Robert Dudley, I conte di Leicester
Robert Dudley, I conte di Leicester (24 giugno 1532 – Cornbury, 4 settembre 1588), fu per lungo tempo favorito della regina Elisabetta I d'Inghilterra.
Era il figlio minore di John Dudley, duca di Northumberland, che fu giustiziato nel 1553 per avere tentato di fare salire Lady Jane Grey al trono d'Inghilterra[1], e di Jane Dudley, duchessa di Northumberland,
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Robert Dudley fu temporaneamente imprigionato, insieme al padre e ai fratelli Guilford, John e Henry Dudley, nella Torre di Londra, e la sua permanenza coincise con quella dell'amica d'infanzia, la principessa Elizabeth Tudor, che vi era stata mandata dietro ordine della sorella maggiore, la regina Maria I d'Inghilterra. A quell'epoca Robert era già sposato con Amy Robsart.
Un documento intitolato Leycester's Commonwealth, che fu bandito in Inghilterra quando fu pubblicato in tutta Europa, ipotizza che Dudley fosse al centro di un'intricata cospirazione. Si dice che abbia avvelenato la sua prima moglie, Amy Robsart, ed il conte di Essex, per poterne sposare la vedova. Molti aristocratici di spicco iniziarono a sospettare le sue macchinazioni, viste come tentativi per salire al potere, e si unirono per contrastarlo.
La relazione con Elisabetta
[modifica | modifica wikitesto]Con l'ascesa al trono di Elisabetta, Dudley fu nominato maestro di stalla: vi erano già voci diffuse su una loro relazione. Nel 1560 la moglie di Dudley morì: fu trovata in fondo a una rampa di scale e si suppose fosse caduta. Alcuni credevano fermamente che Dudley ne avesse organizzato l'omicidio per essere libero di sposare la regina; in effetti, secondo quanto afferma una valida fonte scritta, sul cranio del cadavere della donna furono trovate due ferite profonde, l'una un centimetro, l'altra ben cinque; quest'ultima sarebbe bastata da sola a causare la morte di Amy. Diverse persone potevano essere sospettate al riguardo, tra cui Dudley, la regina Elisabetta, o magari persino qualche servitore, volenteroso di vedere un matrimonio tra Dudley e la stessa regina. Inoltre non è da escludere che si sia trattato di un incidente, poiché si dice che Amy soffrisse di un tumore al seno; esso avrebbe potuto essere causa di una cavità vuota tra le ossa del collo, il quale non avrebbe resistito all'impatto, se la testa avesse sbattuto contro una parete oppure contro gli scalini.
Per ironia della sorte la morte di Amy mise fine a qualunque ambizione Dudley avesse. Elisabetta, da un lato attenta all'opinione pubblica e dall'altro poco convinta di volere davvero un matrimonio con il figlio di John Dudley, condannato per tradimento, non diede mai modo di credere di essere seriamente intenzionata a fare del favorito suo marito.
Nel 1563 Elisabetta propose Dudley come secondo marito per la vedova Maria Stuarda, regina di Scozia, che lei sperava di neutralizzare facendole sposare un protestante. I documenti di Stato riportano che lei avesse alluso a questo matrimonio come a una ricompensa a Dudley[2] per i suoi servizi alla corona. Maria, oltraggiata dall'idea di accettare come marito il maniscalco di Elisabetta, che si diceva fosse anche suo amante, lo rifiutò. L'anno seguente Elisabetta gli concesse la contea di Leicester, rendendolo così il suo protetto ufficiale per la vita.
Una vita romantica
[modifica | modifica wikitesto]Dudley fu sempre il beniamino delle donne. Fu sospettato di avere sposato segretamente la vedova Douglas Sheffield nel 1573, sebbene non siano mai emerse testimonianze certe in tal senso, così come la legalità di qualunque contratto tra loro non è mai stata dimostrata. In seguito Dudley la lasciò per Lettice Knollys, vedova di Walter Devereux, I conte di Essex e prima cugina da parte di madre della regina Elisabetta. Lettice era figlia di Catherine Carey, figlia di Maria Bolena, sorella di Anna. A Dudley fu richiesto di sposare Lettice due volte perché il padre di lei, Francis Knollys, ricordando lo sfortunato matrimonio di Lady Sheffield, insistette per potere assistere personalmente alla cerimonia.
