Utente:Clarak/Sandbox

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«Ognuno può avere la sua memoria su Venezia, o un diario, ma questa è un’altra cosa. La bellezza di Venezia è in Venezia stessa, un’armonia con la natura e con il cosmo. La bellezza nell’opera dell’artista è lui che la deve creare, è attraverso di lui che deve passare l’addizione di una nuova armonia, Venezia non ci può dare la sua bellezza. Io guardo sempre Venezia da sopra e da sotto e la vivo come la cima in luce di una piramide che di fatto è sott’acqua.[1]»

Živa Kraus (Zagabria, 4 ottobre 1948) è una pittrice e gallerista croata.

Cenni biografici[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Ivo Kraus e Herma Delpin, nasce a Zagabria insieme al fratello gemello Ognjen Kraus[2], la madre Herma, medico, è stata Ministro della Salute. Durante la Seconda Guerra Mondiale la madre viene arrestata nei pressi di Lubiana, dopodiché trasferita in Italia e quindi in Svizzera dove conosce il padre, rifugiato anche lui nei pressi del Lago di Ginevra. A soli 16 anni si reca per la prima volta in viaggio da sola con il fratello Ognjen in Italia, dove matura l'esperienza dell'Europa.[3]

Studia pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Zagabria e organizza la sua prima mostra indipendente.

Poco più che ventenne, alla fine del 1971, si trasferisce a Venezia e studia nella locale Accademia di Belle Arti. Qui conosce Peggy Guggenheim che la vuole come sua assistente per la sua collezione presso la Peggy Guggenheim Collection uno dei più importanti musei italiani sull'arte europea e americana della prima metà del xx secolo. Anche Carlo Cardazzo la volle per la sua Galleria del Cavallino di Venezia.

Attività artistica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1965 partecipa al film Intima per la televisione croata (Televizija Zagreb), regia di Ante Peterlic (1936-2007), musiche di Miljenko Prohaska (1925), sceneggiatura di Mario Perusina (1934)[4], avvicinandosi giovanissima alla strumentazione che gli artisti fecero poi negli anni '70 della pellicola. «Certo film e video d'artista - come l'uso della fotografia - oggi vengono visti come esperienze tipiche di quel periodo, ma all'epoca in realtà erano portati avanti da un ridottissimo numero di artisti e di gallerie o istituzioni culturali. In Italia entra in contatto a Firenze con Art Tapes di Maria Gloria Bicocchi[5] e a Venezia con la Galleria del Cavallino dove Paolo Cardazzo, lui stesso autore di video, dà l'opportunità di lavorare con questo strumento non solo ad un gruppo di artisti locali, ma anche ad altri provenienti da più parti d'Europa oltre che dalla vicina ex-Jugoslavia: un circuito internazionale ma abbastanza ristretto e al contempo non omogeneo»[6].

Ikona Photo Gallery[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1978 è curatrice del catalogo della XXXVIII Esposizione internazionale d'Arte di Venezia (2 luglio - 15 ottobre 1978) dal titolo Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura. A seguito della clamorosa esperienza di Venezia '79. La fotografia, kermesse della fotografia mondiale organizzata dal Comune di Venezia in collaborazione con International Center of Photography di New York, a quel tempo diretto da Cornell Capa, vennero realizzate le prime esposizioni fotografiche, con un intento esaustivo d'indagine filologica. Ziva Kraus fonda a Venezia al ponte di San Moisè Ikona Photo Gallery che raccoglie e continua il processo culturale attraverso la collaborazione del Museo Fortuny, delegato a organizzare rassegne fotografiche, da quelle ottocentesche alle esperienze dell'avanguardia, per avviare anche in Italia una nuova fotografia, tra minimalismo e postmodernismo.

