Giovanni Roberti di Castelvero

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Giovanni Roberti di Castelvero
NascitaTorino, 18 maggio 1883
MorteSanremo, 26 febbraio 1958
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Regia Aeronautica
SpecialitàCaccia
GradoCapitano di corvetta
Generale di brigata aerea
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1]
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Giovanni Francesco Roberti di Castelvero (Torino, 18 maggio 1883Sanremo, 26 febbraio 1958) è stato un generale e aviatore italiano, pioniere dell'Aviazione Navale negli anni dieci del XX secolo, decorato di cinque Medaglie d'argento al valor militare, e della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia nel corso della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento a Giovanni Francesco Roberti di Castelvero Castel Boglione.

Nacque a Torino il 18 maggio 1883. Arruolatosi nella Regia Marina, nel 1900 fu ammesso a frequentare l'Regia Accademia Navale di Livorno divenendo guardiamarina nel 1903.[1] Prestò servizio a bordo di varie unità navali fu promosso sottotenente di vascello, ed appassionatosi al mondo dell'aviazione conseguì il brevetto di pilota ad Aviano il 30 giugno 1911[1] volando a bordo di un velivolo Blériot XI.[N 1] In quello stesso anno prese parte ad alcuni raid sportivi, ed al "Primo circuito aereo italiano".[1] Dopo lo scoppio della guerra italo-turca fu mandato in Libia, dove svolse attività di volo eseguendo missioni di ricognizione e bombardamento contro le forze turche e libiche, venendo decorato di Medaglia d'argento al valor militare e promosso tenente di vascello nel 1912.[1] Poco prima del termine del conflitto rientrò in Patria, e per decisione del Vice ispettore dei Servizi Aeronautici Ludovico De Filippi destinato a seguire in corso di pilotaggio presso la scuola di Jean les Pins, in Francia, insieme a Manlio Ginocchio, Guido Scelsi, Giuseppe Garassini Garbarino,[2] e lo stesso De Filippi.[3] Inoltre furono acquistati tre idrovolanti Curtiss e due Borel destinati alla Scuola di aviazione della Marina di Venezia[1] costituita nell'aprile 1913.[3] Nel corso del 1914 eseguì numerose esercitazioni insieme alla Squadra navale.[1]

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, dall'idroscalo di Venezia iniziò subito le operazioni belliche contro il nemico in qualità di caposquadriglia.[1] Si distinse nel corso delle operazioni belliche, venendo decorato con altre due Medaglie d'argento al valor militare e con la Croce al merito di guerra nel 1916. Il 1 aprile 1916, insieme all'osservatore sottotenente di vascello Lionello Caffaratti su Macchi L.1 della nave portaidrovolanti Europa, ammarò con il suo idrovolante davanti a Punta Samana, vicino a Fier, e insieme ad altri tre ufficiali (i Capitani Leopoldo De Rada e Fausto Pesci e due motoristi della 13ª Squadriglia da ricognizione e combattimento) sbarcò incendiando baracche e depositi, e volgendo in fuga alcuni soldati austroungarici.[4]

Promosso capitano di corvetta per merito di guerra nel 1918, l'anno successivo fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[1] Nel 1921 fu collocato in aspettativa per infermità, e nel 1922 per riduzione dei quadri in servizio. Con la costituzione della Regia Aeronautica, il 23 marzo 1923,[1] nel settembre di quell'anno fu richiamato in servizio attivo, e trasferito alla nuova arma venendo cancellato dai ruoli della Marina il 24 gennaio 1924.[5] Raggiunse il grado di generale di brigata aerea. Si spense a Sanremo il 26 febbraio 1958.[5]

Sposò la nobile Emilia dei baroni Chantal, senza prole.[6] Gli è stato dedicato un monumento nell'odierna Castel Boglione, feudo dei suoi avi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Con sereno entusiasmo e con salda convinzione maturata nel lavoro sapiente e nella coraggiosa attività aviatoria di molti anni, fu mirabile maestro di molti giovani aviatori presso di lui comandati, ispirandoli alla costante abnegazione e addestrandoli alla fiducia e audacia con la quale essi hanno potuto conseguire i più alti e meritati successi. Alto Adriatico.[7][8]»
— Regio Decreto 17 maggio 1919[9]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con molta abilità e coraggio eseguì difficili ricognizioni in aeroplano sul campo arabo-turco malgrado il cattivo tempo ed il fuoco nemico. Bengasi, marzo 1912
— Regio Decreto 13 marzo 1913
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Prese parte con altri tre ufficiali all'ardita incursione su Punta Samana (costa albanese). Lasciati gli idrovolanti e scesi a terra, i quattro ufficiali raggiungevano risolutamente la stazione locale, la incendiavano applicando il fuoco ai casotti magazzini di munizioni, cagionandone l'esplosione. Ed ai depositi di carbone adiacente e distruggevano il pontile di accesso, mentre la forza nemica di presidio erasi data alla fuga. Compiuta l'audace operazione, raggiungevano incolumi con velivoli Valona. Costa Albanese, 1 aprile 1916
— Decreto Luogotenenziale 27 aprile 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Di pieno giorno, pilota e capo squadriglia di idrovolanti, effettuò e diresse una efficace azione di bombardamento aereo, dimostrando calma e ardimento e ritornando felicemente alla sua base, malgrado i colpi ricevuti nell'apparecchio. Trieste, 15 agosto 1916
— Decreto Luogotenenziale 27 agosto 1916
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 18 aprile 1931[10]

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Military Cross (Gran Bretagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cinquantaduesimo aviatore italiano a conseguire il brevetto di aviatore.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Alberini, Prosperini 2015, p. 453.
  2. ^ Antonellini 2008, p. 16.
  3. ^ a b Antonellini 2008, p. 17.
  4. ^ Il Cielo, rivista di aviazione e locomozione n.7, 10 aprile 1919, p. 104.
  5. ^ a b Alberini, Prosperini 2015, p. 454.
  6. ^ C. Chiaborelli, La nobile famiglia Roberti, in Rivista di storia, arte, archeologia della provincia di Alessandria, Società di Storia, Arte e Archeologia per la Provincia di Alessandria 1892-1935, Casale Monferrato, 1934.
  7. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 168.
  8. ^ [1] Quirinale - visto 11 gennaio 2019
  9. ^ F.O. Marina n.136 del 20 maggio 1919.
  10. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.187 del 14 agosto 1931, pag. 1080.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Mauro Antonellini, Salvat ubi lucet: la base idrovolanti di Porto Corsini e i suoi uomini 1915-1918, Faenza, Casanova Editore, 2008, ISBN 88-95323-15-7.
  • Mario Cobianchi, Pionieri dell'Aviazione in Italia, Roma, Editoriale Aeronautico, 1943.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • (EN) Henry Serrano Villard, Contact!: The Story of the Early Aviators, Mineola, New York, Dover Pubblications, Inc., 2002, ISBN 0-48642-327-1.
  • Giovanni Solli, Giuseppe Miraglia e gli amici della Squadriglia idrovolanti dell'isola di Sant'Andrea, Lugo, Edizioni Walberti, 2009.
Periodici
  • Otello Cavara, La nostra aviazione di mare e il miraggio di Trieste durante quattro anni di guerra, in Il Cielo, rivista di aviazione e locomozione, n. 7, Milano, Società Editoriale Italiana, 10 aprile 1919, pp. 104-105.
  • C. Chiaborelli, La nobile famiglia Roberti, in Rivista di storia, arte, archeologia della provincia di Alessandria, Alessandria, Società di Storia, Arte e Archeologia per la Provincia di Alessandria, 1892-1935, 1934.

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