Whisky giapponese

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Bottiglia di Nikka

Il whisky giapponese è una bevanda alcolica ottenuta dalla distillazione di cereali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'inizio esatto della produzione di distillati di cereali in Giappone non è noto con esattezza, tuttavia circa nel 1870 è accertato ci fossero dei distillatori amatoriali, che producevano e consumavano in proprio la bevanda, limitandosi occasionalmente alla vendita.

I primi occidentali ad assaggiare il whisky giapponese furono dei soldati dell'American Expeditionary Force Siberia ad Hakodate nel settembre 1918. I soldati riferirono di un distillato locale chiamato Queen George, reperibile in zona, che essi descrissero come del tutto simile al whisky scozzese. Tuttavia di questa marca non si hanno notizie e non è noto attualmente con certezza di cosa fosse composta, anche se difficilmente si ritiene potesse essere davvero scotch.[1]

L'introduzione della produzione industriale di whisky in Giappone si deve principalmente a Shinjirō Torii e al suo collaboratore Masataka Taketsuru. Torii era un farmacista che in seguito al successo della sua attività decise di espandere il proprio giro d'affari fondando una società (chiamata Kotobukiya e successivamente Suntory) dedicata all'importazione di liquori dall'occidente. Nel 1907 ideò anche una propria etichetta di vino liquoroso chiamata Akadama. L'iniziativa ebbe successo e Torii scelse di andare oltre, contro il parere dei suoi stessi dirigenti, iniziando a produrre localmente distillati su imitazione di quelli europei e americani. Shinjirō Torii riuscì ad imporsi sul proprio management e alla fine riuscì a costruire la prima distilleria di whisky a Yamazaki, nelle vicinanze di Kyoto, nel 1924. L'area era famosa per l'eccezionale qualità della sua acqua, al punto che il leggendario maestro del tè Sen no Rikyū decise di costruire qui la propria casa da tè.

Non avendo le competenze necessarie per avviare una produzione disciplinata Shinjirō Torii dovette cercare qualcuno che lo aiutasse e trovò la persona che cercava in Masataka Taketsuru, assumendolo come direttore della distilleria. Taketsuru aveva studiato in Scozia l'arte della preparazione dello scotch whisky ed era rientrato in Giappone nei primi anni venti. Taketsuru prese a modello il disciplinare di produzione scozzese, apportando leggere modifiche per adattarlo alle particolari differenze tra il clima ed il terreno scozzese con quello giapponese. Nel 1934 Taketsuru lasciò la Kotobukiya e si mise in proprio, fondando la Dainipponkaju (successivamente chiamata Nikka). Tuttora le due aziende fondate da Torii e Taketsuru sono i maggiori produttori giapponesi di whisky.

Distillerie[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2011, con la riapertura della distilleria Shinshu sono presenti nove distillerie su tutto il territorio giapponese.[2][3] L'elenco delle distillerie operative è il seguente:

Reputazione[modifica | modifica wikitesto]

Gamma di whisky Suntory

Per molti anni si è creduto che il whisky scozzese prodotto al di fuori della Scozia, per quanto il fabbricante si potesse impegnare nel rispettare il disciplinare, non avrebbe mai potuto essere valutato sulla stessa scala del whisky scozzese originale. Per questo fino al 2000 la produzione di whisky giapponese era per la grandissima maggioranza destinata al mercato domestico, e solo in minima parte veniva esportato. La situazione ha cominciato a cambiare nel 2001, quando il Nikka Yoichi single malt invecchiato 10 anni vinse il premio "Best of the Best" ai Whisky Magazine's awards, attirando l'attenzione degli appassionati internazionali sul prodotto del Sol levante[4].

Da allora il mercato del whisky giapponese si è espanso e i vari distillati hanno conquistato molteplici premi in varie categorie, soprattutto Suntory nei primi anni 2000 ha fatto incetta di prestigiosi premi internazionali.[5][6] Nel 2003 agli International Spirits Challenge il Suntory Yamasaki vinse la medaglia d'oro. Da allora Suntory ha continuato a vincere almeno una medaglia d'oro ogni anno fino al 2013[6].

Negli anni recenti i whisky giapponesi sono stati introdotti in alcune competizioni alla cieca, organizzate da Whisky Magazine, e in diverse occasioni i prodotti giapponesi hanno superato quelli originari scozzesi[7].

Produzione e consumo[modifica | modifica wikitesto]

Barili in legno di Mizunara (Quercia giapponese) presso la distilleria Yamazaki

La produzione di whisky giapponese segue in modo più fedele possibile il disciplinare scozzese. La distilleria di Yoichi in Hokkaidō in particolare è stata costruita su un luogo scelto appositamente perché il suo clima e il suo terreno ricordano molto quelli scozzesi.

Il whisky giapponese viene consumato nelle stesse modalità con cui si consuma quello scozzese o lo shōchū. La maggior parte viene utilizzata per la realizzazione di cocktail, soprattutto highball (ハイボール?, haibōru). Il whisky di alta qualità viene invece consumato on the rocks. In molte parti del Giappone è diffusa anche l'usanza di bere whisky con acqua calda di inverno e fredda di estate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chris Bunting, "Japanese Whisky: ‘It's Called Queen George, and It's More Bitched Up Than It's Name’," in Fritz Allhoff and Marcus P. Adams, eds., Whiskey and Philosophy: A Small Batch of Spirited Ideas (Hoboken, NJ: John Wiley & Sons, 2010), pp. 302–17.
  2. ^ Øhrbom, Thomas. "Mars Whisky The Revival 2011 Komagatake", Whisky Saga, 11 August 2014. Retrieved on 28 February 2015.
  3. ^ Active Japanese Distilleries
  4. ^ Knight, Sophie, Shimizu, Ritsuko, "Japan's whisky makers drum up global market for their drams" Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive., Reuters, 6 January 2014. Retrieved on 28 February 2015.
  5. ^ Suntory Whisky Distillery: Major Awards Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
  6. ^ a b "Suntory Whiskies Hibiki, Yamazaki, and Hakushu Brands Take Total of Nine Gold Medals at the International Spirits Challenge 2013: Eleven Years of Winning with Suntory Whisky", News Release No. 11805, June 11, 2013
  7. ^ "'Yoichi' Marked the Highest Score Among the 47 Brands in the World" Archiviato il 22 aprile 2009 in Internet Archive.. Nikka Whiskey. Accessed 22 October 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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