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Piero Ginori Conti

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXI, XXII, XXIII, XXIV

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato27 dicembre 1919 –
LegislaturaXXV
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in Scienze sociali
ProfessioneImprenditore e industriale

Piero Ginori Conti, Principe di Trevignano, Conte Nobile romano, Patrizio di Firenze, Patrizio di Pisa, Nobile di Livorno (Firenze, 3 giugno 1865Firenze, 3 dicembre 1939), è stato un imprenditore e politico italiano.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Gino Ginori Conti e di Paolina Fabbri, di vecchia famiglia aristocratica fiorentina, nasce a Firenze il 3 giugno 1865. Frequenta l'Istituto Cesare Alfieri, dove consegue " con pieno plauso" la Laurea in scienze sociali il 19 agosto del 1888.[2]

Il matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1894 sposa Adriana de Larderel (1872-1925) - figlia del conte Florestano e di Marcella de Larderel - nipote di François è erede di uno tra i più cospicui patrimoni toscani. Questo evento rappresenta l'autentico momento di svolta della di Piero Ginori Conti: è infatti il crescente coinvolgimento nelle attività industriali dei de Larderel a trasformare un rampollo di nobili origini in uno dei più rilevanti imprenditori dell'industria del Novecento. Ciò che spinge Florestano de Larderel ad accettare Ginori Conti come genero è la necessità di assicurare la continuità nella gestione dell'impresa familiare in assenza di eredi maschi e il desiderio di continuare il percorso di nobilitazione familiare che aveva spinto, in precedenza, i de Larderel a legarsi con importanti casate sia francesi, come i Dufour, che italiane come i Salviati.

Il principe, rimasto vedovo nel 1925, si risposa con Odette Guillemard. Se dal primo matrimonio diventa padre di quattro maschi e due femmine, dal secondo nasce un'unica figlia femmina.[3]

L'incontro con l'industria[modifica | modifica wikitesto]

L'entrata in scena di Piero Ginori Conti nelle industrie de Larderel coincide con il periodo della cosiddetta "sindrome dei Buddenbrook" dell'impresa. Viene definito così un momento di crisi e di trapasso verso nuove e diverse forme di gestione, e solitamente coincide con la perdita del controllo familiare sull'azienda. Tuttavia Conti riesce a portare quello slancio imprenditoriale e quella capacità innovativa che permette alla famiglia dei de Larderel di detenere il controllo familiare anche sulla nuova realtà societaria costituita nel 1912 coniata come la Boracifera di Larderello. L'ingresso del giovane aristocratico fiorentino è graduale e solo nel 1904 Florestano sceglie di delegare al genero la responsabilità gestionale. Con Piero Ginori Conti arriva al vertice dell'azienda una figura imprenditoriale che possiede alcune di quelle caratteristiche distintive, tipiche di quei manager che rappresentano la soluzione vincente di un capitalismo industriale sempre più interessato a separare assetto proprietario e gestione effettiva delle imprese.[4]

L'energia elettro-termica[modifica | modifica wikitesto]

Il suo arrivo alla guida della ditta di estrazione dell'acido borico imprime una svolta all'attività degli stabilimenti che utilizzano vapore naturale per produrre energia elettrica. La sua azione si articola su due piani: il miglioramento della qualità dei prodotti, con accrescimento della produzione e diminuzione dei prezzi, e lo sfruttamento del calore prodotto dal vapore endogeno[5] dei soffioni per la produzione di energia elettrica. Il 4 luglio 1904, a Larderello, accende cinque lampadine grazie ad una dinamo azionata da un motore alternato utilizzando il vapore emesso dal sottosuolo. Questo sistema migliora fino ad arrivare nel 1916 alla distribuzione di elettricità a 2750 KW in tutta la zona circostante.[6]

Raggiunta la notorietà internazionale, Larderello riceve la visita della celebre scienziata Marie Curie durante la Prima Guerra mondiale.[7]

