Bernardo Arnaboldi Gazzaniga

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Giuseppe Bernardo Arnaboldi Gazzaniga

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato3 giugno 1911 –
24 marzo 1918
LegislaturaXXIII legislatura del Regno d'Italia
Gruppo
parlamentare
Liberale
CircoscrizioneLombardia
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XXI, XXII
CollegioPavia I (plurinominale) XV-XVI, Pavia II (plurinominale) XVII, Stradella XVIII-XX, Cantù XXI-XXII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoLiberale
ProfessionePossidente

Giuseppe Bernardo Arnaboldi Gazzaniga (Milano, 2 agosto 1847Roma, 24 marzo 1918) è stato un politico italiano liberale, deputato tra il 1882 e il 1908, senatore nella XXI legislatura del Regno d'Italia, conte di Pirocco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Bernardo Arnaboldi Gazzaniga nacque a Milano il 2 agosto 1847 da Stefano (1823-1866) e da Giovanna Marocco, facoltosi possidenti della provincia di Pavia. La famiglia Arnaboldi Gazzaniga era proprietaria dal 1799 del palazzo Isimbardi di Stradella, divenuto sede del Municipio dal 1884.

Già erede del padre nel 1866, nel 1873 Bernardo ereditò dallo zio Carlo Arnaboldi Gazzaniga, conte di Pirocco (1824-1873) il resto degli ingenti beni famigliari.[1]

Dopo aver frequentato l'Accademia Reale di Torino, e aver conseguito il grado di luogotenente colonnello nella milizia territoriale dal 1879 al 1887, si dedicò non solo alla cura dei vasti possedimenti di famiglia nel pavese ma anche alla cosa pubblica divenendo consigliere e sindaco della città di Pavia che a proprie spese dotò di una magnifica galleria commerciale.

Il re Umberto I lo nominò conte di Pirocco con regio decreto del 9 aprile 1882[2].

Fu deputato del Regno d'Italia ininterrottamente dal 1882 al 1908, sostenendo le parti della Sinistra storica moderata e filo-governativa. Tra il 1894 e il 1895 fu segretario dell'Ufficio di presidenza della Camera.

Il castello di Carimate in Brianza

Fu presidente del Consorzio agrario pavese e della esposizione provinciale. Scrisse pregevoli saggi di economia e di agraria cimentandosi anche nella scrittura di versi. Pubblicò due volumi illustrati sui suoi viaggi in Francia e in Austria.

Rappresentò il Governo italiano all'esposizione di musica e teatro in Vienna.

Condusse una vita fastosa nel suo palazzo di corso Monforte, 2 a Milano e più volte ospitò il re Umberto I nel suo castello di Carimate di Brianza.

Era sposato con Maria Virginia Balossi Merlo figlia di Ambrogio, deceduto il 19 agosto 1888[3], e di Luigia Borghi da cui ebbe le figlie: Beatrice, detta Bice, che sposò il barone Paolo Ajroldi di Robbiate; Elena, che sposò il nobile Enrico Porta Spinola e Carla, che sposò Salvatore Ruffo di Calabria.

È ricordato anche per le sue iniziative benefiche e per avere acquistato la casa rossa di Alessandro Manzoni in Piazza Belgioioso a Milano al solo scopo di conservare integri gli ambienti della vita quotidiana del grande scrittore come lo studio, la biblioteca, la camera da letto e tutto ciò che potesse ricordare il Manzoni.[4]

Cariche[modifica | modifica wikitesto]

  • Consigliere comunale di Pavia
  • Consigliere provinciale di Pavia
  • Socio della Società geografica italiana (1874)
  • Sindaco di Pavia (1877-1880)
  • Deputato del Regno d'Italia (1882-1908)
  • Presidente del Comizio agrario di Pavia
  • Presidente dell'Asilo di infanzia di Pavia
  • Membro della Commissione ordinatrice dell'Istituto dei sordomuti di Pavia
  • Consigliere comunale di Milano (1886-1889)
  • Membro della Commissione di vigilanza della Cassa dei depositi e prestiti
  • Membro del Consiglio per l'istruzione agraria
  • Membro del Consiglio superiore di assistenza e beneficenza pubblica

