Dopo aver bagnato Terzo (AL) e aver ricevuto da sinistra il torrente Bogliona e da destra le acque del torrente Erro (42 Km e 6 mc/sec), il fiume bagna la città di Acqui Terme (AL), lambendo i resti di un antico acquedotto romano. Presso il comune di Visone (AL) riceve da destra lo scarso apporto del torrente Visone (1,1 mc/sec) e prosegue bagnando Strevi, Rivalta Bormida e Cassine (AL) apprestandosi a lasciare i rilievi del Monferrato per entrare in pianura pesantemente arginato e scorrendo con andamento ad anse. A Sezzadio (AL), il fiume riceve da destra il piccolo torrente Stanavazzo dopodiché attravera il comune di Castellazzo Bormida (AL) dove si unisce presso il ponte della Maranzana con l' Orba (73 Km e 20,1 mc/sec), il suo principale affluente di destra, delimitando il confine tra i comuni di Castellazzo Bormida, Alessandria e Frugarolo. Da qui in poi, con una portata media nuovamente raddoppiata, il fiume lambisce la periferia sud di Alessandria imponentemente arginato dalla tangenziale di Alessandria, sino a giungere nei pressi di Pavone (AL) dove sfocia nel fiume Tanaro.

Regime Idrologico

La portata media annua della Bormida si attesta (dopo la confluenza con l’Orba) sui 40 mc/s, un valore abbastanza importante. In realtà l’andamento delle portate risente pesantemente dell'andamento delle precipitazioni tanto da classificarla come un corso d'acqua dal regime pluviale. Il fiume infatti si caratterizza per il suo carattere estremamente capriccioso (nel basso corso dopo la confluenza dell’Orba straripa praticamente con frequenza annuale), fatto di piene tumultuose e talvolta catastrofiche, che si verificano principalmente nella stagione autunnale o tardo primaverile, durante le quali il fiume può raggiungere in brevissimo tempo valori di portata prossimi ai 3.000 mc/sec. Per contro in estate subisce magre assai accentuate a causa proprio delle scarse precipitazioni e a causa dei massicci prelievi idrici effettuati sull’affluente Orba.

Inquinamento e problemi ambientali

In passato la valle di questo fiume finì al centro delle cronache italiane per i seri problemi ambientali causati da un'industria chimica situata presso Cengio (SV), che per più di un secolo ha inquinato il tratto alto del fiume in questione (il ramo di Millesimo) scaricando direttamente nelle sue acque sostanze chimiche assai tossiche (benzene , fenolo, e molti altri derivati di lavorazione del petrolio), tanto da renderlo biologicamente morto per più di una ventina di Km a valle. Nel 1994, dopo decenni di lotte da parte degli abitanti della valle, l'ndustria venne fatta chiudere dalle regioni Liguria e Piemonte tanto che da allora le condizioni generali delle acque del fiume sono migliorate notevolmente. Restano però a tutt’oggi pesanti problemi ancora da risolvere in merito alla bonifica del sito dove sorge ancora la ex fabbrica. L’intera area infatti è una vera e propria “bomba ecologica” a cielo aperto: nei suoi cortili sono stoccate tonnellate di scarti di lavorazione in cosidetti “ lagoons ” (pozzi a cielo aperto), costituiti principalmente da fanghi di lavorazione essiccati estremamente tossici per la salute. Una bomba che si trova proprio a ridosso dell’alveo della Bormida, quindi palesemente a rischio alluvione in caso di piene eccezionali (vedi novembre ’94) e che, considerato proprio il carattere irrequieto dello stesso fiume non appare un evento così da scongiurare. Oltre a ciò, i terreni sui quali poggia l’intero ex-stabilimento sono totalmente impregnati di sostanze altamente tossiche per svariati metri di profondità tanto da non escludere (nonostante siano state costruite grosse barriere in cemento sulle sponde del fiume) possibili fenomeni di inquinamento del fiume da “percolazione”. E ancora, nonostante il miglioramento di qualità delle acque superficiali, le falde acquifere profonde della Bormida a partire da Cengio e sino e oltre Acqui Terme (ben 80 Km a valle della fabbrica), parrebbero impregnate da quantitativi sconosciuti di inquinanti e metalli pesanti non facilmente rilevabili e classificabili a tal punto da rendere ancora oggi le acque del fiume non utilizzabili sia per usi agricoli che per usi potabili, nonostante siano ormai trascorsi 10 anni dalla chiusura dell'industria.

Voci correlate