Scandalo in sala. La sfida tra Potere e Cinema in Italia

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Scandalo in sala. La sfida tra Potere e Cinema in Italia
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno2014
Durata100 min
Generedocumentario
RegiaSerafino Murri e Alexandra Rosati
SoggettoSerafino Murri e Alexandra Rosati
SceneggiaturaSerafino Murri e Alexandra Rosati
Casa di produzioneIstituto Luce Cinecittà
Distribuzione in italianoIstituto Luce Cinecittà
FotografiaMario Amura
MontaggioAngelo Musciagna
Effetti specialiPaolo Tommasinii
MusicheArturo Annecchino
Interpreti e personaggi
  • Marco Bellocchio
  • Bernardo Bertolucci
  • Alberto Crespi
  • Francesca De Sapio
  • Marco Tullio Giordana
  • Wilma Labate
  • Nanni Moretti
  • Vittorio Taviani
  • Monsignor Dario E. Viganò
nel ruolo di se stessi

Scandalo in sala. La sfida tra Potere e Cinema in Italia è un film documentario del 2014 diretto da Serafino Murri e Alexandra Rosati.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

“Scandalo in sala” è il racconto di quarant'anni di storia del Paese e di “attentati” cinematografici all'immagine dell'Italia stabilita dal Potere: da Totò e Carolina di Mario Monicelli a La dolce vita di Federico Fellini fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, passando per I pugni in tasca di Marco Bellocchio, Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e Todo Modo di Elio Petri, attraverso i ricordi e lo sguardo di Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti, Wilma Labate, Marco Tullio Giordana, Vittorio Taviani e Francesca De Sapio, e l'analisi critica di Alberto Crespi e Monsignor Dario Edoardo Viganò, “Scandalo in sala” racconta la storia di alcuni dei film che si sono scontrati con il Potere istituzionale, con quello religioso e con l'opinione pubblica di un Paese lacerato da scontri sociali e trame oscure, ma anche la storia di coloro che dall'alto delle istituzioni li hanno avversati in nome della pubblica moralità: da Giulio Andreotti a Mario Scelba a personaggi che operavano nell'ombra come il magistrato-insabbiatore e piduista Carmelo Spagnuolo, fino all'avvento di Silvio Berlusconi, che invece di opporre un braccio di ferro istituzionale a un certo cinema scomodo, lo “compra” e lo diffonde con le sue televisioni fino ad annullarne gradualmente il potenziale “eversivo”. Censure, crociate giornalistiche e religiose portate avanti su fronti opposti dalle “due chiese” (come le definiva Pier Paolo Pasolini), i grandi schieramenti ideologici della DC e del PCI, e poi processi penali, sequestri, provvedimenti esemplari. Un percorso parallelo a quello di sconvolgenti eventi storici come il Sessantotto, la Strategia della tensione e gli Anni di Piombo, fino alla deriva del berlusconismo e all'era del Grande Disimpegno: quello della perdita definitiva di una dimensione comune della politica e dell'agire sociale. Una situazione sempre al limite dell'autocensura, il cui solo antidoto in direzione di un'indipendenza produttiva e ideologica sembra essere l'autarchia, come dimostra il caso di Nanni Moretti, che da regista e attore diventa anche produttore, distributore ed esercente dei suoi film: una “mosca bianca” nel panorama sempre più uniforme del cinema italiano.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Girato nel 2013 e terminato l'anno successivo, il film è uscito in DVD a dicembre 2014. È stato presentato al 61º Taormina Film Fest, il 18 giugno 2015[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ P. Armocida, Scandalo in sala, la storia segreta del cinema italiano, "Il Giornale Off", 11 gennaio 2015, http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2015/01/11/scandalo-in-sala-la-storia-segreta-del-cinema-italiano/ Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  2. ^ Ansa, 18 giugno, "Scandalo, se il cinema sfida il potere" http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2015/06/18/scandalo-se-il-cinema-sfida-il-potere_4de7162c-3212-4e63-ae78-a171fd11dbf5.html

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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