Bernardino Castelli (pittore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Bernardino Castelli, Ritratto di Francesco Falier, Ca' Rezzonico, Venezia

Bernardino Castelli (Arsiè, 15 giugno 1750Venezia, 24 febbraio 1810) è stato un pittore italiano.

BIografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Francesco e Maria Elisabetta Forcellini, secondo quanto riferisce Domenico Maria Federici avrebbe dimostrato una naturale inclinazione per il disegno sin dalla tenera età. Dopo aver ricevuto una prima formazione a Feltre presso Giovanni D'Antona, dimostrò le sue doti ornando gli interni di villa Franzoja a Colmirano. Fu quindi condotto dal canonico Alvise Franzoja a Treviso e presentato al vescovo Paolo Francesco Giustiniani che, presolo sotto la sua tutela, gli permise di continuare gli studi.

Sin da questo momento si distinse nella ritrattistica e divenne celebre per un ritratto del Giustiniani che dovette poi replicare per tutte le parrocchie della diocesi. Realizzò inoltre delle pale d'altare: un San Lorenzo Giustiniani per la cappella del seminario di Treviso, un Transito di San Giuseppe per la parrocchiale di Rasai e un San Spiridione vescovo per quella di Coste. Nel corso del 1772, su commissione dei domenicani di San Nicolò a Treviso, realizzò diversi ritratti di personalità dell'ordine e ne restaurò altri, raccogliendoli tutti in una galleria della sala del capitolo (distrutta durante il bombardamento del 1944). Nel 1775, su invito del vescovo Giustiniani e di suo fratello Antonio, passò a Padova dove continuò a occuparsi di ritrattistica per privati.

Divenuto ormai noto, il Castelli si trasferì poi a Venezia e, nel 1782, entrò a far parte dell'Accademia. Raffigurò i dogi Paolo Renier e Ludovico Manin, i papi Pio VI e Pio VII. Nel 1792 si portò a Bologna e divenne socio dell'Accademia Clementina; lasciò alcuni ritratti anche a Ferrara.

Non aveva abbandonato, comunque, l'arte sacra, tanto da meritarsi il titolo di "pittore delle belle Madonnine". Tra i suoi ultimi lavori si citano una Susanna con i vecchioni, dipinto durante una delle gare di pittura organizzate da Girolamo Manfrin (gli altri concorrenti erano Jacopo Guarana e Giambattista Mengardi), un ritratto di Elisabetta Morosini Gattenburg raffigurata davanti al busti del suo avo Francesco Morosini, e un San Gerolamo Miani che raccoglie gli orfanelli per Girolamo Silvio Martinengo; quest'ultimo, rimasto incompiuto dopo la morte del Castelli, e fu terminato da Liberale Cozza.

Soddisfatto della protezione dei Giustiniani, non volle seguire il Canova che lo aveva invitato a Roma. Fu sepolto, a spese dei suoi mecenati, nella chiesa di San Giovanni Crisostomo.

Pittore alla moda che realizzava ritratti attenendosi rigorosamente alle fisionomie reali, del Castelli restano in realtà pochissime opere in quanto i numerosissimi dipinti elencati dal Federici e dal Moschini sono quasi tutti da rintracciare. Diversi lavori sono conservati al Museo Correr.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN32270027 · ISNI (EN0000 0001 2023 4507 · BAV 495/232113 · CERL cnp01293776 · ULAN (EN500004774 · GND (DE1012655903 · BNF (FRcb149713223 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-32270027