Giorgio Maria Lascaris

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Giorgio Maria Lascaris, C.R.
patriarca della Chiesa cattolica
Ritratto di Giorgio Maria Lascaris
 
Incarichi ricoperti
 
Nato16 febbraio 1706 a Verona
Ordinato presbitero30 gennaio 1729
Nominato vescovo17 aprile 1741 da papa Benedetto XIV
Consacrato vescovo29 giugno 1741 dal vescovo Franciszek Antoni Kobielski
Elevato arcivescovo22 luglio 1754 da papa Benedetto XIV
Elevato patriarca20 dicembre 1762 da papa Clemente XIII
Deceduto11 dicembre 1795 (89 anni) a Roma
 

Giorgio Geronimo Maria Adalberto Lascaris (Verona, 16 febbraio 1706Roma, 11 dicembre 1795) è stato un arcivescovo cattolico e patriarca cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Proveniva da una famiglia veneziana, era figlio di Teodoro XIII, discendente della famiglia imperiale di Nicea, e della contessa Gertrude Ricci. Durante i suoi studi a Roma, si unì all'ordine dei teatini. Era consultore della Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie nella Curia romana. Nel 1738 fu nominato prefetto dei teatini di Leopoli, presto divenne residente presso la famiglia Radziwiłł a Njasviž. Su iniziativa di Michał Kazimierz Radziwiłł, ricevette nel 1741 la nomina a vescovo titolare di Zenopoli di Licia. Dopo la conferma papale fu consacrato vescovo presso la collegiata di Ołyce, dal vescovo Franciszek Antoni Kobielski.

Visitò la succursale dell'Accademia Zamość di Ołyce e poi - sotto il mandato di papa Benedetto XIV nel 1745 - fu autorizzato a visitare e riformare la stessa Accademia Zamość. Si recò sul posto con la riluttanza del clero, ma alla fine emise un decreto di riforma dell'università il 3 ottobre 1746. In questo decreto raccomandò la divisione dell'Accademia in quattro facoltà: teologia, legge, medicina e filosofia, nonché l'istituzione di classi preparatorie minori. Forniva stipendi a tredici professori di facoltà e quattro professori di classi minori. Fondò una biblioteca e una tipografia accademica. Alla fine, nessuna delle norme di Lascaris trovò attuazione, a causa della mancanza di fondi.

Dal 1744 al 1748 fu un prevosto di Tomaszów, dal 1748 un abate di Žovkva. Nel 1748 fu nominato canonico del capitolo della cattedrale di Leopoli, ruolo che mantenne fino alla sua morte. Fu il portavoce dell'unificazione del rito dell'Uniate e delle Chiese latine. Durante la sua permanenza a Roma nel 1750, esortò Benedetto XIV a pubblicare la bolla Imposito nobis (1751), in cui il papa concesse ai sacerdoti latini di celebrare in rito romano nelle chiese uniati, in mancanza di altari consacrati.[1]

Nel 1754 Lascaris fu nominato arcivescovo titolare di Teodosia, conservando i benefici a Ołyce, Žovkva e Leopoli. Nel 1757 tornò definitivamente a Roma, dove fu nominato cinque anni dopo patriarca titolare di Gerusalemme. Era esperto della Curia romana per gli affari polacchi, si unì alla Congregazione degli affari polacchi fondata nel 1767.

Ha esortato il Papa a tacere riguardo alla Confederazione di Bar. Ha mantenuto i contatti con i polacchi fino alla fine della sua vita, era amico della famiglia Zamoyski. Nel 1787 inviò alla cattedrale di Leopoli (tramite Marcello Bacciarelli) tre dipinti raffiguranti la Trinità, l'Assunzione e l'Arcangelo Michele.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Zenopoli di Licia Successore
Juan Durán, O. de M. 29 giugno 1741 - 22 luglio 1754 Filippo Niccolò Cecina
Predecessore Arcivescovo titolare di Teodosia Successore
Michele Maria Vincentini 22 luglio 1754 - 20 dicembre 1762 Scipione Borghese
Predecessore Segretario della Congregazione della disciplina dei regolari Successore
? 25 gennaio 1759 - 1787 ?
Predecessore Patriarca titolare di Gerusalemme dei Latini Successore
Tommaso Moncada, O.P. 20 dicembre 1762 - 11 dicembre 1795 Michele Di Pietro
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