Carlo Decandia

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Carlo Felice de Candia (Decandia)

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaIV, V
CollegioCagliari IV (IV legislatura)
Quarto (V legislatura)
Sito istituzionale

Dati generali
ProfessioneMilitare di carriera

Carlo Felice de Candia (Decandia) (Cagliari, 28 dicembre 1803Cagliari, 6 giugno 1862) è stato un cartografo, generale e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Don Carlo Felice de Candia [1] è nato a Cagliari, Regno di Sardegna, il 28 dicembre di 1803, terzogenito figlio del Governatore generale di Nizza del Regno sabaudo, il marchese di Candia, don Stefano de Candia Montepagano-Fieschi[2] e la nobile dama Caterina Maria Grixoni di Ozieri, ricevette i sacramenti di battesimo dal cardinale di Cagliari don Diego Cadello, suoi padrini furono S.A.R. don Carlo Felice duca del Genovese e la marchesa di Pasqua, dama della Duchessa d’Aosta, donna Teresa Amat [3], membro della nobiltà di Sardegna, e della regia corte di Torino, per eredità con il trattamento del titolo di Don e tutti i suoi discendenti.

Uno dei suoi fratelli era il famoso tenore Mario, era zio della scrittrice Cecilia Maria de Candia.

Nel 1832, Carlo si è sposato il 24 di marzo nella Chiesa di Nostra Signora della Speranza di Cagliari, donna Cristina Aymerich Castelvì dei marchesi di Laconi [4], da una famiglia catalana stabilitasi in Sardegna; dalla loro unione nel 1841 nacque il loro figlio don Stefano De Candia Aymerich-Castelvì dei marchesi di Laconi.

Dopo una ricca vita nel campo della cartografia e della politica, morì nell 1862, e sua moglie ha ereditato la residenza di famiglia, lo storico Palazzo de Candia [5] a Cagliari.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Carlo de Candia è un cartografo di celebrità[6] della Sardegna, frequentò La Regia Accademia Militare di Torino dove nel febbraio 1822 conseguì il grado di sottotenente nel reggimento Cacciatori delle Guardie. Rientrato in Sardegna, dal luglio 1828 sino all’aprile 1829. Alla fine del 1834 Carlo Felice De Candia, nominato capitano, fu incaricato dal Governo sardo-piemontese di accompagnare nell’isola Alberto Ferrero Della Marmora, colonnello nel Corpo di stato maggiore generale, nominato il 4 ottobre 1834, per effettuare tra il 1835 e il 1838, i lavori per il rilevamento e il completamento delle operazioni geodetiche [7].

Inoltre dal 1844 Carlo De Candia intervenne più volte in Parlamento in qualità di Direttore dei Lavori Geodetici informando sull’operato e sui progressi dei lavori in Sardegna e soprattutto sulle, esatte cognizioni delle cifre accennanti alla rispettive masse dei terreni comunali, demaniali e privati [8].

Come gran parte dell’aristocrazia cagliaritana Carlo De Candia divenne membro della Reale Società Agraria ed Economica, espressione degli interessi e della visione politico-economica di gruppi appartenenti a determinate categorie sociali cioè la nobiltà, la borghesia e il clero con l’intento di divulgare non solo le nuove tecniche dell’agricoltura e dell’allevamento ma di dimostrarne la convenienza; successivamente ne fu nominato vicepresidente nel 1852.[9]

La soluzione della amministrazione del territorio proposta da Carlo De Candia era quella di gravare le proprietà fondiarie di un’unica quota d’imposta che doveva essere pagata anche dal Clero; per poter procedere alla quotizzazione, recepiti i principi, era necessario dotare ogni comune di un Catasto parcellare dei terreni ed avviare «i lavori planimetrici che stabiliranno rigorosamente l’estensione superficiale, ossia catasto in massa dei terreni dei singoli comuni, divisi nelle tre classi di proprietà, demaniale, comunale e privata.[10]

Eredità cartografica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1819 fece il suo primo viaggio di riconoscimento marittimo per Sardegna, e giunse a Cagliari dopo una traversata di 12 giorni. Voleva dedicarsi agli studi di ornitologia e praticare la caccia, che appassionava non poco i militari di professione come lui. Ebbe come compagni di viaggio il prof. Keyser, geologo di Cristiania, e il cavaliere De Prunner, direttore del Museo di storia naturale e di antichità di Cagliari.

A seguito delle disposizioni regolamentari della Carta Reale del 26 febbraio 1839, dedotta dagli Editti del 12 maggio e dell’11 dicembre 1838, sulle divisioni dei terreni [11] e sulla determinazione dell'ademprivio, nel gennaio del 1840 Carlo De Candia[12] fu incaricato dal governo sabaudo di effettuare nuovi lavori di rilevamento e di accatastamento dei terreni comunali ai quali si dedicò nel decennio successivo dando vita agli intenti dei legislatori grazie anche alle Istruzioni approvate col Regio Decreto del 28 aprile 1840 [13].

