Legge dei sospetti

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Testo della Legge

La legge dei sospetti venne approvata il 17 settembre 1793, durante il Regime del Terrore, il momento culminante della prima fase della rivoluzione francese.[1] Essa segnò una netta riduzione del rispetto delle libertà individuali, sulla base di una «paranoïa révolutionnaire»[2] basata su un'ossessione per le cospirazioni e i complotti reali o immaginari.

Il 19 febbraio 1858, sotto il Secondo Impero, fu approvata dal Corpo legislativo un'analoga legge dei sospetti - ufficialmente, legge di sicurezza generale (loi de sûreté générale) - che autorizzava l'arresto, la detenzione e la deportazione senza processo di qualunque pregiudicato per reati politici commessi a partire dal 1848.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La legge fu nei fatti un decreto votato dalla Convenzione Nazionale su proposta di Merlin de Douai e di de Cambacérès e adottato, per volontà del primo, a nome del comitato di legislazione, presieduto dal secondo[3][4].

Già prima dell'approvazione, un decreto del 17 novembre 1791 dichiarava preti refrattari presunti sospetti. Allo stesso modo genitori e parenti degli émigrés, vennero cacciati, incarcerati e, a volte, uccisi dai sanculotti. Il tutto a partire dal 10 agosto 1792, giornata che segnò la cessazione del potere reale, in seguito alla sospensione del re da parte dell'assemblea legislativa, in conseguenza della fallita fuga a Varennes.

Con la legge dei sospetti venivano considerati "indiziati" e arrestati tutti coloro che erano stati nobili e i loro genitori, coloro ai quali era stato rifiutato il certificat de civisme, i funzionari destituiti, gli ufficiali sospettati di tradimento e tutti coloro che «o per la loro condotta, o per i loro rapporti, o per i propositi o gli scritti, si siano mostrati sostenitori della tirannide o del federalismo, e nemici della libertà».[5]

In pratica il decreto permetteva ai montagnardi di estendere a loro piacimento la categoria, allora già conosciuta, dei contro-rivoluzionari. Ne ebbero a soffrire, in particolare, tre larghi gruppi di persone,[6] che i montagnardi intendevano sradicare genericamente ed universalmente, senza alcuna preoccupazione per le posizioni dei singoli individui:

  • gli émigrés, ovvero quelli (in gran parte nobili) che avevano preso a rifugiarsi all'estero, sulle orme del Principe di Condé, uno dei primi ad emigrare dalla Francia sin da dopo la presa della Bastiglia;
  • in generale i nobili, dal momento che praticamente ogni famiglia vantava almeno un émigré;
  • i "preti refrattari", ovvero quei (numerosissimi) sacerdoti cattolici che non avevano prestato giuramento come imponeva loro la Costituzione civile del clero del 12 luglio 1790, una legge di stretta impronta gallicana che, in pratica, produsse uno scisma della chiesa francese da Roma.

Non solo: con il decreto, il cui contenuto venne ulteriormente indurito nel 1794, vennero anche estremamente "rilassate" le procedure giudiziarie, tanto che la sua esecuzione e gli arresti vennero affidati ai comitati di sorveglianza, piuttosto che alle normali autorità legali o di polizia.

L'11 ottobre 1793 il Comune di Parigi descrisse i caratteri che avrebbero permesso di distinguere le persone sospettate attraverso la famosa disposizione: «Coloro che non hanno fatto nulla contro la libertà, e non hanno neppure fatto nulla per essa»,[7] spesso fatta risalire, erroneamente, alla legge dei sospetti.[8]

Gli effetti che i montagnardi si ripromettevano non mancarono di manifestarsi, tanto è vero che, durante il Terrore, vennero imprigionate circa 500.000 persone, a cui si possono aggiungere le circa 300.000 ristrette nelle cosiddette "residenze vigilate".[9]

La legge dei sospetti cadde in disuso con la caduta di Robespierre, il 9 termidoro (27 luglio 1794), per poi venire definitivamente soppressa nell'ottobre del 1795.

