Mu'awiya ibn Hudayj

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Muʿāwiya ibn Ḥudayj ibn Jafna al-Sakūnī al-Tujībī al-Kindī (in arabo ﻣﻌﺎﻭﻳـة ﺑﻦ ﺣﺪﻳﺞ بن جفنة ﺍﻟﺴﻜﻮﻧﻲ التجيبي الكندي?; ... – 672) è stato un Sahaba e un comandante militare musulmano.

Favorevole alla causa del terzo califfo ʿUthmān b. ʿAffān e ostile quindi ad ʿAlī b. Abī Ṭālib, partecipò alla conquista dell'Egitto e, successivamente, a quella del Nordafrica.

Appartenente al sottoclan dei B. Sakūn dei B. Tujīb, facenti parte della tribù dei Banū Kinda, prese parte alla battaglia del Yarmuk,[1] a quella di al-Qādisiyya[2] e a quella di Jalūla.[3]

Nel 654-55 prese parte a un certo numero di imprese belliche in Nordafrica e verso il 661 conquistò Biserta.

Fu tra i più accaniti avversari di Muḥammad, figlio del primo califfo Abū Bakr, destinato da ʿAlī ad assumere la guida del governatorato dell'Egitto.
Per impedirglielo, il governatore della Siria, Muʿāwiya b. Abī Sufyān, lo inviò infatti in Egitto e, quando Muḥammad fu sconfitto nel 658 nella battaglia in cui morì uno dei principali responsabili dell'assassinio di ʿUthmān, Kināna b. Bishr,[4] con la conseguente precipitosa fuga dello schieramento filo-alide, Muʿāwiya b. Ḥudayj riuscì a identificare il nascondiglio di Muḥammad stesso e, catturatolo, lo fece cucire con inaudita ferocia all'interno di una pelle d'asino, cui venne dato fuoco.[5]

Fu, secondo Ṭabarī,[6] governatore d'Egitto tra il 667 e il 670 ma, secondo Charles Pellat, a governare di fatto fu probabilmente il suo fido collaboratore e commilitone Maslama b. Mukhallad.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Walter Emil Kaegi, Muslim Expansion and Byzantine Collapse in North Africa, Cambridge University Press, 2010.
  2. ^ Ṭabarī, The History of Tabari, ed. Ehsan Yarshater, vol. XII, "The battle of al-Qādisiyyah and the conquest of Syria and Palestine: A.D. 635-637/A.H. 14-15" (trad. Y. Friedmann), Albany, NY, State University of New York Press, 1992, p. 12.
  3. ^ (Éd. Jean-Pierre Caillet e Jean-Michel Carrié), "L'Afrique vandale et byzantine", in: Revue internationale d'histoire et d'archéologie (IVe - VIIIe s.), Turnhout, Brepols, 2002, p. 282
  4. ^ Tra gli altri congiurati si possono ricordare ʿAmr ibn al-Ḥamiq al-Khuzāʿī, lo stesso figlio di Abū Bakr, due appartenenti allo stesso sotto-clan di Muʿāwiya b. Ḥudayj, Qutayra b. Fūlān al-Sakūnī e Sūdān b. Ḥumrān al-Sakūnī (che portò il colpo fatale al califfo), oltre ad al-Ghāfiqī b. Ḥarb al-ʿAkkī, che vibrò a ʿUthmān un colpo alla nuca con un'asta di ferro, facendo stramazzare il vecchio califfo in terra in un lago di sangue. Cfr. Ṭabarī, The History of al-Ṭabarī, ed. di E. Yarshater, vol. XV, "The Crisis of the Early Caliphate" (trad. di R. Stephen Humphreys), Albany, NY, State University of New York Press, 19900. pp. 215-216.
  5. ^ Cfr. Wilferd Madelung, The Succession to Muhammad, Cambridge University Press, 1997, p. 268. Sua sorella ʿĀʾisha rimase talmente sconvolta da quell'avvenimento da dichiarare la sua impossibilità psicologica di mangiare da quel momento in poi qualsiasi tipo di carne arrostita.
  6. ^ Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk (Michael Jan de Goeje ed.), II/1, 84 e 93.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a quanto indicato nel testo, si potranno utilmente leggere:

  • Lemma «Muʿāwiya ibn Ḥudaydj» (Ch. Pellat), su: The Encyclopaedia of Islam.
  • J. M. Abun-Nasr, A history of the Maghrib in the Islamic period, Cambridge, Cambridge University Press, 1987.
  • A. I. Akram, The Muslim conquest of Egypt and North Africa, Lahore (Pakistan), Ferozsons, 1977.
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