Koolhoven F.K.44

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Koolhoven F.K.44
Descrizione
Tipoaereo da turismo
Equipaggio2
ProgettistaFrederick Koolhoven
CostruttoreBandiera dei Paesi Bassi Koolhoven
Data primo volo1931
Data ritiro dal servizio1933
Esemplari2
Dimensioni e pesi
Lunghezza11,00 m
Apertura alare7,85 m
Peso a vuoto580 kg
Peso max al decollo800 kg
Propulsione
Motoreun Cirrus Hermes IIB
Potenza115 CV (86 kW)
Prestazioni
Velocità max190 km/h a 3 000 m
Velocità di crociera165 km/h

dati tratti da De Nederlandse vliegtuigen[1][2]

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Il Koolhoven F.K.44 fu un aeroplano monomotore da turismo monoplano sviluppato dall'azienda aeronautica olandese Koolhoven negli anni trenta del XX secolo, e rimasto alla stadio di prototipo.[3]

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni trenta del XX secolo la Koolhoven mise in produzione un aereo da turismo che veniva realizzato[1] solo dietro specifica ordinazione.[2] Si trattava del modello F.K.44,[N 1] dotato di un propulsore Cirrus Hermes IIB da 115 CV. Il primo ordine (c/n 4401) arrivò dal signor Wehry,[4] un banchiere di Batavia, nelle Indie orientali olandesi, che poco tempo dopo lo cancellò[2] quando la costruzione dell'aereo era già iniziata.[4] Il velivolo non fu mai completato, e la sua fusoliera rimase per anni appesa alle travi della fabbrica di Waalhaven fino a quando non fu demolita.[4] Il secondo, e ultimo velivolo, fu ordinato dal direttore di una banca[4] di Rotterdam, Jacob Mees.[1]

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Aereo da turismo, monoplano, monomotore, biposto. La configurazione alare era monoplana ad ala alta, a corda costante ed avente le estremità arrotondate.[1] L'ala era collegata alla fusoliera direttamente da due coppie di montanti, rinforzati da cavi d'acciaio.[1]

L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali controventati.[3] I piani orizzontali erano posti sulla parte superiore terminale della fusoliera, ed erano staccati dal timone al fine di favorire il movimento direzionale di quest'ultimo.

Il carrello d'atterraggio era un triciclo classico, fisso a V, integrato posteriormente da un ruotino di coda.[1] Le gambe principali del carrello erano collegate nella parte superiore al longherone alare, rinforzate da cavi d'acciaio, mentre in quella inferiore alla fusoliera tramite due montanti a V fissati ai longheroni.

L'aereo era biposto dotato di una cabina di pilotaggio chiusa, posizionata sotto l'ala, circondata da montanti e cabane di rinforzo, e dotata di una grande apertura sul bordo di uscita dell'ala al fine di migliorare la visibilità verso l'alto.[1]

La propulsione era affidata ad un motore in linea Cirrus Hermes IIB,[1] a 4 cilindri invertiti raffreddati ad aria, erogante la potenza di 115 hp (87 kW) ed azionante un'elica bipala.[1]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Il secondo aereo (c/n 4402) fu completato nel 1931,[2] ed andò in volo per la prima volta con matricola temporanea[N 2] Z-2. Esso ricevette quella definitiva, PH-AJM, il 25 agosto 1931[4] e il proprietario soprannominò l'aereo "Koolmees"[N 3]

Il 27 settembre 1931 l'aereo atterrò corto sulla pista di Vught, nei Paesi Bassi, rompendo il carrello di atterraggio, scivolando d'ala e infine ribaltandosi.[4] Il pilota, il sergente della riserva A.M. Verstraate, e il suo passeggero, la signorina van Liempt, rimasero illesi.[4] L'aereo fu riparato, e nel corso del 1932 il suo proprietario lo mise a disposizione[1] dell'Aero Club di Rotterdam.[4]

L'8 giugno 1932, mentre era parcheggiato a Waalhaven, il velivolo fu colpito da un Pander EC in fase di rullaggio, rimanendo danneggiando all'estremità dell'ala destra nella collisione.[4] Nel 1933 l'aereo effettuò un atterraggio di emergenza vicino a Hengelo.[4]

Il 5 giugno dello stesso anno, mentre volava a 300 m di quota, si ruppe un cilindro del motore causando un'immediata riduzione di potenza.[4] Il pilota, C. van Nierop, effettuò un atterraggio di emergenza[1] nei pressi di Castricum,[4] ma l'aereo rimase danneggiato in modo irreparabile e fu poi demolito.[N 4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Esso veniva prodotto contemporaneamente al modello F.K.45.
  2. ^ La Fokker utilizzava la lettera X, mentre la Pander, successivamente ridenominata De Schelde, la lettera Y.
  3. ^ Si tratta della Cinciallegra, una specie di uccelli molto diffusa e comune in tutta Europa.
  4. ^ La matricola PH-AJM cancellata il 9 aprile 1934, e subito riassegnata a un de Havilland D.H.60G Moth (c/n 1100) il cui proprietario era lo stesso Jacob Mees, che lo ridenominò anch'esso "Koolmees".

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ryan K. Noppen, Blue Skies, Orange Wings. The Global Reach of Dutch Aviation in War and Peace, 1914-1945, Grand Rapids, Michigan, W.M. B. Eermands Publishang Co., 2016, ISBN 0-8028-4870-2.
  • (NL) Theo Wesselink e Thijs Postma, De Nederlandse vliegtuigen, Haarlem, Romem, 1982, ISBN 90-228-3792-0.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]