Estratto[modifica | modifica wikitesto]

Sono giudicati sospetti a seguito dell'articolo 2:

(FR)

«Ceux qui, soit par leur conduite, soit par leurs relations, soit par leurs propos ou leurs ècrits, se sont montrés partisans de la tyrannie ou du fédéralisme et ennemis de la liberté […]. Ceux à qui il a èté refusé des certificats de civisme. Les fonctionnaires suspendus ou destitués de leurs fonctions par la Convention nationale ou ses représentants. Les nobles, les maris, les femmes, pères, mères, fils ou filles, frères ou sœurs, qui n'ont pas constamment manifesté leur attachement à la Révolution. Ceux qui ont èmigré du 1er juillet 1789 au 8 avril 1792, bien qu'ils soient rentrés en France»

(IT)

«Coloro che, o per la loro condotta, o per le loro relazioni, o per i loro propositi o i loro scritti, si siano mostrati favorevoli alla tirannide o al federalismo e nemici della libertà [...]. Coloro ai quali sia stato rifiutato il certificat de civisme. I funzionari sospesi o destituiti dalle loro funzioni dalla Convenzione Nazionale o dai suoi rappresentanti. I nobili, i mariti, le mogli, padri, madri, figli o figlie, fratelli o sorelle, che non abbiano manifestato costantemente il proprio attaccamento alla Rivoluzione. Gli emigrati dal 1º luglio 1789 all'8 aprile 1792, anche se rientrati in Francia»

La legge dei sospetti del 1858[modifica | modifica wikitesto]

Già una legge del 10 giugno 1853, dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851 che portò al potere Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (Napoleone III), prevedeva per i reati politici la pena della deportazione in una cinta fortificata. Nel 1858, a seguito dell'attentato di Felice Orsini contro Napoleone III, fu stabilita una serie di misure: la soppressione dei giornali non allineati con il regime, la divisione della Francia in cinque dipartimenti militari, ciascuno affidato a un maresciallo dell'Impero, la nomina del generale Espinasse a ministro dell'Interno e un progetto di legge di sicurezza generale, popolarmente definito legge dei sospetti.

Il generale Espinasse emanò subito un decreto di arresto per un migliaio di sospetti, ossia persone già condannate per reati politici dal 1848 al 1851. Di queste, 430 furono deportate in Algeria. Presentato il 1º febbraio 1858, il progetto di legge di sicurezza generale fu approvato il 19 febbraio con 237 voti favorevoli contro 24 contrari. Essa prevedeva pene che andavano dall'ammenda alla prigione e alla deportazione nelle colonie.

L'anno successivo fu promulgata un'amnistia. La legge dei sospetti fu abrogata nel 1870, alla caduta di Napoleone III.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La seconda fase, successiva alla caduta di Robespierre il 9 termidoro (28 luglio 1794), vide prevalere i cosiddetti termidoriani, a discapito dei montagnardi, o giacobini
  2. ^ Jean Tulard, Histoire et Dictionnaire de la Révolution française.
  3. ^ Chronologie de la vie de Merlin de Douai (1754 - 1838) Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.. Documento dell'Università di Lille III.
  4. ^ Souvenirs de la Marquise de Créqui, tome VIII, chapitre V.
  5. ^ «soit par leur conduite, soit par leur relations, soit par leur propos ou leurs ècrits, se sont montrés partisans de la tyrannie ou du fédéralisme, et ennemis de la liberté»
  6. ^ Encyclopédie Larousse du XXe siècle, article Terreur
  7. ^ «Ceux qui n'ayant rien fait contre la liberté, n'ont aussi rien fait pour elle»
  8. ^ Cliotexte, raccolta di testi sulla Rivoluzione francese, a proposito della decisione dell'11 ottobre 1793 Archiviato il 28 aprile 2009 in Internet Archive.
  9. ^ Jean Tulard. Histoire et Dictionnaire de la Révolution française.

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