SS Forfarshire

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SS Forfarshire
acquerello contemporaneo dello SS Forfarshire, circa 1835
Descrizione generale
Tipopiroscafo a ruote
ProprietàDundee and Hull Steam Packet Company
CantiereThomas Adamson, Dundee
Impostazione1834
Varodicembre 1835
Entrata in servizio7 maggio 1836
Destino finaleaffondata per naufragio il 7 settembre 1838[1]
Caratteristiche generali
Stazza lorda450 tsl
Lunghezza40 m
Larghezza6,1 m
Propulsione3 caldaie e due macchine alternative a vapore eroganti ognuna la potenza di 90 CV (67 kW)
Velocitànodi (16,67 km/h)
Passeggeriin prima, seconda e terza classe
dati tratti da Forfarshire[2]
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Lo SS Forfarshire fu un piroscafo a ruote britannico affondato per urto contro gli scogli di un'isola dell'arcipelago delle Farne il 7 settembre 1838.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il naufragio del piroscafo Forfarshire.
William e Grace Darling a bordo di una piccola imbarcazione si dirigono verso il luogo del naufragio del piroscafo Forfarshire.

La costruzione del piroscafo a ruote SS Forfarshire fu commissionata al cantiere navale Dundee & Hull Shipping Company di Dundee, in Scozia, e la nave venne varata nel dicembre 1835, entrando in servizio il 7 maggio 1836 sulla rotta tra Kingston upon Hull e Dundee, sulla costa orientale della Gran Bretagna, come unità per il trasporto misto di merci e passeggeri. Il costo della nave fu pari a circa 20.000 sterline. Lo SS Forfarshire, oltre all'apparato propulsivo costituito da 3 caldaie e due macchine alternative a vapore, eroganti ognuna la potenza di 90 CV (67 kW), aveva un singolo fumaiolo, ed era armato a brigantino disponendo di un tre alberi per le vele.[2]

Alle 18:00 del 5 settembre 1838 lo SS Forfarshire salpò da Kingston upon Hull con un carico di ferro, stoffa, balle di cotone, e macchinari, navigando verso nord in direzione di Dundee, con a bordo 40 passeggeri e 21 membri dell'equipaggio.[3][4] La nave era stata da poco sottoposta a lavori di manutenzione sulle caldaie. Oltrepassando Flamborough Head, alle 4:00 del 6 settembre un guasto alla caldaia di tribordo che perdeva acqua costrinse i macchinisti a spegnere due fuochi, riducendo la capacità di produrre vapore, per effettuare le dovute riparazioni.[2][4] Completate le riparazioni, il viaggio proseguì ma verso sera il vento aumentò fino a diventare una burrasca, che causo una infiltrazione di acqua sopra le caldaie, cosa che causò un getto di acqua bollente dalle caldaie attraverso la stiva in modo che i fuochisti non riuscirono più a lavorare presso i fornelli delle caldaie.[2][4]

Alle 1:00 del 7 settembre entrambi i motori si fermarono, con la nave che si trovava al largo di St. Abb's Head e, nonostante fossero state issate le vele, a causa della burrasca con forti piogge e un cambio di direzione del vento da nord-est verso nord fu gradualmente sospinta verso la costa.[2][4] A questo punto, la nave cambiò rotta mettendosi contro il vento per cercare riparo dietro l'arcipelago delle Isole Farne.[2][4] Alle 3:45 del 7 settembre, quando stava per ancorare al riparo dell'Inner Farne, il piroscafo si incagliò su Big Harcar (allora localmente conosciuto come "Great Hawker"), una delle Outer Farne Islands.[3] Un gruppo di otto marinai e un passeggero (non identificato) riuscirono a calare una scialuppa di salvataggio e a lasciare la nave, venendo recuperati la mattina seguente da una goletta di passaggio diretta a Hull.[2] I restanti passeggeri e l'equipaggio rimasero a bordo, con la forza del mare che fece girare il Forfarshire rompendolo in due parti, con il cassero di poppa e le cabine dei passeggeri di prima classe che affondarono subito, mentre la prua della nave e le sue sezioni rimasero incastrate alla roccia.[2] Alcuni passeggeri riusciti ad aggrapparsi alle ringhiere e a passare la notte, per poi trasferirsi su Big Harcar, tra cui la passeggera Sarah Dawson che, sconvolta, teneva in braccio i corpi dei suoi due figli morti (James, 7 anni, e Matilda, 5).[2]