Il 15 gennaio 1912, la società che gestisce la prima centrale elettrica geotermica di Larderello si fonde con le due società concorrenti nella produzione di acido borico (la Eredi Durval di Monterotondo Marittimo e la A. e G. Fossi di Firenze) in una nuova ditta, la Società Boracifera di Larderello[8]. Questa ristrutturazione permette non solo di rafforzare il controllo familiare sul capitale azionario della società, ma anche di far fronte alla diminuzione dell'acido borico e alla concorrenza sempre più forte degli USA. Lo sviluppo tecnologico consente di suddividere la vicenda storica della Società Boracifera in due ben distinti periodi:

  1. - il periodo che va dalla fondazione alla metà degli anni Venti, caratterizzato dalla prevalenza delle tradizionali produzioni chimiche;
  2. - il periodo esteso nella metà dei 27 anni di storia dell'impresa vede sempre più rilevante il ruolo dell'apparato geotermico. Così, la necessità di vapore per la produzione di energia elettrica spinge alla sperimentazione di macchinari sempre più potenti, che permettono, con manovre semplici di rotazione e di perforazione di raggiungere importanti risultati circa la scoperta di "soffioni" di elevata potenza. Alla fine degli anni Venti l'azienda dispone di quattro centrali elettriche: Larderello, Castelnuovo Val di Cecina, Serrazzano, Lago Boracifero.[9]

L'evoluzione aziendale[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 marzo 1931 esplode il primo soffione dotato di una forza tale che il rumore è udito fino a Volterra e Massa Marittima, distanti 25 km. La sua portata è tale da superare i 205°C di temperatura.[10] Nel 1936, una nuova super centrale di 60 MW ad uso delle Ferrovie dello Stato entra in attività. Essa sfrutta due milioni di chili di vapore d'acqua, oltre al gas naturale (93% di anidride carbonica, 2,5% d'idrogeno solforato, 4,5% di residuo combustibile). A partire da metà degli anni Venti, Piero Ginori Conti è assistito dal primogenito Giovanni (1899-1972) - dottore in chimica, direttore generale degli stabilimenti, affida un ruolo rilevante nel settore delle perforazione - e dall'ultimogenito Federigo (1909-1975), vicedirettore generale e direttore del laboratorio di ricerca, istituito nel 1938.[11]

Le capacità innovative di Piero Ginori Conti, l'indipendenza raggiunta dalla Società boracifera Larderello circa lo sviluppo del suo programma di riorganizzazione e l'emancipazione dai due gruppi finora egemoni del sistema elettrico toscano, la Società Ligure Toscana di Elettricità e la Società Elettrica Valdarno, poi fuse nella Selt-Valdarno, portano la società di Gionri Conti a diventare "pioniera nello studio e nello sfruttamento dell'energia geotermica"[12] e spiegano il crescente interesse delle Ferrovie dello Stato per gli stabilimenti boraciferi. Le Ferrovie dello Stato sono all'inizio degli anni Trenta impegnate in programmi di elettrificazione della rete di trasporto e questo rappresenta la salvezza dal fallimento per la Boracifera di Larderello, visti i cali dei consumi privati registrati in questo periodo, conseguente alla grande crisi. Dopo la firma nel 1932 di alcuni accordi per soddisfare il fabbisogno elettrico dell'ente ferroviario, nel 1939 Gionori Conti, ormai allo stremo delle proprie forze, in conseguenza alla sempre più dipendenza dalle finanze dell'ente ferroviario, accetta che la Società Boracifera passi definitivamente nelle mani di Ferrovie dello Stato.[13] Nonostante la guerra, le ferrovie continuano ad incrementare la ricerca del vapore e della produzione d'energia elettrica, che giungerà nel 1943 ad un picco di 900GW.

L'adesione al Fascismo[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Ginori Conti/Larderel sostiene sin dall'inizio l'ascesa al potere di Benito Mussolini.