Nel 1845 il cavaliere e cartografo [14] maggiore Carlo de Candia, in collaborazione con il generale Alberto Ferrero della Marmora creò la grande carta marittima della Sardegna in scala 1: 250.000, versione da viaggio carta stampa [15], carta geografica realizzatta con strumentazione scientifica che venne fatta incidere a Parigi nel 1845[16]. Nella Sardegna grazie ad apparati amministrativi moderni, avevano favorito un processo di rinnovamento degli studi cartografici, attraverso l'introduzione del catasto agrario, di sistemi idraulici volti allo sviluppo dell'irrigazione, del rilevamento topografico del terreno per le esigenze stradali e militari. In Sardegna, invece, il processo di modernizzazione delle strutture agrarie sarà tardivo e contraddittorio; nel 1820 nasce "la proprietà perfetta" delle terre, nel 1936-39 viene abolito il sistema feudale e il catasto verrà introdotto solo nel 1840 [17].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ NOTA: Don Carlo Felice de Candia - Nel certificato di battesimo, avvenuto lo stesso giorno della nascita, il 28-12-1803, si legge che ricevette i sacramenti dal cardinale di Cagliari don Diego Cadello e che i suoi padrini furono S.A.R. don Carlo Felice duca del Genevese e la marchesa di Pasqua donna Teresa Amat (Archivio Curia Arcivescovile di Cagliari, d’ora in poi ACACA, Quinque Libri, Castello, Cattedrale, 1803, vol. 14, p.22v).
  2. ^ A.A.G.N.d.S. - Quadro raffigurante del marchese di Candia, don Stefano De Candia Montepagano-Fieschi |http://www.araldicasardegna.org/palazzi_quadri_oggettistica/quadro_stefano_de_candia.htm
  3. ^ 13/3/1799, Vol. XXIV, carta 5 v., La Marchesa Donna Teresa Vivaldi Zatrillas di Trivigno Pasqua nata Amat viene nominata Dama della Duchessa d’Aosta., Regie Provvisioni dell’Archivio di Stato di Cagliari, Italia |http://www.araldicasardegna.org/antenati/notizie_amat.htm
  4. ^ A.A.G.N.d.S. - Albero genealogico della famiglia Aymerich, Sardegna, Italia |http://www.araldicasardegna.org/genealogie/alberi_genealogici/famiglia_aymerich.htm
  5. ^ Palazzo de Candia, Cagliari, Sardegna |https://palazzodecandia.it/storia.html Archiviato il 14 maggio 2021 in Internet Archive.
  6. ^ ALBERTO DELLA MARMORA E CARLO DE CANDIA CARTOGRAFI PRE-UNITARI DELLA SARDEGNA,EUT Edizioni Università di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/11744
  7. ^ I. Birocchi, Carlo De Candia, in Per la storia della proprietà perfetta in Sardegna. Provvedimenti normativi, orientamenti di governo e ruolo delle forze sociali dal 1839 al 1851, p. 459; G. TORE, Tecnici, laureati ed economia agricola: il dibattito della “nuova agricoltura” nella Sardegna del primo'800, “Intellettuali e società in Sardegna tra Restaurazione e Unità d’Italia”, a cura di G. Sotgiu, A. Accardo, L. Carta, Oristano, 1991, vol. I, p. 365-367 e note 33 e 34; L. DEL PIANO, La Sardegna nell’Ottocento, Sassari, 1984, p. 131.
  8. ^ Sull’abolizione degli ademprivi in Sardegna. Articoli estratti dal giornale Lo Statuto coll’aggiunta di documenti e note, Cagliari, 1859, p. 19.
  9. ^ La Società istituì e favorì la creazione di «scuole professionali ben consapevole che il maggior vincolo per lo sviluppo [della Sardegna] sia la mancanza di tecnici specializzati». Cfr. S. SERRA, La «Reale Società Agraria ed Economica», “Le opere e i giorni. Contadini e pastori nella Sardegna tradizionale” a cura di G. Angioni e F. Manconi, Cinisello Balsamo, 1982, pp. 82-88 ed in particolare p. 88.
  10. ^ C. DE CANDIA, Memoria sul riordinamento del tributo fondiario in Sardegna, cit., pp. 15-21.
  11. ^ C.C. (ex II.DD.) - Mappe De Candia (Real Corpo di Stato Maggiore)|http://www.archiviodistatooristano.beniculturali.it/index.php?it/159/cc-ex-iidd-mappe-de-candia-real-corpo-di-stato-maggiore Archiviato il 24 giugno 2021 in Internet Archive.
  12. ^ ALBERTO DELLA MARMORA E CARLO DE CANDIA CARTOGRAFI PRE-UNITARI DELLA SARDEGNA, Italia |https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/11744/1/Sechi%20Nuvole.pdf
  13. ^ F. LODDO CANEPA, Dizionario archivistico per la Sardegna, s.v. ademprivio,“Arch. St. Sardo”, 16,p. 296, 1926, Italia
  14. ^ Carte Mulini di Sardegna, La Recerca, per Guissepe Piras |http://www.mulinidisardegna.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3&Itemid=4
  15. ^ Carta dell'Isola e Regno di Sardegna, 1845, Sardegna Cultura, Italia 2000 |http://www.sardegnacultura.it/j/v/258?s=24462&v=2&c=2813&t=1 Archiviato il 18 novembre 2022 in Internet Archive.
  16. ^ Relazione Storico-Artistica dal 1862, Camera di Commercio di Cagliari, Sardegna, Italia 2015 |https://sardegna.beniculturali.it/getFile.php?id=11085
  17. ^ Cartografia dal 1800 al 1900, Sardegna Cultura, Italia 2000 |https://www.sardegnacultura.it/j/v/258?s=24623&v=2&c=2813&t=1

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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