I naufraghi vennero individuati alle prime luci dell'alba da Grace Darling, figlia di William, custode del faro di Longstone, che si trovava a circa 600 iarde (550 m) dal sito del relitto.[5] Grace contò, con l'ausilio di un telescopio, 13 persone su Big Harcar, e supplicò suo padre di andare in loro soccorso, cosa che inizialmente egli rifiutò perché il mare era troppo agitato e loro due non potevano gestire la loro unica barca in tali condizioni.[6][7] Dopo una breve colazione i due partirono con il loro Northumberland coble, una barca a remi aperta costruita in clinker da 21 piedi e progettata per essere usata da un equipaggio minimo di tre robusti uomini.[5] Padre e figlia remarono per circa 1.700 iarde, principalmente al riparo di Great Harcar.[7] All'arrivo sul luogo del relitto trovarono nove sopravvissuti, e William lasciò Grace al timone mentre assisteva al trasferimento a bordo della barca di tre di membri dell'equipaggio del Forfarshire e della signora Dawson.[2][7] William, con l'aiuto di due membri dell'equipaggio portò la barca fino al faro mentre Grace confortava la signora Dawson, che a quel punto aveva perso i corpi dei suoi due figli in mare.[2] William e i due più forti membri dell'equipaggio ritornarono sul luogo del naufragio salvando i restanti quattro sopravvissuti.[5] Essi confermarono che in 13 erano riusciti a raggiungere la roccia durante la notte, ma quattro erano portati via dalle onde poco prima dell'arrivo dei soccorsi.[2] Quarantatré passeggeri e membri dell'equipaggio, compresi il capitano e sua moglie, perirono nel naufragio.[2][7]

Sia William che Grace Darling ricevettero la medaglia d'argento della Royal National Lifeboat Institution nel 1838, i primi a cui fu conferita la nuova onorificenza, e ricevettero la medaglia d'oro dalla Royal Humane Society, mentre Grace ricevutte anche le medaglie d'argento dalla Glasgow Humane Society e dalla Edinburgh and Leith Humane Society.[2] Una prima inchiesta svoltasi l'11 settembre rilevò che la nave era "naufragata a causa dei difetti alle caldaie e della colpevole negligenza del capitano Humble".[2] Una seconda inchiesta tenutasi il 1º ottobre, alla quale la compagnia di navigazione aveva avuto il tempo di inviare un suo rappresentante, indicò la burrasca come causa del naufragio.[2] Alcuni resti dello scafo in legno del Forfarshire possono essere visti a Piper Gut, a una profondità che va da 7 a 22 m (3,8-12 braccia), ma mescolati con resti di altri relitti, su un fondale marino di roccia e alghe.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Rnli.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Heritage Gateway.
  3. ^ a b Annual Register 1839, p. 138.
  4. ^ a b c d e Elmss 1841, p. 203.
  5. ^ a b c Annual Register 1839, p. 139.
  6. ^ Elmss 1841, p. 204.
  7. ^ a b c d Elmss 1841, p. 205.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Annual Register on a View of the History and Politics of the Yarrs 1838, London, J., G. & F. Rivington, 1839.
  • (EN) Peter Collings, The Illustrated Dictionary of North-East Shipwrecks, Chester-le-Street, Collings & Brodie, 1988, ISBN 0-9511681-2-6.
  • (EN) Charles Ellms, The Tragedy of the Seas; Or, Sorrow on the Ocean, Lake, and River, from Shipwreck, Plague, Fire and Famine, Philadelphia, Carey & Hart, 1841.

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