I pioppi (serie di Monet)

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I quattro alberi [W1309], 1891, 81,9 × 81,6 cm, Metropolitan Museum of Art.

I Pioppi è il titolo di una serie di ventiquattro dipinti impressionisti di Claude Monet, realizzati dall'estate all'autunno 1891 (W1291-1313, secondo la numerazione adottata da Daniel Wildenstein, nel Catalogue raisonné[1] delle opere di Claude Monet), tra la serie dei Covoni, completata nei primi mesi del 1891, e quella della Cattedrale di Rouen, iniziata nel febbraio 1892.

Dipinti direttamente sul posto, i ventiquattro quadri hanno come soggetto una fila di pioppi lungo il fiume Epte, affluente della Senna, nel comune di Limetz (oggi Limetz-Villez), a due chilometri dalla proprietà di Claude Monet a Giverny.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sotto i pioppi, effetto di sole, 1887, 74x93cm, Staatsgalerie Stuttgart.

Dopo essersi trasferito a Giverny, Monet aveva già potuto notare la silhouette alta dei pioppi, e rappresentarli sullo sfondo di alcuni dei suoi quadri o nel mezzo di un campo in una scena della famiglia in passeggiata (W1135[2]-W1136), o, più radicalmente, come motivo principale in due dipinti che preannunciano la serie del 1891 (W1155-1156[3]). È nella primavera del 1891, appena terminata la serie dei Covoni, che Monet si impegna nuovamente su un unico soggetto, la fila di pioppi che segue il corso sinuoso dell'Epte, vicino alle paludi comunali di Limetz. All'inizio dell'estate, tuttavia, egli nota che i pioppi sono stati contrassegnati per l'abbattimento, quindi va dal sindaco, e dal commerciante di legname che li ha acquistati, offrendo del denaro per rimandare l'abbattimento, finché non avrà finito i suoi dipinti, o almeno gli studi preparatori. Continuerà a dipingere in loco fino al novembre 1891, poi completerà i quadri nel suo atelier.

Influenza dell'arte giapponese[modifica | modifica wikitesto]

Hiroshige, Numazu, stampa 13, Dodicesima stazione delle Cinquantatré stazioni del Tōkaidō, 1833-34.
Hokusai, Hodogoya sulla strada di Tokaido, ultima delle Trentasei vedute del Monte Fuji, verso il 1830.

La serie dei Pioppi sembra legata al vivo interesse provato da Monet per l'arte giapponese soprattutto per l'incisione ukiyo-e, con cui aveva decorato la sua sala da pranzo a Giverny[4]. In primo luogo, il tema stesso della serie è comune sia a Monet che ad Hokusai (le Trentasei vedute del Monte Fuji, 1831-1833) ed a Hiroshige (le Cinquantatré Stazioni del Tōkaidō), che egli ammirava particolarmente. Inoltre, gli alberi che sottolineano la riva del fiume ed i tronchi sinuosi, sembrano elementi comuni, come è stato messo in evidenza dalla mostra "Monet e il Giappone", che si è tenuta presso la National Gallery of Australia a Canberra nel 2001[5].

La serie[modifica | modifica wikitesto]

Illus. Titolo Museo Città Paese Dimensioni (cm) Anno #[1]
Pioppi vicino a Giverny, tempo coperto Moa Museum Art Atami Giappone 92 × 73 1891 W1291
Pioppi al bordo dell'Epte, effetto di sera 100 × 65 1891 W1292
Fila di Pioppi Collezione privata 100 × 65 1891 W1293
Pioppi al bordo dell'Epte, effetto di sole al tramonto 100 × 65 1891 W1294
Pioppi, la calare del sole 102 × 62 1891 W1295
Pioppi sul bordo dell'Epte, crepuscolo Museum of Fine Arts Boston USA 100 × 65 1891 W1296
Pioppi sul bordo dell'Epte, autunno Collezione privata 100 × 65 1891 W1297
I Pioppi, effetto bianco e giallo Philadelphia Museum of Art Philadelphia USA 100 × 65 1891 W1298
Pioppi sul bordo dell'Epte, tempo coperto 91 × 81 1891 W1299
I Pioppi sul bordo dell'Epte Tate Modern Londra Gran Bretagna 92,4 × 73,7 1891 W1300
I Pioppi 116 × 73 1891 W1301
Effetto di vento, serie dei Pioppi Museo d'Orsay Parigi Francia 100 × 73 1891 W1302
"I tre alberi, tempo grigio" Collezione privata 92 × 73 1891 W1303
"I tre alberi, primavera" Collezione privata 92 × 73 1891 W1304
"I tre alberi, estate" The National Museum of Western Art Tokyo Giappone 92 × 73,5 1891 W1305
Tre Pioppi, effetto d'autunno Collezione privata 92 × 73 1891 W1306
I Pioppi, tre alberi rosa, autunno Philadelphia Museum of Art Philadelphia USA 93 × 74,1 1891 W1307
"I tre alberi, autunno" Collezione privata 92 × 73 1891 W1308
"I quattro alberi" Metropolitan Museum of Art New York USA 81,9 × 81,6 1891 W1309
Pioppi sul bordo dell'Epte National Gallery of Scotland Édimbourg Scozia 81,8 × 81,3 1891 W1310
I Pioppi, autunno 80 × 92 1891 W1311
Pioppi sul bordo dell'Epte, vista della palude Collezione privata 88 × 93 1891 W1312
"Pioppi, vista della palude" Fitzwilliam Museum Cambridge Gran Bretagna 90 × 93 1891 W1313

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Wildenstein 1996
  2. ^ Staatsgalerie Stuttgart (a cura di), Claude Monet, Sous les Peupliers, effet de soleil, W1135, su staatsgalerie.de. URL consultato il 22 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2010).
  3. ^ The Museum of Modern Art (a cura di), Claude Monet, Les Peupliers à Giverny, W1135, su moma.org. URL consultato il 22 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2012).
  4. ^ La collezione di stampe giapponesi è ancora conservata alla fondazione Claude Monet, a Giverny (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2012).
  5. ^ Exposition Monet and Japan de la National Gallery of Australia, 2001.. URL consultato il 3 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2012). consultato le 22-10-2011

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Marianne Alphant, Une vie dans le paysage, in Claude Monet, collana Bibliothèque Hazan, Paris, Hazan, 2010, pp. 482-503 (chapitre XXVIII, « Des meules, des peupliers »), ISBN 978-2-7541-0449-4.
  • (FR) Jean Clay, Comprendre l'impressionnisme, Paris, Chêne, 1984, pp. 84-85, ISBN 978-2-85108-342-5.
  • Marcelin Pleynet, « Claude Monet et le naturalisme », Les Modernes et la tradition, Gallimard, (ISBN 978-2-0707-1895-5)
    Sezione « Les séries et l'invention des Nymphéas », p. 103-105.
  • (FR) Daniel Wildenstein, Monet ou le triomphe de l'impressionnisme. Catalogue raisonné - Werkverzeichnis Nos. 969–1595, vol. 3, Taschen/Wildenstein Institute, 1996, ISBN 978-3-8365-2322-6.
  • (FR) Daniel Wildenstein, Monet ou le triomphe de l'impressionnisme, Cologne, Taschen, 2010, pp. 244-247 (« Les premières Meules ») e p. 273-275 (« Variations sur un thème, les Meules »), ISBN 978-3-8365-2322-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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