Casa della pesa

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Casa della pesa
Waaghaus
Prospetto principale su Piazza del Grano (sud)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàBolzano
IndirizzoPiazza del Grano
Coordinate46°29′57.88″N 11°21′18.9″E / 46.49941°N 11.35525°E46.49941; 11.35525
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXIII-XVII sec.
Stilemedievale
UsoCentro culturale Waag, uffici Euregio
Realizzazione
ProprietarioFondazione Cassa di Risparmio
Gli stemmi dell'Austria, del Tirolo e di Bolzano, come appaiono sulla facciata della Waaghaus, XVII sec.
L'insegna del centro di cultura Waag, 2020

La Waaghaus di Bolzano (detta anche Casa della pesa)[1] è uno storico edificio del capoluogo altoatesino, ubicato nel nucleo della città antica, fra i Portici (Lauben) e l’antica piazza centrale del mercato del grano (Kornplatz), e posto sotto tutela dei beni artistici dal 1977.

Esso è stato fino al 1780 la sede della pesa pubblica, dove venivano misurati e pesati cereali e liquidi secondo le antiche disposizioni mercantili. Su un arco, che collega la casa con l'adiacente edificio, le scale sono raffigurate su un affresco di Albert Stolz dell'inizio del XX secolo. Sul lato opposto, sotto i Portici, si conserva un affresco della crocifissione di Silvester Müller risalente all'inizio del XVI secolo. Dal punto di vista architettonico, il nucleo dell'edificio risale a una costruzione in stile romanico del XIII secolo, la cui muratura in pietre regolari è parzialmente visibile sulla parete esterna orientale. L'edificio ampliato e rimaneggiato in epoca rinascimentale e barocca, ha un tetto a capanna sporgente; la finestra centrale a doppio arco sulla facciata che dà sulla piazza è incorniciata da lesene angolari dipinte del XVI secolo[2]. Accanto vi sono raffigurazioni araldiche (Austria, Tirolo, Bolzano), con lo scudo austriaco e l'aquila tirolese entrambi doppiati.

Nel 1343 i conti del Tirolo (margravio Lodovico di Brandeburgo) concedettero la casa e l'ufficio pubblico ad esso collegato ai due cives Cuen weilend Frizen sun an dem Obern tor ze Bozen e a Engelein weilend Hans des Cuenen sun[3]. Dal 1368 la famiglia dei Vintler ottenne l'ufficio della pesa pubblica, dal 1580 i conti di Wolkenstein, che lo tennero fino al 1633[4]. Nello statuto mercantile di Bolzano del 1450 circa, la pesatura di merci al di fuori della rechte gesworn wag ovvero della casa della pesa, fu severamente vietata[5].

Il 1º gennaio 1855 qui fu aperta la prima filiale della Cassa di Risparmio di Bolzano, allora con il nome di Sparkasse der Stadt Bozen. Dopo un completo risanamento strutturale ed energetico effettuato negli anni 2018/19[6], dal 2020 l'edificio ospita il luogo d'incontro culturale Waag. Qui sono dislocati anche gli uffici locali dell’Euregio trentino-tirolese.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Casa della pesa, la rinascita, su altoadige.it, Alto Adige, 27 ottobre 2018. URL consultato il 16 giugno 2020.
  2. ^ Josef Weingartner, Die Kunstdenkmäler Bolzanos, Vienna-Augsburg, Hölzel, 1926, p. 145.
  3. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd – Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500 – Scritturalità e documentazione archivistica della Città di Bolzano fino al 1500, vol. 1, Bolzano, Città di Bolzano, 2005, pp. 298, n. 579, ISBN 88-901870-0-X.
  4. ^ Karl Theodor Hoeniger, Ein Häuserverzeichnis der Bozner Altstadt von 1497 (Schlern-Schriften, 92, Universitäts-Verlag Wagner, Innsbruck, 1951, p. 26, n. 59.
  5. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd – Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500 – Scritturalità e documentazione archivistica della Città di Bolzano fino al 1500, vol. 2, Bolzano, Città di Bolzano, 2008, pp. 102, n. 1031, ISBN 978-88-901870-1-8.
  6. ^ Exner, D.; Larcher, M.; Belleri, A.; Troi, A.; Haas, F., The “Waaghaus” of Bolzano: Energy efficiency, hygrothermal risk and ventilation strategy evaluation for a heritage building, in Conference Report: The 3rd International Conference on Energy Efficiency in Historic Buildings, Uppsala University, Department of Art History, 2019, ISBN 978-91-519-0838-0, pp. 135–144.

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