Fu nominato Senatore del Regno nel corso della XXIII legislatura del Regno d'Italia il 3 giugno 1911 sotto il IV governo di Giovanni Giolitti.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze Straniere[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine Imperiale di Francesco Giuseppe (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I Gazzaniga in Cigognola, su web.tiscali.it. URL consultato l'8 settembre 2023.
  2. ^ Benché nella commemorazione in Senato si dica che "eragli stato conferito il titolo di conte da Vittorio Emanuele II per le generose azioni", in effetti tale titolo apparteneva alla sua famiglia da generazioni, essendone stato insignito già il bisavolo Stefano Pompeo Gazzaniga nel 1831.
  3. ^ Ufficio del registro successioni di Milano - Dichiarazioni di successione, su Archivio di Stato di Milano. URL consultato l'11 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
  4. ^ Discorso di Del Giudice: "Mi associo al rimpianto manifestato dal nostro illustre Presidente e dal senatore Bettoni per la morte del conte Bernardo Arnaboldi. Fui testimonio a Pavia, negli anni in cui Arnaboldi resse quel municipio, delle molte opere di beneficenza, o di utilità generale dovute alla sua munificenza. Fornito di ricco censo; non usò del suo patrimonio in imprese voluttuarie, ma lo spese in gran parte per opere permanenti di arte o di vantaggio popolare. Il nostro Presidente ha ricordato il magnifico mercato coperto da lui eretto, sul tipo della galleria di Milano, a tutte sue spese in Pavia; ma oltre a questo egli si rese benemerito della città pavese per i molti e larghi sussidi da lui elargiti a vari istituti di beneficenza ed anche per il notevole contributo dato ai restauri della basilica di San Michele, uno dei monumenti più insigni e più antichi dell'architettura lombarda. L'Arnaboldi merita riconoscenza ancora per un atto non molto noto forse, ma di alto valore morale a beneficio di Milano. Quando, dopo la morte di Alessandro Manzoni, la sua casa così cara ai milanesi, la casa rossa di Piazza Belgioioso era in vendita, l'Arnaboldi, contro ogni idea di speculazione, volle acquistarla unicamente per serbare integri i segni della vita quotidiana del grande milanese. E infatti egli, mantenne immutati lo studio, biblioteca, la camera da letto e tutto ciò che potesse ricordare il Manzoni. Io quindi mi associo ben volentieri, come dicevo, al rimpianto manifestato per quest'uomo benemerito; come mi associo a quanto propose il collega Bettoni circa le manifestazioni di condoglianza da parte del Senato.".
    Discorso del ministro di grazia, giustizia e culti Sacchi:"Chiude la schiera degli eletti che oggi il Senato commemora il conte Bernardo Arnaboldi Gazzaniga. Doveva il titolo nobiliare non alla nascita ma alle doti dei cuore e dell'intelletto, e specialmente alla magnanima e illuminata sua generosità per cui si valse del cospicuo censo largitogli dalla sorte a pubblico vantaggio, legando il suo nome ad opere di beneficenza che lo resero altamente benemerito verso la patria. Né fu soltanto un filantropo, ma nell'ambiente amministrativo ed economico e nella vita pubblica in cui entrò giovanissimo, si distinse ricoprendo con plauso universale cariche fiduciarie le più elevate. Emerse anche nel ramo delle lettere con pregevoli pubblicazioni dando prova di geniale e versatile ingegno. Onore al venerando vegliardo che serenamente si spense tra la stima e l'affetto universale.". Senato del Regno. Atti parlamentari. Discussioni, 18 aprile 1918. Fonte: Senatori dell'Italia Liberale Bernardo Arnaboldi Gazzaniga, su Senato della Repubblica.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sindaco di Pavia Successore
1877 - 1880
Controllo di autoritàVIAF (EN5153593721651670736 · SBN MUSV002625 · WorldCat Identities (ENviaf-5153593721651670736