Stazione di Camposampiero
Camposampiero stazione ferroviaria | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Camposampiero, via Marconi 24 |
Coordinate | 45°34′09.21″N 11°55′42.11″E / 45.569224°N 11.928363°E |
Linee | Bassano del Grappa-Padova Calalzo-Padova |
Storia | |
Stato attuale | In uso |
Attivazione | 1877 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, passante, di diramazione |
Binari | 5 |
Gestori | Rete Ferroviaria Italiana |
Operatori | Trenitalia |
Note | categoria RFI silver |
La stazione di Camposampiero è una stazione ferroviaria posta alla confluenza delle linee Bassano del Grappa-Padova e Calalzo-Padova. Serve il centro abitato di Camposampiero.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La stazione fu aperta all'esercizio l'11 ottobre 1877 assieme alla linea Bassano-Padova costruita dalla Società Veneta per Imprese e Costruzioni pubbliche (SV) per conto di un consorzio costituito dalla province di Padova, Vicenza e Treviso[1].
L'impianto ha seguito le vicende della linee consorziali della SV: nel 1882 passò in gestione alla Società Italiana per le strade ferrate meridionali, nel 1896 tornò sotto l'egida della Veneta, mentre dopo il 1905 fu esercita dalle Ferrovie dello Stato[2].
Nel 1886, la SV costruì la diramazione per Montebelluna[3].
Negli anni 30 si aggiunse una terza linea, la Treviso-Ostiglia e in questo contesto venne costruito il nuovo edificio della stazione, attivo fino ad oggi.
Per ospitare il personale ferroviario, venne inoltre costruita una palazzina a quattro piani, tuttora esistente, all'inizio di via Marconi, in direzione del centro cittadino.
Il vecchio edificio della stazione è oggi sede e bar del circolo pensionati di Camposampiro e in parte adibito ad abitazioni.
Lungo tutto l'asse della vecchia ferrovia è in corso di realizzazione della pista ciclabile Treviso-Ostiglia. Il fine lavori è previsto per il 2022.
Operazione Vallum[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2015, durante i lavori di demolizione del cavalcaferrovia a sud dell’ospedale, è stata rinvenuta una bomba d’aereo risalente al 2° Conflitto Mondiale di fabbricazione inglese, del peso di circa 500 libbre (200 chilogrammi).
Il cavalcavia venne inaugurato il 18 novembre 1934 durante il regime[4]. Pochi anni dopo, durante gli ultimi giorni dell'anno 1944 e i primi mesi del 1945, l'area compresa fra il convento dei frati e l'ospedale, venne interessata da bombardamenti alleati, provocando numerosi morti fra i civili. Nei giorni a cavallo fra i due anni, (il 26 dicembre 1944 verso le 12:30 e nella la notte fra 30 ed il 31 gennaio 1945) i bombardamenti colpirono in particolare l'area della chiesa di San Marco nei pressi del cavalcavia, provocando la distruzione della canonica[5] e alcune abitazioni civili[6].
La bomba è stata neutralizzata il giorno 11 ottobre 2015 dagli artificieri del 2º Reggimento Genio Guastatori Alpini di Trento, nel corso di un'operazione soprannominata “Vallum”[7].
Le operazioni si sono concluse con la distruzione dell'ordigno, mediante brillamento, nella cava di Orgiano presso Vicenza.
Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]
Ad est della linea ferrata, verso il centro storico del paese si trova l'edificio viaggiatori il quale ospita una biglietteria self-service, i bagni (frequentemente chiusi a causa di ripetuti e continui atti vandalici), una piccola sala d'attesa e un bar-edicola con vendita biglietti.
Da questa struttura è possibile raggiungere tutti i binari per mezzo di un sottopassaggio pedonale che attraversa completamente la ferrovia.
La stazione è dotata di cinque binari con 3 banchine tutte coperte da pensiline e tutte accessibili per mezzo di ascensori, le due che servono i binari 2+3 e 4+5 sono ad isola e sono rialzate mentre la banchina che serve il binario 1 non è rialzata.
La stazione è stata ammodernata e adeguata agli standard SFMR nei primi anni 2000, non sono presenti però le pensiline unificate SFMR nelle banchine ma solo negli stalli per le biciclette e come pensilina per la fermata dell'autobus.