Nel 1915, si assiste a tentativi di una campagna generale a favore dello sciopero da Castelnovo a Larderello, nonostante che il "principe-padre" Piero Ginori Conti, fedele ai principi dei Larderel, si assumi la responsabilità delle mogli e dei figli degli operai partiti per il fronte. Alla fine della guerra, alla quale hanno partecipato anche i figli e la moglie (come infermiera), viene organizzato il primo sciopero in vari stabilimenti della Larderello SPA, eccetto quello di Larderello stesso: la resistenza della lega degli operai dura dal 9 maggio al 9 giugno e continua sporadicamente fino all'ottobre del 1920.

Il lavoro riprende, ma quattrocento impiegati vengono licenziati, le cure mediche non sono più gratuite e lo stipendio non viene garantito in caso di malattia. Inoltre gli operai devono d'ora in poi pagare l'affitto per i loro alloggi e soprattutto devono iscriversi al Partito Nazionale Fascista. Si assiste ad una fascistizzazione anche del paese di Larderello, fino ad arrivare, il 16 ottobre 1920, alla creazione del Decimo fascio di combattimento, primo ed unico in tutta la zona fino al 1922. Nell'ottobre dello stesso anno, molti dei dipendenti della Società boracifera di Larderello saranno presenti alla Marcia su Roma. [14]

Il fascismo in località toscane saprà mettere a profitto, con abilità, i vari gruppi già costituiti sotto l'impulso filantropico dei Larderel e del Ginori Conti : i circoli sportivi diventano ben presto Circolo dei Balilla, e vengono costituite squadre sportive in nome di una fedele accettazione delle dottrine fasciste. La fedeltà a Mussolini è tale che anche quando le Ferrovie dello Stato tecnicamente espropriano Piero Ginori Conti dalla sua stessa azienda, questo si sente in dovere di accettare la situazione e invia a Benito Mussolini un telegramma:

«Vostro nobile telegramma mi ha scosso. Il vostro elogio non poteva fare diversamente e ve ne ringrazio. La mia fede fascista et mussoliniana che mai vacilla dal 1919 non poteva che assecondare i supremi interessi dello fascista [..] eseguendo senza discussione vostre direttive appena conosciute. Confido che mia originale invenzione da me realizzata nell'attuale notevole efficienza mediante 40 anni di duro lavoro porterà sotto la illuminata guida vostra con la saggia direzione del Ministero delle comunicazioni et con il sempre maggior potenziamento che sarà per darle lo stato fascista valido contributo nella battaglia delle autarchia da voi voluta et diretta con sicura preveggenza. Potete contare su piena dedizione dei miei figli et genero testimoni delle mie fatiche et capaci di continuare mia opera con assoluta volontà e collaborazione. Raccomandandovi tutti i miei fedeli collaboratori et dipendenti che sempre considerai alla pari dei miei figli et viva il duce»
(da ACS, Segreteria particolare di S.E il Capo del Governo. Carteggio ordinario, fasc.Ginori Conti principe Piero Senatore del Regno e Larderello[15])

Attività politica[modifica | modifica wikitesto]

L'attività politica accompagna Piero Ginori Conti nei sui impegni studenteschi per la formazione tecnico-scientifica,ed in quelli imprenditoriali e gli fornisce importante credito sia in campo scientifico che culturale oltre a contribuire in modo significativo alla sua notorietà. E' più volte deputato di Volterra (1896-1919) e viene nominato senatore del Regno nel 1919. Tenuto in grande stima dal duce diventa gran croce e gran cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e, nel 1939, ministro di Stato. Questo gli valse i funerali di Stato celebrati nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, il 5 dicembre 1939. Lascia ai figli un'eredità di 15 milioni di lire di allora, in immobili e titoli mobiliari.

