Il film documenta la vita di Enzo Sicuri (1907-1988), clochard per scelta nella sua città, Parma, dopo aver trascorso un'infanzia normalissima (studente, chierichetto e componente di una corale), essersi spogliato di ogni bene dagli anni '30 e aver perfino rifiutato un'eredità.
Matto o filosofo? Lo chiamano "Màt", ma lui adora poesie, libri e musica lirica, non chiede l'elemosina e ricicla cartoni per pagarsi un piatto di minestra. Spirito libero e indipendente, il suo motto è "Nella vita si può fare a meno di tutto, tranne che dell'aria per respirare", desunto dal mentore Dante Spaggiari, incisore di metalli preziosi, filosofo anarchico e inventore di aforismi.
Una storia locale, ma anche universale, raccontata dalla voce dello stesso Sicuri, grazie all'audio inedito dell'unica intervista da lui concessa: a Giovanna Lanati, negli anni '80, su richiesta del giornalista e scrittore Tiziano Marcheselli. Ci sono poi le testimonianze di chi conobbe e frequentò Sicuri, come i titolari delle ultime botteghe del centro storico di Parma, attivi fin dal 1950-1960, il decano dei giornalisti e scrittori Giorgio Torelli, lo scultore Maurizio Zaccardi e, in un cameo vocale, il conduttore radiofonico Mauro Coruzzi, parmigiano autentico e noto ai più come Platinette.
Le foto originali sono del fotoreporter e giornalista Giovanni Ferraguti e del fotografo Mario Bonini. Tra le altre immagini, tratte dai libri Il nostro amico Enzo Sicuri di Tiziano Marcheselli e Giovanni Ferraguti (1985) e Il testamento di Sicuri di Tiziano Marcheselli (2004), anche un ritratto realizzato dal pittore Proferio Grossi.
Obiettivo dichiarato del docufilm è, oltre che ricordare Sicuri a trent'anni dalla morte, suscitare interrogativi sui valori autentici in una società sempre più dedita all'attaccamento materiale alle cose: ragionare su temi come l'ambiente, l'aria, l'accoglienza, l'accettazione del diverso o, di contro, la paura. E riflettere, magari, sul senso della vita e della libertà nel mondo contemporaneo.
Il film è stato girato dal marzo 2018 al marzo 2019 nel cuore di Parma, tra il Teatro Regio, il Duomo romanico, la chiesa gotica di San Francesco del Prato (ex carcere), l'Archivio di Stato, strada Cavour, piazze e vicoli più nascosti, antichi cortili e alcuni vecchi bar e negozi.
Produttori, ma anche sceneggiatori e registi alla loro "opera prima", sono tre giornalisti e scrittori emiliani: Francesco Dradi di Parma (1970), Fabrizio Marcheselli di Parma (1972) e Antonio Cavaciuti di Piacenza (1974), già autori di libri e centinaia di articoli sulla storia e la cronaca delle loro rispettive città dal 1990 in avanti.
Il film è stato proiettato in anteprima il 28 marzo 2019 al Cinema Astra di Parma, dove è stato replicato tre volte il 30, 31 marzo e 18 aprile 2019, per un totale di 877 biglietti. Poi è stato selezionato e proiettato in alcuni festival internazionali di cinema con sede in Italia.
Enzo "Màt" Sicuri è l'unico clochard a cui sia stato dedicato un monumento con nome e cognome in Italia, inaugurato il 31 ottobre 2004: opera dello scultore Maurizio Zaccardi nel centro storico di Parma, in piazzale della Macina.