Onchopristis

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Onchopristis


Dente di O. numidus dalla Formazione Tegana, dei Kem Kem Beds, e ricostruzione di O. numidus

Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Chondrichthyes
Ordine † Sclerorhynchiformes
Sottordine † Sclerorhynchoidei
Famiglia † Sclerorhynchidae
Genere Onchopristis
Stromer, 1917[1]
Nomenclatura binomiale
Gigantichthys numidus
Haug, 1905
Sinonimi

Gigantichthys numidus[2]
Haug, 1905 (pre-occupato)

Specie
  • O. numidus
    (Haug, 1905)
  • O. dunklei
    McNulty & Slaugter, 1962

Onchopristis è un genere di pesci cartilaginei estinti. Visse tra il Cretaceo inferiore e il Cretaceo superiore (Albiano - Campaniano, circa 110 - 80 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Africa, Europa, Asia, Nordamerica e Nuova Zelanda.[2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Confronto tra i denti del rostro di Onchopristis con altre specie di pesce sega (O. numidus in rosso e O. dunklei in verde)

Il rostro, o muso, di Onchopristis era lungo circa 2,5 metri (8,2 piedi), ai cui lati erano posizionati innumerevoli denti. Nella specie tipo, O. numidus, ogni dente aveva un uncino sulla punta, mentre in O. dunklei erano presenti ben due uncini su ciascun dente, mentre in O. d. praecursor erano presenti da due a tre uncini.[2]

Questo animale era molto simile a un odierno pesce sega. Possedeva un lungo rostro armato di denti acuminati e uncinati, un corpo piatto e larghe pinne pettorali e pelviche. Era un animale che poteva raggiungere notevoli dimensioni: il solo rostro poteva raggiungere i tre metri, e si suppone che l'intero animale potesse raggiungere una lunghezza di 8-10 metri. I denti del rostro di Onchopristis erano differenti da quelli dell'odierno pesce sega, poiché non erano inseriti in appositi solchi ma erano invece uniti al rostro da un tessuto connettivo.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Rostro parziale e alcuni denti di O. numidus

Onchopristis è considerato un rappresentante degli sclerorinchidi (Sclerorhynchidae), un gruppo di pesci elasmobranchi dall'aspetto simile ai pesci sega, ma probabilmente non strettamente imparentati, estintisi nel Cretaceo superiore o forse nel Paleogene. Onchopristis è noto per alcune specie, molto diffuse in strati del Cretaceo medio, principalmente in numerosi giacimenti nordafricani (Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria, Niger); le due specie più note sono O. numidus e O. dunklei. Quest'ultima specie è stata ritrovata anche in Nordamerica (Minnesota, Texas), in Francia e in Nuova Zelanda, a testimoniarne un'amplissima diffusione. Dall'Africa proviene anche la meno nota O. pharao, mentre in India è nota O. indicus.

Vertebre di O. numidus

I fossili di Onchopristis vennero inizialmente descritti da Émile Haug nel 1905; lo studioso descrisse alcuni denti rostrali di un pesce sega arcaico ritrovati nella valle di Djoua in Algeria, sotto il nome di Gigantichthys numidus. Nel 1927, Ernst Stromer, studiando alcuni denti rostrali provenienti dalla formazione di Baharija in Egitto, li attribuì alla stessa forma algerina, ma ridenominò i fossili Onchopristis numidus, poiché il nome Gigantichthys era già stato utilizzato in precedenza per un pesce placoderma.

Haug, nello studio del 1905, descrisse anche alcune vertebre isolate, che denominò Platyspondylus foureaui; queste vertebre, successivamente, vennero attribuite anch'esse alla specie Onchopristis numidus (Tabaste, 1963). Nel 2009 venne infine descritto un resto parziale e articolato, comprendente il rostro dentato, la cartilagine di Meckel con alcuni denti, il sinarcuale e alcune vertebre. Questo resto, proveniente dagli strati del Kem Kem del Marocco, è molto importante, poiché i resti articolati di sclerorinchidi sono molto rari.

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Come con il moderno pesce sega, gli occhi di Onchopristis erano in cima alla testa, per individuare i predatori piuttosto che le prede, e la sua bocca e le branchie erano posti sotto il corpo.[4] Molto probabilmente il rostro possedeva degli elettrorecettori per rilevare le prede nell'acqua come i moderni squali e razze. Onchopristis nuotava lentamente sul letto dei fiumi per stanare le sue prede e stordirle con il lungo rostro prima di inghiottirle.[4]

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Onchopristis (9, in basso a sinistra) con altri animali acquatici contemporanei

Si suppone che Onchopristis fosse un grande predatore che utilizzava gli elettrosensori (probabilmente posti sul lungo rostro) per identificare le prede. È possibile che ferisse le prede grazie ai denti uncinati del rostro.[4]

