Serilophus lunatus

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Beccolargo pettoargento
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Ordine Passeriformes
Sottordine Tyranni
Famiglia Eurylaimidae
Genere Serilophus
Swainson, 1837
Specie S. lunatus
Nomenclatura binomiale
Serilophus lunatus
(Gould, 1834)

Il beccolargo pettoargento (Serilophus lunatus (Gould, 1834)) è un uccello passeriforme della famiglia degli Eurilaimidi[2]. Si tratta dell'unica specie ascritta al genere Serilophus Swainson, 1837.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del genere, Serilophus, deriva dall'unione delle parole greche Σῆρες (sí̱res, "di seta") e λοφίο (lofío, "cresta"), col significato di "cresta sericea" in riferimento alle penne erettili della testa, mentre il nome della specie deriva dal latino lūnātus, "ornato da una mezzaluna", in riferimento alla livrea di questi uccelli.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura circa 16–17 cm di lunghezza, coda compresa, per un peso di 25-25 g.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Una femmina in natura.

Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di grossa testa e becco largo e conico, vagamente simili a dei piccoli fringillidi.
La livrea è bruno-rossiccio su reni e codione, mentre nuca e spalle sono grigio-bluastre e le ali presentano remiganti nero-bluastre con un'evidente banda grigio-azzurra nella parte mediana: anche la coda è nero-bluastra, con le singole penne dotate di una macchia bianca nella parte distale. La testa è grigio-biancastra, con una vistosa banda nerastra che parte dai lati del becco e passando per gli occhi si assottiglia ai lati della nuca: anche gola, petto, ventre e fianchi sono bianco-grigiastri. In questa specie è presente un certo dimorfismo sessuale nel piumaggio, con la femmina che presenta una banda argentata che percorre il petto da parte a parte. In ambedue i sessi il becco è grigio con un anello basale giallo-arancio, gli occhi sono bruno-rossicci con vistoso anello perioculare giallo, così come gialle sono le zampe.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli diurni, che vivono perlopiù da soli o in coppie, muovendosi fra la vegetazione alla ricerca di cibo, pronti a fuggire precipitosamente in caso di pericolo.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Questi uccelli sono perlopiù insettivori, nutrendosi d'insetti ed altri invertebrati, delle loro larve, oltre che di bacche e frutta matura.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La stagione riproduttiva cade generalmente fra marzo e agosto: ambo i sessi collaborano nella costruzione del nido, che è piriforme e pende dalla punta di un ramo, generalmente a oltre due metri dal suolo[3]. Al suo interno la femmina depone 2-5 uova bianche con rade screziature rossicce, che essa provvede a covare assieme al maschio per 15-18 giorni: i pulli, ciechi e implumi alla schiusa, vengono accuditi da ambedue i genitori per tre settimane circa, fino a quando sono pronti all'involo.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie occupa un areale piuttosto ampio, che va dall'India orientale alla Cina meridionale e a sud fino alla penisola malese e all'isola di Sumatra: essa occupa un range di ambienti che va dalle foreste tropicali e subtropicali più o meno umide, a pinete, querceti e foreste di bambù fino a 2000 m di quota[4]. La si osserva anche in aree antropizzate, come piantagioni, parchi e giardini alberati.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Illustrazione di una coppia di S. l. rubropygius, da alcuni considerata una specie a sé stante.

Se ne riconoscono otto sottospecie[2]:

Le varie sottospecie differiscono fra loro principalmente in base a criteri morfologici, come la taglia e l'intensità e l'estensione della colorazione bruna e grigia dorsale[4]: alcuni autori considerano la sottospecie rubropygius come una specie a sé stante, col nome di Serilophus rubropygius[5][6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Serilophus lunatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Eurylaimidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
  3. ^ Duengkae P., Khobkhet O., Kutintara U., Lauhachinda V., Breeding Biology of Silver Breasted Broadbill (Serilophus lunatus (Gould) in Hua kha kaeng wildife sanctuary, Changwat Uthai Thani), Master Thesis (the Graduate School of KU and KU library), 2014 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2014).
  4. ^ a b Murray, B., Handbook of the Birds of the World, 8: Broadbills to Tapaculos, Lynx Edicions, 2003, p. 54–81, ISBN 84-87334-50-4.
  5. ^ Avis-Ibis FES, su avis.indianbiodiversity.org. URL consultato il 21 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
  6. ^ ZipCodeZoo Archiviato il 22 marzo 2014 in Internet Archive.

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