Nell'area della stazione è presente una struttura un tempo adibita a magazzino merci ferroviario, oggi dismesso. L'attuale parcheggio, antistante il magazzino merci, è stato ricavato da un'area precedentemente destinata alla movimentazione dei treni.
Locomotiva FS 835.234[modifica | modifica wikitesto]
Presso la stazione, in via Marconi è stato monumentato il loco-tender a vapore FS 835.234 appartenente al gruppo 835.
La locomotiva venne ordinata, assieme ad altre 54, (835.201-254) nel 1910, costruita dalla OM, nello stabilimento di Napoli Hawthorn Guppy, e consegnata l'anno successivo[8].
Come tutti i membri della famiglia 835, la FS 835.234 era adibita principalmente alla movimentazione del materiale rotabile nei pressi delle stazioni e dei raccordi ferroviari.
Nel 1963[9], 1965[10] e 1967[11] la locomotiva è vista in servizio presso Cremona.
Nel marzo del 1970 la locomotiva è documentata presso le Officine di Verona Porta Vescovo[12]. Nel maggio 1972 è fotografata alla testa di una fila di carri merce presso Cremona[13]. Nel 1974 viene vista in servizio presso Verona[9].
L'ultimo deposito locomotive di assegnazione è quello di Mestre dove ne scade la manutenzione OVIS (Officina Visita Interna Speciale) alla caldaia il 25 febbraio 1980[14].
La locomotiva venne concessa in uso al comune di Camposampiero dalle Ferrovie dello Stato nel 1982 e monumentata. Operazioni di restauro sono avvenute nel 2011[15].
Nei pressi del magazzino merci si trova una torre dell'acqua e una colonna idraulica a braccio mobile utilizzata per rifornire d'acqua i tender delle locomotive a vapore. Entrambe le strutture sono attualmente dismesse.
Movimento[modifica | modifica wikitesto]
La stazione è servita da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con le regioni interessate.
Servizi[modifica | modifica wikitesto]
La stazione dispone di:
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Cornolò, 2005, p. 14.
- ^ Cornolò, 2005, p. 16.
- ^ Cornolò, 2005, p. 23.
- ^ Scantamburlo, 2008, p. 106.
- ^ Scantamburlo, 2008, p. 118.
- ^ Zuanon, 2015.
- ^ BASSANO TG, 2015.
- ^ Pedrazzini, 2013, p. 108.
- ^ a b Pedrazzini, 2013, p. 50.
- ^ Pedrazzini, 2013, p. 22.
- ^ Pedrazzini, 2013, p. 91.
- ^ il PORTALE dei TRENI 1970, 2014.
- ^ il PORTALE dei TRENI 1972, 2014.
- ^ Pedrazzini, 2013, p. 118.
- ^ Levorato, 2014.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Marina Delli Colli, La Padova-Calalzo, in Voci della rotaia, Roma 1978.
- Giovanni Cornolò, La Società Veneta Ferrovie, 2ª ed., Ponte San Nicolo, Duegi Editrice, 2005. ISBN 88-900979-6-5.
- Dino Scantamburlo, Frammenti di novecento, 1ª ed., Padova, CLEUP, 2008. ISBN 978-88-6129-209-3.
- Francesco Zuanon, La Camposampiero martoriata dalle bombe, in Il Mattino di Padova, Padova, GEDI, 20 ottobre 2015. URL consultato il 4 febbraio 2022.
- Reteveneta, BASSANO TG - 12/10/2015 - BOMBA DAY, A CAMPOSAMPIERO EVACUATE 2 MILA PERSONE, su YouTube, 12 ottobre 2015. URL consultato l'8 gennaio 2022.
- Alberto Perego, 835.234 – 8.3.1974, su il PORTALE dei TRENI, 10 ottobre 2014,. URL consultato il 7 febbraio 2022.
- Bruno Cividini, 835.234 – Cremona – 14 maggio 1972, su il PORTALE dei TRENI, 27 marzo 2017,. URL consultato il 7 febbraio 2022.
- Levorato, Lavori e disagi in stazione, su ILGAZZETTINO.it, 2 novembre 2014,. URL consultato il 7 febbraio 2022.
- Claudio Pedrazzini, Le locomotive-tender Gr. 835. Le piccole, grandi locomotive da manovra delle Ferrovie dello Stato, 1ª ed., Brescia, Aldebaran, 2013.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Camposampiero