Il principe diviene anche rotariano nei primi anni del Rotary International in Italia e governatore dell'allora Distretto 46, nell'anno 1928-1929.[16]

Nascita di una fondazione[modifica | modifica wikitesto]

La figura di Piero Ginori Conti, imprenditore, uomo politico, cultore e promotore di iniziative in campo scientifico, si completa con gli interessi che questo coltiva nell'ultimo periodo della sua vita intorno al assai ricco patrimonio della civiltà fiorentina.

Nel 1932 diventa socio dell'Unione Intellettuale Italiana e nel corso di tutti gli anni Trenta è presidente dell'Accademia Colombaria; due prestigiose istituzioni culturali attraverso le quali può coltivare i suoi interessi storici ed eruditi.

Il desiderio di contribuire personalmente agli studi della civiltà fiorentina del Rinascimento, si traduce nella raccolta di una imponente collezione di libri e documenti antichi e successivamente nella creazione di una fondazione appositamente creata a tal fine.

La sua non comune sensibilità culturale si traduce anche in forme di mecenatismo a beneficio di alcune chiese e palazzi nei comuni di Firenze, Volterra e Bagno a Ripoli.

La fondazione tuttavia non regge alla Seconda guerra mondiale ma il cospicuo materiale accumulato in tanti anni viene donato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, al Museo nazionale del Bargello e alcuni fondi minori nati al Gabinetto Vieusseux.[17]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Gran cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di onore e devozione del Sovrano militare ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'ufficiale dell'Ordine coloniale della stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda senatore Ginori Conti Piero, su notes9.senato.it.
  2. ^ Michele Longonelli e Martina Migliorini, Piero Ginori Conti, collana Enel cultura e industria, Laterza & Figli, 2003, pp. 4-5.
  3. ^ Piero Ginori Conti, pp.6-7
  4. ^ Piero Ginori Conti, pp.10-16
  5. ^ Piero Ginori Conti, su fotovoltaicosulweb.it. URL consultato l'11 novembre 2020.
  6. ^ Giorgio Nebbia, A cento anni dalle "cinque lampadine" (PDF), su Internet archive, 22 luglio 2011. URL consultato il 27 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  7. ^ Gianni Fochi, 1918-2018: Il centenario della visita di Marie Curie a Pisa, su UNIPINEWS, 4 aprile 2018. URL consultato il 22 ottobre 2020.
  8. ^ Larderello Pomarance, su imprese.san.beniculturali.it. URL consultato l'11 novembre 2020.
  9. ^ Piero Ginori Conti, pp.44-45 e 48-49
  10. ^ Piero Ginori Conti, p.49
  11. ^ Ginori Conti GIovanni, su Internet archive, 22 luglio 2011. URL consultato il 22 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  12. ^ Piero Ginori Conti:il pioniere dell'energia geotermica.
  13. ^ Piero Ginori Conti, pp.50-51 e 62
  14. ^ Piero Ginori Conti, pp.73-99
  15. ^ Piero Ginori Conti, p.62.
    ««Vostro nobile telegramma mi ha scosso. Il vostro elogio non poteva fare diversamente e ve ne ringrazio. La mia fede fascista et mussoliniana che mai vacilla dal 1919 non poteva che assecondare i supremi interessi dello fascista [..] eseguendo senza discussione vostre direttive appena conosciute. Confido che mia originale invenzione da me realizzata nell'attuale notevole efficienza mediante 40 anni di duro lavoro porterà sotto la illuminata guida vostra con la saggia direzione del Ministero delle comunicazioni et con il sempre maggior potenziamento che sarà per darle lo stato fascista valido contributo nella battaglia delle autarchia da voi voluta et diretta con sicura preveggenza. Potete contare su piena dedizione dei miei figli et genero testimoni delle mie fatiche et capaci di continuare mia opera con assoluta volontà e collaborazione. Raccomandandovi tutti i miei fedeli collaboratori et dipendenti che sempre considerai alla pari dei miei figli et viva il duce»»
  16. ^ Piero Ginori Conti, pp.73-81
  17. ^ Piero Ginori Conti, pp.94-98

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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