«Già prima di Ikona ci sono state mostre di fotografia nelle Biennali. Il mio lavoro è diverso perché dal primo giorno fino a oggi ho sempre soddisfatto il criterio del massimo valore dell’immagine, del concetto di mostra e soprattutto la continuità. Fin dalla prima mostra, già dal nome della galleria, dalla scelta degli autori, c’era la premessa che non si trattava di una festa, di uno spettacolo. Ho scelto di creare una galleria di fotografia perché non c’era niente di simile a Venezia. La galleria è uno spazio tipico per una città, una vetrina, un punto di raccordo interno/esterno, come avviene per la crescita di una persona che porta il suo sguardo all’esterno per poi esistere nell’interno. Ma a Venezia, questo fatto di vivere la città attraverso anche il dialogo con le persone non esiste.[1]»

E' stata collaboratrice e curatrice nell’ambito delle Biennali di Venezia e curatrice di mostre dedicate spesso ad artisti dell’ex Yugoslavia. Ha presentato workshop e antologie dei massimi fotografi mondiali a Venezia presso la Ikona Venezia e nella galleria Sebastian di Dubrovnik, da Gisèle Freund a Helmut Newton, da Berenice Abbott a Paolo Monti [4], da Gianni Berengo Gardin a Giorgia Fiorio). Ha organizzato eventi artistici di alto profilo a Mantova, Firenze, Parigi, Londra, New York. A Venezia con Ikona Gallery ha occupato vari spazi cittadini (ponte di San Moisé, Palazzo Fortuny, Palazzo Mocenigo, Chiesa di San Samuele, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Fondazione Querini-Stampalia, Palazzo Vendramin Calergi, ex Granai della Repubblica alle Zitelle, Magazzini del Sale) prima di stabilizzarsi nel 2003 in Campo del Ghetto Nuovo.

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

Ha curato mostre tematiche e interdisciplinari sia in Italia sia all'estero, tra cui

