Albert Stolz

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Affresco di Stolz sulla facciata della locanda Weißes Rössl-Cavallino Bianco di Bolzano[1]

Albert Stolz (Bolzano, 19 novembre 1875Bolzano, 8 gennaio 1947) è stato un pittore italiano di lingua tedesca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Affresco sulla facciata del municipio di Merano eseguito negli anni 1930/31, che mostra l'edificio preesistente e i lavori costruttivi per quello nuovo

Figlio di Ignaz Stolz e fratello minore di Ignaz jr. e Rudolf, fu anch'egli pittore.[2]

Si formò all'Accademia di belle arti di Vienna[2][3]. Le sue opere ritraggono soprattutto la vita quotidiana delle persone comuni, ma non mancano opere sacre (suoi affreschi ornano la chiesa parrocchiale di Sesto[4], la Chiesa Domenicana di Lienz[3] e la cappella funebre presso il cimitero di Merano[3]) e affreschi in edifici civili (tra cui, a Bolzano la facciata della locanda Weißes Rössl-Cavallino Bianco[1] e la volta della sala al piano terra della Casa Kolping[5], a Collalbo l'affresco sull'erker di Villa Bodenegg[6] e a Merano l'affresco sulla facciata del municipio, eseguito nel 1930/31).

Durante la prima guerra mondiale servì come pittore di guerra nel battaglione bolzanino degli Standschützen di stanza a Riva del Garda[7], assieme al fratello Rudolf e di un altro pittore tirolese, Albin Egger-Lienz[3], ritraendo la vita quotidiana dei soldati[8]

All'esperienza al fronte Stolz, dedicò in seguito anche una serie di disegni umoristici[3][7]. Negli anni Trenta e Quaranta si avvicinò agli stilemi sia del fascismo sia del nazionalsocialismo, eseguendo nel 1938 un ritratto di Mussolini e illustrando nel 1940 un libro di scuola per gli optanti con immagini della Wehrmacht.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ristorante Cavallino Bianco, via Bottai 6, su provincia.bz.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  2. ^ a b Il talento dell’artista Albert Stolz possiamo scoprilo anche a Merano, su buongiornosuedtirol.it, 20 giugno 2017. URL consultato il 28 agosto 2018.
  3. ^ a b c d e Albert Stolz, su morandell.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  4. ^ Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo con cappella cimiteriale e cimitero, su provincia.bz.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  5. ^ Casa Kolping, su provincia.bz.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  6. ^ Bodenegg a Collalbo, su provincia.bz.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  7. ^ a b Contro la guerra. L'ironia di Albert Stolz (DOC), su comune.bolzano.it, Comune di Bolzano. URL consultato il 28 agosto 2018.
  8. ^ Kriegsmaler | I fratelli Stolz., su arte.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  9. ^ Kraus e Obermair, pp. 64-65, 262-263.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Die Malerbrüder Stolz. Catalogo della mostra "Die Malerbrüder Stolz" nel Museo Rudolf Stolz di Sesto Pusteria, luglio-settembre 2010, Sexten, Rudolf-Stolz-Museum, 2010 (senza ISBN)
  • Carl Kraus, Hannes Obermair (a cura di), Mythen der Diktaturen. Kunst in Faschismus und Nationalsozialismus - Miti delle dittature. Arte nel fascismo e nazionalsocialismo, Tirolo, Museo provinciale di Castel Tirolo, 2019, ISBN 978-88-95523-16-3.

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