Elserino Piol

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Elserino Mario Piol (Limana, 8 dicembre 1931Milano, 17 aprile 2023) è stato un dirigente d'azienda italiano e venture capitalist del settore delle telecomunicazioni.[1]

È stato indicato come il fondatore del venture capital e padre dello sviluppo di internet in Italia[2][3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Perito industriale elettronico[4], Elserino Piol inizia la sua carriera nel 1952 come programmatore di macchine a schede perforate[5], alla Olivetti Bull, una joint venture tra Olivetti e Compagnie de Machines Bull, nata per la commercializzazione sul territorio nazionale delle macchine meccanografiche dell'azienda transalpina[6][7].

Nel 1959 diventa direttore della divisione commerciale elettronica di Olivetti che nel 1962 si fonderà con Olivetti Bull per costituire la Divisione elettronica Olivetti[8], composta da 2000 persone tra cui Marisa Bellisario, retta da Ottorino Beltrami e direttamente alle dipendenze dell'amministratore delegato Roberto Olivetti. In seguito agli eventi che coinvolgeranno il gruppo, il 75% della Divisione venne poi ceduto a General Electric, creando Olivetti General Electric[9].

Durante il passaggio di proprietà, Piol si recò negli Stati Uniti[10]: dopo un anno trascorso alla Harvard Business School[11][12], decise di tornare in Olivetti dove, grazie agli ottimi risultati del progetto Elea[13], fu nominato nel 1965 direttore marketing con responsabilità anche sulla pianificazione dei prodotti[14]. È in questo periodo che sovrintende al lancio sul mercato del primo desktop computer della storia, la Programma 101[15]: fu lui a deciderne la presentazione sul mercato americano[16], ritenuto più adatto a un prodotto così rivoluzionario, nonostante i dubbi degli stessi tecnici e dello stesso inventore, Pier Giorgio Perotto[17]. Non solo: in sede di cessione della proprietà intellettuale dei progetti della Divisione elettronica Olivetti a General Electric, fu Piol a convincere i compratori che la P101 fosse una mera calcolatrice e non un computer a programma memorizzato, evitando che anche questo progetto fosse venduto agli statunitensi[18], ritenendo che il vero futuro di Olivetti fosse proprio nell'elettronica[19].

Infatti negli anni settanta si concentra proprio su questo settore, spaziando dalle macchine contabili, alle telescriventi, passando per le periferiche di stampa[14].

Con l'arrivo degli anni ottanta, il nuovo amministratore delegato, Carlo De Benedetti lo nomina direttore generale per le strategie e lo sviluppo[20]. Grazie alla sua opera, Olivetti e AT&T firmano una storica alleanza: la compagnia statunitense diventa azionista di Olivetti con il 25%, apportando 430 miliardi di lire, e vengono siglati importanti accordi di collaborazione tra le due aziende[21]. Nel 1990 intuisce le potenzialità del mercato delle telecomunicazioni mobili e fonda Omnitel sistemi radiocellulari italiani insieme a Lehman Brothers, Cellular Communications International, Bell Atlantic International e la svedese Telia[22].

È in quegli anni che conosce Steve Jobs[23], nell'ambito dei suoi compiti di corporate development e venture capitalism, esercitati anche nella Silicon Valley[24], dove esisteva un centro di ricerca e sviluppo Olivetti con 300 dipendenti[25][26].

Arrivato fino alla qualifica di vicepresidente di Olivetti, tralasciando tutti gli incarichi nelle varie controllate, lascia l'azienda nel 1996[27].

Da allora decide di dedicarsi completamente al venture capitalism e al finanziamento delle startup, tramite i fondi Kiwi I e Kiwi II della Pino Venture Partners, creata insieme a Oliver Novick[28]: finanzia la nascita di Tiscali[29][30], Yoox Net-A-Porter Group,[31] Click.it, Blixer, Investnet, Cubeccom e Vitaminic[32].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000 ha ricevuto la laurea honoris causa in Economia Aziendale dall'Università di Bologna.[33]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Elserino Piol, Alberto Ronchey, La società dell'informazione. Una prospettiva senza confini, Atti dell'incontro (Caidate, 26 settembre 1995), Milano, Giuffré, 1997.
  • Elserino Piol, Il sogno di un'impresa. Dall'Olivetti al venture capitalism, Milano, Il Sole 24 Ore, 2004.
  • Elserino Piol, Per non perdere il futuro. Appunti per l'innovazione e la competitività dell'Italia, Milano, Guerini e Associati, 2008.
  • Mario Citelli, Elserino Piol, Adaption business model. L'Olivetti dopo Adriano, Firenze, Editore goWare, 2016.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E' morto Elserino Piol, padre del venture capital italiano ed ex vicepresidente di Olivetti, su Milano Finanza, 18 aprile 2023. URL consultato il 18 aprile 2023.
  2. ^ Piol: “Un bellissimo libro dei sogni il piano del governo per le start-up”, su la Repubblica, 8 ottobre 2012. URL consultato il 4 aprile 2023.
  3. ^ (EN) PERCORSI, su stefanorolando.it. URL consultato il 4 aprile 2023.
  4. ^ Paolo Bricco, I ragazzi di Olivetti, Il Sole 24 Ore
  5. ^ nelfuturo.com
  6. ^ treccani.it
  7. ^ computerhistory.iy
  8. ^ Comunità concreta: le opere e il pensiero di Adriano Olivetti, Emilio Renzi, Guida
  9. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  10. ^ Marisa la prima top manager italiana, Fiorenza Barbero, Effatà
  11. ^ nelfuturo.com
  12. ^ corriere.it, su cinquantamila.corriere.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  13. ^ storiainformatica.it
  14. ^ a b Quando in Italia si facevano i computer, Giorgio Garuzzo, Youcanprint Self-Publishing
  15. ^ lastampa.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2016).
  16. ^ storiaolivetti.com, su storiaolivetti.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).
  17. ^ computerhistory.it
  18. ^ Adaptive Business Model. L’Olivetti dopo Adriano, Mario Citelli, Elserino Piol, Guerini e Associati
  19. ^ chefuturo.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2016).
  20. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  21. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  22. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2012).
  23. ^ firstonline.info
  24. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  25. ^ panorama.it
  26. ^ Organizzato l'incontro con Jobs e Steve Wozniak, questi ultimi chiesero a Olivetti di investire 1 milione di dollari nella loro startup in cambio del 20%. Ma De Benedetti rispose: «Non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare». Cfr. Quando l'Ingegnere disse no a Steve Jobs, su finanza.com. URL consultato il 31 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2018).
  27. ^ fedoweb.it
  28. ^ wallstreetitalia.com
  29. ^ Tiscali. Una storia tutta italiana, Alfredo Franchini, Frilli
  30. ^ La Nuova Sardegna, su ricerca.gelocal.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  31. ^ repubblica.it
  32. ^ corrierecomunicazioni.it
  33. ^ Laurea honoris causa a Elserino Piol, su almanews.unibo.it. URL consultato il 31 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2011).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN51987129 · ISNI (EN0000 0000 0215 0230 · SBN SBLV243452 · WorldCat Identities (ENviaf-51987129