Sebastiano Veniero (sommergibile 1919)

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Sebastiano Veniero
Descrizione generale
Tiposommergibile di media crociera
ClasseBarbarigo
Proprietà Regia Marina
CantiereFiat San Giorgio, La Spezia
Impostazione21 ottobre 1915
Varo7 luglio 1918
Entrata in servizio29 aprile 1919
Destino finaleaffondato per collisione il 26 agosto 1925
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione926,5 t
Dislocamento in emersione796,6 t
Lunghezza67 m
Larghezza5,9 m
Pescaggio3,81 m
Propulsione2 motori Diesel FIAT da 2600 CV
2 motori elettrici Ansaldo da 1300 cv complessivi
due eliche
Velocità in immersione 9,3 nodi
Velocità in emersione 16,8 nodi
Autonomiain emersione 690 miglia nautiche a 16,8 nodi
o 1850 mn a 9,3 nodi
in immersione 7 mn a 9,3 nodi
o 160 miglia nautiche a 1,6 nodi
Equipaggio4 ufficiali, 36 sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
dati tratti da www.betasom.it e[1]
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Il Sebastiano Veniero è stato un sommergibile della Regia Marina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Entrò in servizio solo nell'aprile 1919, diversi mesi dopo la fine del primo conflitto mondiale[2]. Divenne operativo solo il 21 gennaio 1921[2].

Il Veniero ebbe breve vita ed una tragica fine. Dal 1921 al 1925 fu impiegato nell'addestramento in Mar Tirreno, effettuando varie crociere addestrative al largo di Sardegna, Liguria ed Isola d'Elba[2].

Il 24 agosto 1925 salpò da Portoferraio (Isola d'Elba) con a bordo 48 uomini, tra cui 9 allievi siluristi e motoristi, al comando del capitano di fregata Paolo Vandone, per prendere parte ad un'esercitazione: si sarebbe dovuto disporre in agguato tra Capo Passero e Capo Murro di Porco[3]. Tuttavia, dopo la partenza, il sommergibile svanì nel nulla[3].

Qualche giorno dopo la sparizione si ebbero notizie di una collisione, avvenuta alle 6.45 del 26 agosto, tra il piroscafo Capena (appartenente alla Società di Navigazione Roma) ed un oggetto sommerso, al largo di Capo Passero[3].

Per ordine di Costanzo Ciano, ministro delle comunicazioni, il Capena, giunto nel frattempo a Londra, fu portato in bacino di carenaggio ed il suo scafo sottoposto ad una perizia da parte di tecnici della Regia Marina: da tale analisi risultò che la carena presentava varie ingobbature, in corrispondenza delle quali vi erano resti di bronzo del medesimo tipo impiegato nella costruzione di alcune parti del Veniero[3]. La società Roma ed il comandante della nave furono incriminati per non aver dato notizia della collisione, ma assolti, in quanto il Capena era al di fuori da aree ove la navigazione era vietata per le esercitazioni, e da bordo non era stato avvistato niente, nonostante le ottime condizioni di visibilità[3].

Verosimilmente il Veniero era venuto in affioramento, su iniziativa del comandante Vandone (nessuna manovra del genere figurava infatti negli ordini), probabilmente per consentire ai 9 allievi imbarcati di acquisire maggiore esperienza con il sommergibile; ed in quel momento, mentre si trovava poco sotto la superficie, era stato speronato dal Capena[3].

Con il Veniero scomparvero il comandante Vandone, altri 4 ufficiali, 10 sottufficiali e 33 fra sottocapi, marinai ed allievi[4].

La perdita del Veniero destò non poco stupore da parte dell'opinione pubblica italiana[3].

Noto da diverso tempo (almeno dagli anni '70) ai pescatori, il relitto del sommergibile è stato identificato nel 1993[4][5][6]. Giace a circa 6 miglia da Portopalo di Capo Passero, ad una profondità compresa tra i 49 ed i 55 metri[4][7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da Navypedia.
  2. ^ a b c Classe Barbarigo (1915) - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici
  3. ^ a b c d e f g Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, A. Mondadori editore, 1994, p. 108, ISBN 88-04-33878-4.
  4. ^ a b c Ricorre quest, su bagnonemia.com. URL consultato il 22 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2013).
  5. ^ il riconoscimento del Veniero
  6. ^ NUOVI MISTERI DAL SOMMERGIBILE AFFONDATO NEL ' 25 - Repubblica.it » Ricerca
  7. ^ Italia Sub - Relitto Sebastiano Veniero
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