Hystrichophora macrophylla

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Hystrichophora macrophylla
Immagine di Hystrichophora macrophylla mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Sottotribù Erlangeinae
Genere Hystrichophora
Mattf., 1936
Specie H. macrophylla
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Vernonieae
Genere Hystrichophora
Specie H. macrophylla
Nomenclatura binomiale
Hystrichophora macrophylla
Mattf., 1936

Hystrichophora macrophylla Mattf., 1936 è una pianta angiosperma dicotiledona della famiglia delle Asteraceae. Hystrichophora macrophylla è anche l'unica specie del genere Hystrichophora Mattf., 1936.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal botanico Johannes Mattfeld (1895-1951)nella pubblicazione " Notizblatt des Botanischen Gartens und Museums zu Berlin-Dahlem. Berlin-Dahlem" ( Notizbl. Bot. Gart. Berlin-Dahlem 13: 289) del 1936.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta nella stessa pubblicazione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere sono delle erbacee con cicli biologici annuali o perenni. Spesso sulla superficie di queste piante sono presenti peli semplici, peli a “T” e anche tricomi.[5][6][7][8][9][2]

Le foglie sono disposte in modo alterno (raramente sono a spirale o opposte) oppure rosulate (a rosetta basale). Possono essere sia picciolate che sessili. La lamina in genere è intera e larga; la consistenza può essere membranacea. Le venature normalmente sono pennate. I margini sono spinulosi e dentati. La superficie inferiore è tomentosa; quella superiore è scabro-pubescente. Dimensione delle foglie: larghezza 25 cm; lunghezza 40 cm.

L'infiorescenza è formata da numerosi capolini peduncolati o subsessili spesso in formazioni globose (30 - 50 capolini) ma anche solitari. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma spesso campanulata composto da diverse squame (o brattee) disposte su 6 - 7 serie embricate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti, con forme ovate e terminanti in punte spinose e rigide, sono divise in esterne (brattee allargate) e interne (brattee erette e patenti). Il ricettacolo normalmente è sprovvisto di pagliette (ricettacolo nudo). Lunghezza dell'involucro: 9 – 10 mm.

I fiori, da 5 a 6 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, formata da un imbuto terminante in 5 lobi, è glabra. Il colore varia da blu a bianco.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere alla base sono presenti dei margini sterili; in genere sono prive di ghiandole. Il polline è del tipo triporato (con le fessure di germinazione costituite da tre pori)[12]; con polline triporato la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni ("lophato").
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con base con larghi nodi o protuberanze. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[13]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, con forme ovoidali, hanno 8 - 10 coste. Sulla superficie degli acheni sono scarsamente pubescenti o sono presenti dei peli sericei; all'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi elongati (quest'ultimi possono anche essere assenti); non è presente il tessuto fitomelanina. Il pappo è formato esternamente da circa 12 squame caduche con forme da ovate a lanceolate lunghe 0,4 - 0,9 mm; internamente si presenta con più o meno 12 squamelle lineari-lanceolate lunghe 4,5 – 5 mm e persistenti. Lunghezza dell'achenio: 3 - 3,5 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo si trovano solamente nella Tanzania. L'habitat tipico sono le aree sotto gli alberi fino a 600 metri di quota.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Erlangeinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Erlangeinae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale e meridionale (l'altro subclade africano comprende anche specie delle Hawaii) frammisti ai generi di altre sottotribù; si tratta quindi di un clade non ancora ben risolto filogeneticamente.[9]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[8]

  • le specie della sottotribù sono principalmente di origine Africana;
  • nella pubescenza sono presenti peli da asimmetrici a simmetrici a forma di "T";
  • alcune specie hanno delle foglie pennate divise in segmenti;
  • le infiorescenze in genere non sono sottese alla base da brattee fogliacee;
  • il polline varia da triporato a tricolporato;
  • gli acheni possono avere da 4 a 12 coste;
  • il pappo è cupoliforme.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[9]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[8]

  • le foglie sono per lo più raccolte in rosette basali;
  • la lamina delle foglie è allargata e tomentosa di sotto;
  • le brattee dell'involucro hanno delle punte spinose.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il XX ottobre 2021.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 169.
  9. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 443.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  13. ^ Judd 2007, pag. 523.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ Susanna et al. 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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