Nel 1975 fu ritrovata una mascella fossile del grande dinosauro predatore Spinosaurus; incastrata all'interno era conservata una vertebra, probabilmente appartenente a un pesce del genere Onchopristis. Anche se la vertebra si fu depositata dopo la morte del dinosauro, il fossile indica che il dinosauro e il pesce vivevano probabilmente nello stesso ambiente. Vi è quindi la possibilità che il grande Spinosaurus predasse Onchopristis, almeno occasionalmente.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E. Stromer, Die Säge des Pristiden Onchopristis numidus Haug sp. und über die Sägen der Sägehaie, in Ergebnisse der Forschungsreisen Prof. E. Stromers in den Wüsten Ägyptens: Wirbeltier-Reste der Baharije-Stufe (unterstes Cenoman), Abhandlungen der Königlich Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Math.-naturwiss. Abt., N.F., vol. 28, n. 8, 1917, pp. 1–28.
  2. ^ a b c I.W. Keyes, Records of the northern hemisphere Cretaceous Sawfish genus Onchopristis (order batoidea) from New Zealand, in New Zealand Journal of Geology and Geophysics, vol. 20, n. 2, 1977, pp. 263–272, DOI:10.1080/00288306.1977.10420706.
  3. ^ (EN) Manuel Alfredo Medeiros, Rafael Matos Lindoso, Ighor Dienes Mendes e Ismar de Souza Carvalho, The Cretaceous (Cenomanian) continental record of the Laje do Coringa flagstone (Alcântara Formation), northeastern South America, in Journal of South American Earth Sciences, vol. 53, 1º agosto 2014, pp. 50–58, DOI:10.1016/j.jsames.2014.04.002, ISSN 0895-9811 (WC · ACNP).
  4. ^ a b c d C. Scott, Planet Dinosaur: The Next Generation of Killer Giants, Firefly Books, 2012, pp. 72–73, ISBN 978-1-77085-049-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dutheil, D.B., Brito, P.M., 2009. Articulated cranium of Onchopristis numidus (Sclerorhynchidae, Elasmobranchii) from the Kem Kem Beds, Morocco. In: Jalil, N.-E. (Ed.), 1st International Congress on North African Vertebrate Palaeontology, Program & Abstracts, Marrakech, 25–27 May 2009, p. 66.
  • Haug, E. Paléontologie. Documents Scientifiques de la mission saharienne (mission Foureau-Lamy). Publications de la Société de Géographie, p. 751-832
  • E. Haug. 1905. Paléontologie, p. 751-832, Documents scientifiques de la mission saharienne Foureau-Lamy "d'Alger au Congo par le Tchad". Publ. Soc. Géogr., Paris
  • E. Stromer. 1917. Ergebnisse der Forschungsreisen Prof. E. Stromers in den Wüsten Ägyptens. II. Wirbeltier-Reste der Baharije-Stufe (unterstes Cenoman). 4: Die Säge des Pristiden Onchopristis numidus Haug sp. und über die Sägen der Sägehaie. Abhandlungen der Königlich Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Math.-naturwiss. Abt., N.F., 28 (8): 28 p., 1 pl.
  • C. Arambourg. 1940. Le groupe des Ganopristinés [The group of the ganopristines]. Bulletin de la Société Géologique de France, série 5 10:127-147
  • N. Tabaste. 1963. Etude de restes de poissons du Crétacé saharien. Mém. I.F.A.N., Mélanges ichthyol., 68: 436 - 485
  • J. T. Thurmond. 1971. Cartilaginous fishes of the Trinity Group and related rocks (Lower Cretaceous) of north central Texas. Southeastern Geology 13:207-227
  • G. W. Chiplonkar and M. A. Ghare. 1977. Palaeontology of the Bagh beds - Part VI - Pisces. Publication of the Centre of Advanced Study in Geology 11:130-138
  • I. W. Keyes. 1977. Records of the northern hemisphere Cretaceous sawfish genus Onchopristis (order Batoidea) from New Zealand. Journal of Geology and Geophysics 20(2): 263-272
  • H. Cappetta. 1987. Handbook of Paleoichthyology: Chondrichthyes II Mesozoic and Cenozoic Elasmobranchii 1-193
  • G. R. Case. 2001. A new selachian fauna from the Coleraine Formation (Upper Cretaceous/Cenomanian)pf Minnesota . Palaeontographica Abteilung A 261(Lfg. 4-6): 103-112
  • M. E. Suarez and H. Cappetta. 2004. Sclerorhynchid teeth (Neoselachii, Sclerorhynchidae) from the Late Cretaceous of the Quiriquina Formatino, central Chile. Revista Geologica de Chile 31(1): 89-103
  • M. W. Caldwell, R. Holmes, G. L. Bell, Jr. and J. Wiffen. 2005. An unusual tylosaurine mosasaur from New Zealand: a new skull of Taniwhasaurus oweni (Lower Haumurian; Upper Cretaceous). Journal of Vertebrate Paleontology 25(2): 393-401
  • Dutheil, D.B., Brito, P.M., 2009. Articulated cranium of Onchopristis numidus (Sclerorhynchidae, Elasmobranchii) from the Kem Kem Beds, Morocco. In: Jalil, N.-E. (Ed.), 1st International Congress on North African Vertebrate Palaeontology, Program & Abstracts, Marrakech, 25–27 May 2009, p. 66.

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