Il matrimonio offese oltremodo la regina, tanto che ella bandì Leicester da corte per qualche tempo e non ricevette mai la nuova Lady Leicester, da lei chiamata "la lupa". D'altro canto nessuno, se non Elisabetta, si sarebbe aspettato che la devozione di Leicester nei suoi confronti potesse portarlo a condurre un'intera vita di vedovanza dopo la morte della prima moglie.
Nel 1573 si fece notare che non solo la vedova Lady Douglas Sheffield, ma anche sua sorella nubile, Frances Howard, erano "perdutamente innamorate di lui" e che la regina "non aveva una buona opinione su di loro, tantomeno su di lui" che incoraggiava le loro attenzioni. Comunque nel 1573-74 da Lady Sheffield nacque un figlio che fu chiamato Robert Dudley.
L'unico fratello sopravvissuto di Leicester, Ambrose, non aveva figli e se non avesse messo al mondo una prole legittima il ramo della famiglia si sarebbe estinto.[3] Mantenere segreto il secondo matrimonio può essere sembrato un fatto di grande importanza, dato che Leicester non desiderava turbare la sua relazione con Elizabeth. La segretezza all'epoca del matrimonio potrebbe avere reso più semplice dichiarare in un secondo tempo l'assenza di un contratto legale, quando Leicester desiderava sposare Lady Lettice Knollys. Elizabeth stessa, sentendosi tradita nello scoprire il matrimonio con la Knollys, ricordò a Leicester le voci che lo volevano già impegnato con Lady Sheffield, che se si fossero dimostrate veritiere l'avrebbero portato a marcire nella Torre. Non sorprende dunque che egli abbia congedato gli Sheffield.
Nel XIX secolo la questione delle pretese legali dei Sidney sulle proprietà di Dudley fu sollevata quando sir John Shelly‐Sidney rivendicò i titoli di De L'Isle e Dudley, per cui non avrebbe potuto avanzare diritti se il primo Robert Dudley fosse stato onesto e schietto sulle origini del proprio figlio. La camera dei lord condusse dettagliate indagini in materia e concluse che sir John Shelley non aveva potuto stabilire con successo che il matrimonio dei genitori di Robert Dudley, Leicester e Lady Sheffield, era legale e perciò il suo diritto alla baronia non era sancito. Leicester, nonostante nutrisse affetto per il figlio, non ne riconobbe mai la paternità.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Dudley, tornato finalmente nelle grazie di Elizabeth, ottenne il comando della campagna in Olanda nel 1585 (guerra anglo-spagnola dal 1585 al 1604), culminante nella battaglia di Zutphen. Gli fu concesso il titolo di governatore generale della Repubblica delle Sette Province Unite con il trattato di Nonsuch.
Tuttavia il sostegno diretto degli inglesi si sarebbe dimostrato di poco aiuto alla rivolta. Leicester era un amministratore inefficiente, spesso in conflitto con lo statista olandese Johan van Oldenbarnevelt. Anche le sue imprese militari furono un insuccesso, culminante nella disfatta della battaglia di Zutphen, ed egli si vide costretto a tornare in Inghilterra in disgrazia.
Nel 1588, nonostante si fosse dimostrato un fallimento come condottiero militare, si ritrovò al comando delle forze inglesi di terra contro l'Invincibile Armata spagnola. Gli spagnoli non sbarcarono ed egli morì poco dopo, probabilmente a causa di un tumore allo stomaco. All'epoca della sua morte il posto di favorito della regina passò nelle mani del suo figliastro Robert Devereux, II conte d'Essex.[4]
Dudley è sepolto nella cappella Beauchamp a St. Mary, Warwick, Warwickshire, Inghilterra. Quando Lettice Knollys morì, nel 1634, fu sepolta accanto a Dudley a St. Mary. Il loro figlio, Robert Dudley, più noto come Lord Denbigh e dagli amici come noble imp, che morì all'età di cinque anni, è sepolto nella Beauchamp Chapel, di fronte ai genitori.
