Palazzo Pock

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Palazzo Pock
Palais Pock
La facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBolzano
IndirizzoVia della Mostra
Coordinate46°29′54.12″N 11°21′11.85″E / 46.498368°N 11.353291°E46.498368; 11.353291
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1759
Stilerococò
Usocivile
Piani4
Realizzazione
ProprietarioRiunione Adriatica di Sicurtà (RAS)
CommittenteFranz Anton Pock

Il Palazzo Pock, in tedesco Palais Pock e già Hotel Kaiserkrone, è un edificio nobiliare che sorge in Via della Mostra (Mustergasse) a Bolzano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo venne eretto nel 1759[1] in stile rococò come residenza del ricco mercante Franz Anton Pock il quale vi fece allestire anche un teatro di 200 posti[2].

Importanti personaggi vennero ospitati nella residenza, come ricordano le relative targhe commemorative poste sulla facciata di fianco il portale principale[2]: nel 1765 fu la volta del futuro imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, nel 1782 di Papa Pio VI in viaggio per Vienna per dissuadere l'imperatore dal suo Giuseppinismo. Poi nel 1820 fu ospite l'imperatore Francesco II d'Asburgo-Lorena e nel 1905 Francesco Giuseppe I d'Austria[2]

Nel 1805 il teatro del palazzo venne aperto al pubblico e inaugurato[3]. Fu il primo teatro cittadino, e polo della cultura tedesca, dove le opere italiane venivano rappresentate in lingua tedesca. Rimasto in funzione fino al 1906, quando fu dichiarato obsoleto[3].

Nel 1890 Palazzo Pock divenne sede del prestigioso albergo Kaiserkrone[4] e infine venne acquistato dalla Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS) nel 1928[2]. Ancora oggi, al pianterreno, accoglie il celebre ristorante Zur Kaiserkron[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Trentino Alto Adige, Tirolo", Guida TCI, 2000, pag. 84
  2. ^ a b c d Sito ufficiale del comune di Bolzano
  3. ^ a b Sito dell'Università Ca' Foscari di Venezia
  4. ^ Sito Boos.google.fr
  5. ^ Sito ufficiale del Zur Kaiserkron, su zurkaiserkron.com. URL consultato il 14 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2019).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]