Martha Rosler

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Martha Rosler (Brooklyn, 29 luglio 1943) è un'artista, fotografa e critica d'arte statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia, gli studi e gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Sin da adolescente prese parte alle proteste contro il nucleare e a quelle in favore dei diritti civili, e allo stesso tempo si avvicinò al mondo del cinema e del teatro, in particolare apprezzando La corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, i film di Jean-Luc Godard, le produzioni del Living Theatre e le opere di Bertolt Brecht. Prese parte ai movimenti di avanguardia di East Village, dove conobbe il poeta David e l'artista Eleanor Antin e il poeta Jerome Rothenberg, che la introdussero all'arte di Fluxus, Yōko Ono e Carolee Schneemann.[1]

Si laureò in lingua inglese al Brooklyn College nel 1965, dove tar i suoi docenti vi fu Ad Reinhardt, e tre anni dopo si unì al movimento femminista della California meridionale di San Diego. Qui si avvicinò ai circoli culturali di Herbert Marcuse e di Fredric Jameson, conseguendo un Master of Fine Arts nel 1974. Dopo gli studi insegnò fotografia, cinema e media in diversi istituti, tra cui il San Francisco Art Institute, la Simon Fraser University, la Rutgers University e lo Städelschule di Francoforte sul Meno. Le sue pubblicazioni le sono valse diversi premi, come 5 National Endowment for the Arts Fellowship, due New York Foundation for the Arts Fellowship, un Anonymous Was a Woman Foundation Grant e uno United States Artists Nimoy Fellowship. I temi principali delle sue opere sono il mito della separazione tra vita pubblica e privata e il modo con cui viene portato avanti dai media di massa, nonché la veicolazione delle idee dominanti attraverso la tecnologia.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Le sue prime opere sono incentrate sul femminismo e sulla lotta pacifista contro la guerra del Vietnam. A questo periodo risalgono due serie di fotomontaggi: la prima, Body Beautiful, or Beauty Knows No Pain (1966-1972), accosta pezzi di pubblicità di prodotti femminili o domestici presi da Vanity Fair a immagini di corpi femminili prese da riviste pornografiche, mostrando come i media di massa creino i ruoli di genere. La seconda serie intitolata House Beautiful: Bringing the War Home (1967-1972) mostra scene della guerra del Vietnam prese dalla rivista Life assieme a immagini di case della classe media prese da riviste di arredamento. Questa serie fu ripresa nel 1994 in occasione della guerra del Golfo e nel 2004 e nel 2008 per le guerre in Iraq e Afghanistan.[1]

La serie fotografica The Bowery in two inadequate descriptive systems (1974-1975) affronta i problemi sociali del Bowery, un quartiere povero di Manhattan, mentre if you lived here … (1989) è una serie di tre mostre e quattro forum pubblici incentrati sui senzatetto. Come artista visuale, Rosler è stata autrice di alcune performance degli anni '70 che mostrano come i rigidi standard sociali si impongono nelle vite private delle persone, tra le quali si ricordano Semiotics of the Kitchen (1975) e Vital Statistics of a Citizen, Simply Obtained (1977). Alla Biennale di Venezia del 2003 ha eretto un'installazione per l'Utopia Station Exhibition assieme ai suoi studenti e a diverse istituzioni.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • con B. Wallis: If You Lived Here: The City in Art, Theory, and Social Activism, Discussions in Contemporary Culture (Seattle, 1991)
  • In the Place of the Public (Positions in Contemporary Art) (Ostfildern-Ruit, 1999)
  • Passionate Signals (Ostfildern-Ruit and Portchester, 2005)
  • con A. Vidler e A. Alberro: Rights of Passage: Photographs (New York, 1997)
  • Decoys and Disruptions: Selected Writings, 1975–2001 (Cambridge, MA, 2004)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Christine Filippone, Rosler, Martha, su Oxford Art Online, 2011.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN10020838 · ISNI (EN0000 0001 2120 4166 · Europeana agent/base/71108 · ULAN (EN500097623 · LCCN (ENn85823579 · GND (DE120562065 · BNE (ESXX4716594 (data) · BNF (FRcb136072941 (data) · J9U (ENHE987007447412405171 · CONOR.SI (SL157740387 · WorldCat Identities (ENlccn-n85823579