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nataša Jovičić, Živa Kraus - razgovor nakon posljednje zagrebačke izložbe, in Život umjetnosti 47-1990, Zegreb. [5]
  • L. Barisic - P. Cardazzo, Progetto di intervento urbano, a cura di Ziva Kraus, Venezia, Cavallino Edizioni d'Arte, 1974.
  • 19. zagrebacki salon : slikarstvo, kiparstvo, grafika, crtez, akvarel i pastel : situacija, prijedlog, tribina: Umjetnicki paviljon [i] Galerija i Studio galerije Karas [i] Salon galerije Karas, Zagreb, 8. V do 8. VI 1984. / [izbor iz tekstova Mladen Kuzmanovic ; fotografija Nino Vranic, Marija Braut, Gattin Nenad, Lusin Daniela ; urednik Melita Racki]
  • Ziva Kraus, Salon galerije Karas, Zagreb, 2.11.-20.1988. Croazia, HDLUZ, 1988.
  • P. Mainardis De Campo, Design // Piero Mainardis de Campo, Mathilde Terzuoli Marcello, catalogo della mostra, Roma Galleria Il Millennio (16 Ottobre - 6 Novembre 1980), Venezia, Ikona Gallery, 1980.
  • La Biennale di Venezia 1978: Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura. Catalogo generale, a cura di Ziva Kraus, Venezia, La Biennale di Venezia, 1978, 254 pp.
  • Ziva Kraus e Jill Lloyd, Ida Cadorin Barbarigo: opere recenti, Catalogo della mostra, Mantova Palazzo Te (3 aprile - 5 maggio 2002), Cornuda, Grafiche Antiga, 2002.
  • Riccardo Held, Ida Barbarigo: la cerchia di Saturno e la dimora di Dioniso, Catalogo della mostra, Venezia Ikona Gallery, Venezia, Ikona Gallery, 1999.
  • Ziva Kraus, John Batho. Il colore e il suo luogo, a cura di P. Costantini, C. Naggar, V. Sgarbi, Firenze, Alinari, 1987.
  • Lorenzo Casali. Traguardi, a cura di Živa Kraus e Giuliano Sergio, Catalogo della mostra, Venezia Ikona Gallery, 2008.
  • Daniele Duca. Exposed, Catalogo della mostra, Venezia Ikona Gallery, 2009.
  • Jan Fabre. Anthropology of a planet, a cura di G. Di Pietrantonio, 52. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Catalogo della mostra, Venezia Palazzo Benzon, Edizioni Linda and Guy Pieters, 2007.
  • Elio Montanari: arte fotografia Venezia, testi di Pier Giovanni Castagnoli e Italo Zannier; con la collaborazione di Ziva Kraus, (novembre 1991), Venezia, Studio d'Arte Barnabò, 1991.
  • Fotografia e danza, a cura di Ziva Kraus, Catalogo della mostra, Venezia, Comune di Venezia, 1981.
  • Ziva Kraus, Fotografie di Ikona Gallery, Catalogo della mostra, Venezia Fondazione Querini-Stampalia (1989), Venezia, 1989.
  • Ida Cadorin Barbarigo, Guardando guardando, a cura di Ziva Kraus, Catalogo della mostra, Venezia, Ikona Photo Gallery, c2001.
  • Ilija Bosilj. Magazzini del sale, a cura di Ziva Kraus, Catalogo della Mostra, Venezia Ikona Gallery(26 giugno - 9 agosto 1998), Venezia, Ikona Gallery, 1998.
  • Persona: artisti della Jugoslavia, a cura di Ziva Kraus, New York-Venice, Ikona Gallery, 1991.
  • Lisette Model fonds, The National Gallery of Canada - Library and Archives [6]
  • Videtapes del Cavallino, a cura di Dino Marangon, C/O careof, Milano, 2005. Video e dibattito intorno all'attività degli artisti che hanno lavorato con Il Cavallino: Paolo Cardazzo, Claudio Ambrosini, Guido Sartorelli, Sanja Ivekovic, Michele Sambin, Goran Trbuljak, Luigi Viola, Dalibor Martinis, Paolo Fassetta, Piccolo Sillani, Luciano Celli, Giovanni Soccol, Ziva Kraus, Alan Sonfist, Marina Abramovic, Les Levine, Anna Valeria Borsari e altri ancora.
  • Maria Gloria Bicocchi, Tra Firenze e Santa Teresa dentro le quinte dell'arte ('73/'87). Art/tapes/22, Venezia, ed. Il Cavallino, 2003.
  • Dijete - subjekt drustvenog razvoja, tekst Herma Kraus-Delpin, Emil Paravina, Zagreb: Savez drustava Nasa djeca SR Hrvatske, 1982.
  • Kraus-Delpin, Herma, Dodjela priznanja prigodom 40-godisnjice UNICEF-a, Zagreb: Zavod za zastitu majki i djece, 1987.
  • Kraus-Delpin, Herma, Veca uloga i siri zadaci Saveza drustava Nasa djec, Zagreb: Savez drustava Nasa djeca SR Hrvatske, Republicka konferencija, 1980.
  • Fotografia e Memoria/Photography and Memory, a cura di Ziva Kraus e Lorenzo Pieresca, testi di Shaul Bassi, Paola Mortara, Gadi Luzzatto Voghera. Ed. Biblioteca Archivio Renato Maestro/Ikona Gallery, Venezia, 2010.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Intervista di Loredana Bolzan in Quaderni di Insula, n. 18, a. 2004.[1]
  2. ^ Sinagoga - simbol sudbine zagrebačkih Židova, by Snješka Kneževi (in croato)
  3. ^ Intervista di Janja Franko, Globus 03/07/2009 (globus@eph.hr).
  4. ^ Intima (1965), Black and White, Jugoslavia-Televizija Zagreb [2]/
  5. ^ The history of art/tape/22
  6. ^ Film e video d’artista anni ’70, esposizione presso AR.RI.VI. - Archivio Ricerca Visiva Via Botticelli 8/a Milano (1 dicembre 2009 - 28 febbraio 2010) [3]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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