Giacinto Ferrero-Fieschi

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Giacinto Ferrero-Fieschi
NascitaBiella, 14 maggio 1693
MorteMadrid, 23 febbraio 1750
Cause della mortenaturali
Luogo di sepolturaCollegio imperiale di Madrid
Dati militari
Paese servitoBandiera della Spagna Spagna
Forza armata Real Armada Española
ArmaMarina
Anni di servizio1712 - 1750
GradoCapitano generale
GuerreGuerra di successione spagnola
Guerra della Quadruplice Alleanza
Guerra anglo-spagnola (1739-1742)
Guerra di successione austriaca
Comandante di
  • Santa Teresa
  • Aurora
  • San Antonio
  • Lanfranco
  • Ninfa
Decorazionivedi Onorificenze
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Giacinto Ferrero-Fieschi
Conte di Benna
Stemma
Stemma
NascitaBiella, 14 maggio 1693
MorteMadrid, 23 febbraio 1750 (56 anni)
Luogo di sepolturaCollegio imperiale di Madrid
DinastiaFerrero-Fieschi
PadreCarlo Besso
MadreCristina Ippolita di Savoia-Bresse

Guido Giacinto Ferrero-Fieschi di Masserano ((ES) Jacinto Ferrero Fieschi y de Saboya, conde de Bena; Biella, 14 maggio 1693Madrid, 23 febbraio 1750) è stato un ammiraglio, diplomatico e nobile italiano naturalizzato spagnolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 14 maggio 1693,[1] Giacinto apparteneva al ramo Ferrero-Fieschi, famiglia illustre della nobiltà piemontese: era il figlio quartogenito del principe di Masserano Carlo Besso, e di Cristina Ippolita di Savoia-Bresse, figlia naturale del duca Carlo Emanuele II. Ricevette sin da piccolo un'ottima istruzione avendo come precettore il gesuita Ignazio Guarini[2] e ottenne il titolo di conte di Benna.

Successivamente si trasferì assieme al fratello Vittorio Amedeo in Spagna entrando al servizio della corte dei Borbone come militare, grazie alla stretta parentela (entrambi erano cugini di Maria Luisa di Savoia, regina consorte di Spagna). Le prime battaglie a cui prese parte furono proprio in Italia, durante la guerra di successione spagnola, e dopo il secondo matrimonio di Filippo V e Elisabetta Farnese con cui si generò il ramo dei Borbone-Parma.[2]

La carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Entrato nell'Armada Española, effettuò diverse navigazioni verso le colonie spagnole americane, come le Isole Falkland e il Perù.[2] Fu promosso a capitano di fregata il 16 dicembre 1724 e si recò a Cartagena al comando dell'Aurora con la quale navigò nel Mediterraneo, dopo la creazione dei dipartimenti marittimi da parte di Giuseppe Patino. Al comando della Santa Teresa prese parte alla conquista spagnola di Orano del 1732, guidando la flotta assieme a Juan José Navarro, col grado di capitano di vascello.[2] Nonostante il successo della campagna fu necessario il rinforzo di sei navi da guerra da Barcellona, al suo comando. Con questo contingente si poté assicurare la conquista di Orano.[2] Nel 1733 si occupò di scortare il trasporto di mercurio verso la Nuova Spagna, con due tre navi salpate da Cadice e giunte a destinazione dopo varie complicanze, con la soddisfazione del viceré Juan de Acuña.[2]

La carriera diplomatica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo altre parentesi militari, fu nominato ministro plenipotenziario in Russia. Riuscì ad ottenere l'auspicata promozione a tenente generale prima di partire verso San Pietroburgo, per adempire al suo incarico: ma questo non avvenne poiché gli fu ordinato di restare a Parigi, dove rimase per diversi anni.[2][3]

Nel 1744, Guido Giacinto sostituì Cristóbal Portocarrero ad interim (che aveva firmato il trattato di Nymphenburg), come ministro plenipotenziario presso l'imperatore, si reca a Francoforte il 10 maggio.[3] Con la morte dell'imperatore Carlo VII di Baviera, fu inviato in Polonia[3] presso il re ed elettore Augusto III, per trovare una conciliazione col re di Prussia Federico II.[2] Dopo la morte di Filippo V e la pace di Aquisgrana, il marchese di Ensenada Zenón de Somodevilla, lo richiama in Spagna il 18 novembre 1748, per concedergli il nuovo grado di governatore generale dell'armada, creato per lui, quando ancora era in Polonia. Durante il viaggio di ritorno si fermò in diverse tappe, tra cui l'elettorato, dove Augusto III gli concesse l'Aquila bianca.[2][4]

Morì celibe il 23 febbraio 1750 e chiese di essere tumulato nel Collegio gesuita di Madrid, accanto al fratello Vittorio Amedeo. L'unico erede fu proprio l'amico marchese di Ensenada. Juan José Navarro gli successe come capitano generale dell'Armada.[2][3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze spagnole[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Insigne e reale ordine di San Gennaro (Napoli) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di Santiago - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Regno di Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angius, p. 839-840.
  2. ^ a b c d e f g h i j DBE.
  3. ^ a b c d Ozanam, p. 189.
  4. ^ Galeria biografica: tuttavia Ozanam vi dichiara la presenza di numerosi errori nel testo, soprattutto nella data di morte e luogo, effettivamente corretti sia nel suo libro che nel DBE.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Angius, Ferrero Fieschi di Masserano, in Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, 1847.
  • (ES) Giacinto Ferrero-Fieschi [collegamento interrotto], in Dizionario biografico spagnolo.
  • (FR) Didier Ozanam, Les diplomates espagnols du XVIIIe siècle, Casa de Velázquez, 1998, ISBN 9788486839864.
  • (ES) Francisco de Paula Pavía y Pavía (a cura di), Galeria biografica de los generales de marina, 1873, pp. 453-456.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro plenipotenziario di Spagna presso il Sacro Romano Impero Successore
Cristóbal Gregorio Portocarrero y Funes de Villalpando 8 febbraio 1744 - 19 maggio 1745 ?
Predecessore Ministro plenipotenziario di Spagna nel Regno di Polonia e in Sassonia Successore
- 19 maggio 1745 - 18 novembre 1748 Pedro de Aranda