Giorgio Candeloro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Giorgio Candeloro (Bologna, 20 marzo 1909Roma, 27 settembre 1988[1]) è stato uno storico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tenne la cattedra di storia del Risorgimento presso le università di Pisa e Catania. Dopo l'8 settembre 1943, prese parte alla Resistenza italiana contro il nazifascismo.

Storico d'ispirazione gramsciana, è autore della monumentale Storia dell'Italia moderna in undici volumi, il cui completamento richiese trent'anni.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1970 ha ricevuto il Premio Sila sezione saggistica per il quinto volume Storia dell’Italia Moderna.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Lo svolgimento del pensiero di Giuseppe de Maistre, Scuola di Filosofia della R. Università di Roma, 1931
  • Paolo Paruta: la formazione spirituale e la dottrina morale, in « Rivista storica italiana », 3, 1936
  • Il pensiero politico di David Hume, in « Giornale critico della filosofia italiana », VI, 1937
  • Il movimento cattolico in Italia, Roma, Edizioni Rinascita, 1953
  • Storia dell'Italia moderna, Milano, Feltrinelli, 1956-1986, premio Viareggio di Saggistica 1986[3]
  1. Le origini del Risorgimento (1700-1815), Milano, Feltrinelli, 1956.
  2. Dalla Restaurazione alla Rivoluzione nazionale (1815-1846), Milano, Feltrinelli, 1958.
  3. La Rivoluzione nazionale (1846-1849), Milano, Feltrinelli, 1960.
  4. Dalla Rivoluzione nazionale all'unità (1849-1860), Milano, Feltrinelli, 1964.
  5. La costruzione dello Stato unitario (1860-1871), Milano, Feltrinelli, 1968.
  6. Lo sviluppo del capitalismo e del movimento operaio (1871-1896), Milano, Feltrinelli, 1970.
  7. La crisi di fine secolo e l'età giolittiana (1896-1914), Milano, Feltrinelli, 1974.
  8. La prima guerra mondiale, il dopoguerra, l'avvento del fascismo (1914-1922), Milano, Feltrinelli, 1978.
  9. Il fascismo e le sue guerre (1922-1939), Milano, Feltrinelli, 1981.
  10. La seconda guerra mondiale. Il crollo del fascismo. La Resistenza (1939-1945), Milano, Feltrinelli, 1984. ISBN 88-07-30010-9.
  11. La fondazione della Repubblica e la ricostruzione. Considerazioni finali (1945-1950), Milano, Feltrinelli, 1986. ISBN 88-07-30011-7.

Curatele e Introduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruggero Bonghi - Studi e discorsi intorno alla pubblica istruzione. Firenze, Le Monnier, 1937.
  • Cesare Balbo - Discorso sulle Rivoluzioni, a cura e con introduzione di Giorgio Candeloro. Roma, 1944.
  • Storia - vol. 29 dell'Enciclopedia Feltrinelli-Fischer; a cura di Waldemar Besson, con introduzione di Giorgio Candeloro. Milano, Feltrinelli, 1971.
  • Alexis de Tocqueville, La democrazia in America (3 voll.), traduzione e cura di Giorgio Candeloro, Collana Classici del pensiero politico, I ed. 1932, Licinio Cappelli.; nuova ediz. ridotta, 2 voll., Cappelli Editore, Bologna, I ed. 1953; ed. riveduta sull'edizione critica Gallimard(1951), Collana Storica, Rizzoli, Milano, I ed. 1982; Collana Classici, 1992. Dello stesso Autore, L'Antico Regime e la Rivoluzione, intr. e note di G. Candeloro. Roma, Longanesi, 1942.
  • Antonio Gramsci - Sul Risorgimento, introduzione di Giorgio Candeloro. Roma, Editori Riuniti, 1973.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucio Villari: È morto a Roma Giorgio Candeloro, su ricerca.repubblica.it, Repubblica.it. URL consultato il 31 dicembre 2013.
  2. ^ Premio Sila ’49, al via l’edizione 2014, su approdocalabria.it. URL consultato il 13 marzo 2022.
  3. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fulvio De Giorgi, Cattolicesimo e civiltà moderna nella storiografia di Giorgio Candeloro, Cavallino di Lecce, Capone, 1990
  • Cristina Cassina (a cura di), La storiografia sull'Italia contemporanea: atti del convegno in onore di Giorgio Candeloro, Pisa, 9-10 novembre 1989, Pisa, Giardini, 1991

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN26213 · ISNI (EN0000 0001 0860 881X · SBN CFIV015739 · BAV 495/323621 · LCCN (ENn86838430 · GND (DE138325804 · BNF (FRcb12032292k (data) · J9U (ENHE987007272753305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86838430