Filippo Galli (basso)

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Filippo Galli, incisione di Giovanni Antonio Sasso (XIX secolo)

Filippo Galli (Roma, 1783Parigi, 3 giugno 1853) è stato un basso italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Debuttò a Napoli nel 1801 come tenore e cantò in tale registro per 10 anni. In seguito a una grave malattia (1810), affrontò il registro di basso, incoraggiato da Giovanni Paisiello, imponendosi come uno dei più dotati cantanti della sua generazione per l'estensione vocale, la tecnica di coloratura e la duttilità di interprete, nel genere comico e in quello serio.

Fu il primo Enrico VIII nell'Anna Bolena di Gaetano Donizetti. Ma viene soprattutto ricordato per la sua collaborazione con Gioachino Rossini che scrisse per lui numerose opere, buffe (L'italiana in Algeri, Il turco in Italia), serie (Maometto secondo, Semiramide) e semiserie (La gazza ladra).

Il grande basso, Fillippo Galli, nel disegno "all´antica" di Carlos Fuentes y Espinosa, da un originale di Gioacchino Rossini.

Alla Scala debuttò con La vedova stravagante di Generali, nel ruolo di Polidoro, il 30 marzo del 1812, Stagione di Primavera. Risulta poi nella Cronologia del Teatro alla Scala (volume speciale edito nel 1977 in onore dei duecento anni di spettacoli) splendido interprete ne Il cicisbeo burlato di Orlandi, L'imprudente fortunato di Cimarosa, Le bestie in uomini di Mosca, La pietra del paragone di Rossini, Ser Marcantonio di Pavesi, Avviso al pubblico di Mosca, Il fuoruscito di Paër, Sargino ossia L'allievo dell'amore di Paër, Agatina o la virtù premiata di Pavesi, Così fan tutte di Mozart, L'Agnese di Paër, Il turco in Italia di Rossini, Don Giovanni di Mozart, nel ruolo del protagonista, Le due duchesse ossia La caccia dei lupi di Mayr, Le nozze di Figaro di Mozart, Ginevra degli Almieri di Farinelli, L'impostore di Generali, L'italiana in Algeri di Rossini, La donna selvaggia di Coccia, I begli usi di città di Coccia, L'imboscata di Weigl, I pretendenti delusi di G. Mosca, Il flauto magico di Mozart nel ruolo di Papageno, L'inganno felice di Rossini, La roccia di Frauenstein di Mayr, La Chiarina di Farinelli, La testa di bronzo o sia La capanna solitaria di Soliva, La famiglia svizzera di Weigl, Teresa e Claudio di Farinelli, Achille di Paër, Maometto di Winter, Rodrigo di Valenza di Generali, La gioventù di Cesare di Generali, La gazza ladra di Rossini, Le zingare dell'Asturia di Soliva, La Cenerentola di Rossini nel ruolo di Don Magnifico, Adele di Lusignano di Carafa, Il matrimonio segreto di Cimarosa, La principessa in campagna di Pucitta, I due Figaro o sia Il soggetto di una commedia di Carafa, e di molti altri titoli.

Cantò al King's Theatre di Londra a partire dal 1827. Dopo il 1840 la sua voce subì un declino, e accettò l'incarico di Maestro del Coro al Teatro di Lisbona e poi a Madrid; insegnò canto al Conservatoire de Paris dal 1842 al 1848. Visse in povertà dal 1848 fino alla sua morte.

Suo fratello Vincenzo (1798-1858) era anch'esso un basso, più specificatamente un basso buffo, e cantò per molti anni alla Scala di Milano, a Londra e a Vienna.

Citazione dal Dizionario biografico di Francesco Regli:[1]

«GALLI FILIPPO. Fra il penultimo e l'ultimo decennio del secolo decimo ottavo, è nato in Roma da onesti genitori Filippo Galli. Congiuntamente all'ingegno dell'armonia, svoltesi in lui inspirazioni d'un'anima melodiosa, e secondato da quel felicissimo organo vocale, per cui ha destato in appresso ammirazione dalle scene ita- liche, ispane, americane e francesi, non tardò a diventare il primo fra gli amatori di musica in Roma. Giovanissimo, esordì a Napoli come tenore, ché tale fu la sua voce fmo a quell'epoca. Per mala o lieta sorte egli si ammalò, dalla quale infermità gli è derivata la perdita dei mezzi vocali. Nel ricuperar questi e la salute, si accorse di un fenomeno non ordinario avveratosi in lui : egli era divenuto un basso. L'illustre Paisiello confortollo a secondare codesta bizzarria di natura, e come basso apparve a Venezia nel 1812 sotto le spoglie di Tarabotto nell'Inganno Felice. Continuando a mietere applausi, divenne famoso il suo Sigillarci nella Pietra del Paragone. Nell'Italiana in Algeri destò nel 1813 uno straordinario entusiasmo, e sin d'allora il suo nome si congiunse a quello di Rossini. Il Sargino del maestro Pàer, Il turco in Italia, il D. Giovanni, la Gazza Ladra, la Cenerentola, l'Agnese, in cui meritò di essere pareggiato a De Marini, Torvaldo e Dorliska, Maometto II e Semiramide lo proclamarono l'attore-cantante per eccellenza, e l'arte, se non fosse per abitudine ingrata, dovrebbe erigergli un monumento, siccome quegli che insegnò ai bassi ad unire maestrevolmente il canto all'azione. Filippo Galli passò i suoi ultimi anni a Parigi, ove ottenne un posto di professore di Declamazione in quel Conservatorio, e dove esalò l'estremo sospiro. Egli aveva guadagnato molto in America, ma delle sue ricchezze e dei suoi annuali profìtti fu sempre superiore la generosità del suo cuore. Quando si vuol fare un elogio a un cantante che conosca la scena, suol dirsi — si move alla Galli; così come quando si vuol encomiare un attore drammatico, si dice comunemente — si move alla Modena.»

Ruoli creati[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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