Residenze
[modifica | modifica wikitesto]Le principali residenze di Robert Dudley furono :
- Essex House sul famoso Strand di Londra
- Wanstead nell'Essex
- Kenilworth nel Warwickshire
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- Dorothy Vernon of Haddon Hall (1924)
- Elisabetta d'Inghilterra (Fire Over England) (1937)
- Maria di Scozia (Mary of Scotland) (1936)
- Il favorito della grande regina (The Virgin Queen) (1955)
- Kenilworth (1967) Film TV
- The Queen's Traitor (1967) Film TV
- Elisabetta Regina (1971) Miniserie TV
- Maria Stuarda, regina di Scozia (Mary, Queen of Scots) (1972)
- Roberto Devereux (1975) Film TV
- Maria Stuarda (Mary Stuart) (1982) Film TV
- Lady Jane (Lady Jane) (1986)
- Roberto Devereux (1997) Film TV
- Elizabeth (Elizabeth) (1998)
- Elizabeth (2000) Film TV
- Elizabeth I (Elizabeth I) (2005) Miniserie TV
- The Virgin Queen (2005) Miniserie TV
- Reign (2013) Serie TV
- Maria regina di Scozia (Mary Queen of Scots), regia di Josie Rourke (2018)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lady Jane era la moglie del giovane fratello di Robert, Guilford Dudley
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«... che, se dipendesse da noi, faremmo possessore ed erede del nostro regno»
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«Devi pensare sia uno strano caso che tocca la mia condizione presente molto da vicino che mi forza a essere praticamente la causa della rovina della mia famiglia»
«un rivolgimento totale dei miei cari»
- ^ Elisabetta fu sconvolta dalla perdita del suo vecchio amico e amante e si racconta che si chiuse nei suoi appartamenti per ore, se non giorni. Custodiva con amore la lettera che le aveva spedito solo pochi giorni di morire e vi scrisse sopra "La sua ultima lettera", la mise nella scatola dei tesori ed era ancora al suo posto quando morì quindici anni dopo.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- The Uncrowned Kings of England: The Black History of the Dudleys and the Tudor Throne by Derek Wilson (2004) ISBN 0-7867-1469-7
- Robert Dudley: Earl of Leicester, by Benedictine Brethren of Glendalough ISBN 1425461557
- Sweet Robin: A Biography of Robert Dudley, Earl of Leicester 1533–1588 by Derek Wilson (1981) ISBN 0-7490-0360-X
- The Lover Of Queen Elizabeth: Being The Life And Character Of Robert Dudley Earl Of Leicester 1533-1588 by Jerusha D. Richardson (May 2006) ISBN 1428612491
- Household Accounts and Disbursement Books of Robert Dudley, Earl of Leicester by Simon Adams (1995) ASIN-B000JVYOK2
- Robert Dudley, Earl of Leicester by Alan Kendall (1980) ISBN 0304304425
- Household Accounts and Disbursement Books of Robert Dudley, Earl of Leicesterby Robert Dudley, edited by Simon Adams (1996) ISBN 0521551560
- The Bear's Whelp: The Autobiography of Robert Dudley, Duke of Northumberland, Earl of Warwick and Earl of Leicester in the Holy Roman Empire by Derek Wilson (1979) ISBN 0006154751
- Life of Sir Robert Dudley by John Temple Leader (1977) ISBN 9060411226
- Correspondence of Robert Dudley by John Bruce (1968) ASIN-B000PYH1V2
- Il bastardo della regina (The Queen's Bastard) by Robin Maxwell;Data pubblicazione: 2004-Collana: Piemme pocket;ISBN 88-384-8267-5
- Il giullare della regina (The Queen's Fool) by Gregory Philippa;Editore: Sperling & Kupfer;(2006) ISBN 882004286X
- L'amante della regina vergine (The Virgin's Lover) by Philippa Gregory (2004),In Italia Editore: Sperling & Kupfer (2006) ISBN 882004045X
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Robert Dudley, I conte di Leicester
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Leicester, Robert Dudley conte di, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Leicester, Robert Dudley conte di, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Robert Dudley, earl of Leicester, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Robert Dudley, I conte di Leicester / Robert Dudley, I conte di Leicester (altra versione) / Robert Dudley, I conte di Leicester (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- Family tree of some Devereux, Dudley, Sidney members (JPG), su freepages.genealogy.rootsweb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52588603 · ISNI (EN) 0000 0000 6631 3852 · BAV 495/138579 · CERL cnp01323512 · LCCN (EN) n50048266 · GND (DE) 123115876 · BNE (ES) XX911476 (data) · BNF (FR) cb120703372 (data) · J9U (EN, HE) 987007264479305171 |
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