Aske (EP)

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Aske
EP
ArtistaBurzum
Pubblicazionemarzo 1993
Durata20:02
Dischi1
Tracce3
GenereBlack metal
EtichettaDeathlike Silence Productions
ProduttoreVarg Vikernes
Pytten
Registrazioneagosto 1992 (tranne Dominus Sathanas, registrata nell'aprile 1992
FormatiEP, CD

Aske è l'unico EP di Burzum. Venne originariamente pubblicato nel 1993 dall'etichetta Deathlike Silence Productions di proprietà del leader dei Mayhem, Euronymous.

Non fu mai ufficialmente ristampato in versione originale, ma venne pubblicato come Burzum/Aske su Misanthropy Records nel 1995, abbinato all'album di debutto di Burzum. In questa edizione, la copertina dell'EP è stata stampata su un piccolo adesivo e può anche essere vista sull'etichetta del CD.

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

La stavkirke di Fantoft a Bergen nel 2006. La notte del 6 giugno 1992 rimase distrutta nel corso di un incendio doloso.

Aske (in norvegese: ceneri) è celebre soprattutto per la sua copertina raffigurante lo scheletro (sono integre solo le travi portanti) dell'incendiata stavkirke di Fantoft, una chiesa risalente al 1150. Varg Vikernes affermò di aver scattato personalmente questa foto (nonché di essere l'autore del rogo) ma non è mai stato verificato se ciò corrispondesse al vero.[1][2] Secondo il sito web ufficiale di Burzum, la foto sarebbe stata scattata da Are Mundal. In un'intervista del 2019, Mundal dichiarò che Vikernes, suo vecchio amico, gli chiese di visitare il sito dove sorgeva la chiesa poco tempo dopo il rogo e di scattare qualche foto, una delle quali divenne la copertina dell'EP. Anche Mundal fu inizialmente sospettato di essere l'autore dell'incendio, ma in seguito venne prosciolto da ogni accusa.[3]

Il basso in due delle tre tracce su disco fu suonato da Samoth degli Emperor.[1]

Un nastro demo originariamente intitolato Inn I Drømmens Slott (tradotto dal norvegese: "Nel castello dei sogni") fu prodotto da Varg e diffuso da lui e Samoth, con l'intento di farlo uscire per l'etichetta di proprietà di Vikernes chiamata "Burz-Nazg Prod" (successivamente Cymophane) prima che fosse acquisito dalla Deathlike Silence.[4] Le prime mille copie di Aske furono vendute assieme a un accendino zippo raffigurante la stessa foto dell'EP, creando un certo scompiglio.[5][6] Aske venne successivamente ristampato, unendolo assieme al debut album Burzum, dalla Misanthropy Records.

Il disco venne prodotto in vinile e in CD entrambi limitati a 1,000 copie ciascuno[7] per la Deathlike Silence Productions.

Sul retro della copertina c'è una foto sbarrata di Anton Szandor LaVey[8][9], odiato nella scena black metal norvegese, insieme alla scritta "no fun, no core, no mosh, no trend".

Stile e contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Le canzoni sono molto ripetitive e semplici. La voce è composta unicamente da agghiaccianti urla prolungate, che spesso imitano il ritmo dei riff. I riff in questione sono costituiti principalmente da power chords.[10]

Stemmen fra tårnet è un pezzo di black metal veloce che consiste in un riff monotono e termina bruscamente. È l'unica canzone dell'EP pubblicata in lingua norvegese, e il testo si ispira al romanzo Il Signore degli Anelli. Dominus Sathanas è un breve pezzo strumentale che viene suonato con calma su una chitarra. In questo brano è possibile sentire dei sussurri sommessi fino a quando un urlo rompe il silenzio. A Lost Forgotten Sad Spirit, una nuova registrazione di un brano dell'album di debutto Burzum, segna la fine del disco. Con quasi 11 minuti di durata, è la traccia più lunga sull'EP e dura più della prima versione. Per ottenere questo effetto, il pezzo venne registrato ad un ritmo lento, con pochi cambiamenti di ritmo e in gran parte basato sullo stesso riff.

Dopo che Vikernes si allontanò dal satanismo dandosi invece all'estremismo di destra e al neo-paganesimo, egli cercò di reinterpretare i suoi testi precedenti alla luce della mitologia norrena e negò le tendenze sataniche:

«Il titolo dell'EP Aske si riferisce allo stato attuale del regno di Odino e al futuro di "Dio". Il primo titolo Stemmen fra tårnet parla della chiamata di Odino dalla sua torre Hliðskjálf [...]. L'unico titolo "satanico" su Aske è Dominus Sathanas, che può essere tradotto come "colui che si oppone alle regole" o qualcosa del genere. Allora, dove diavolo hanno ricavato l'impressione che io sia un satanista?»

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Stemmen fra tårnet – 6:09
  2. Dominus Sathanas – 3:02
  3. A Lost Forgotten Sad Spirit – 10:51

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ian Christe, Sound of the Beast: The Complete Headbanging History of Heavy Metal, New York City, New York, HarperCollins Publishers Inc, 2003, p. 277.
  2. ^ Chris Campion, In the Face of Death, in The Observer, Guardian Unlimited, 20 febbraio 2005. URL consultato il 13 agosto 2012.
  3. ^ Are Mundal, Christian Moen e Finn Rødland, Interview with Are Mundal By Christian Moen & Finn Håkon Rødland, 28 dicembre 2019.
  4. ^ Burzum - Inn I Drømmens Slott, su Discogs. URL consultato il 14 agosto 2018.
  5. ^ (EN) Varg Vikernes, Burzum - Discography - Official Releases - "Aske" (mini-LP) 1993, su burzum.org. URL consultato il 15 marzo 2010.
  6. ^ Abbildung bei cultmetal.com, su cultmetal.com. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2016).
  7. ^ Burzum - Discography - Official Releases - 'Aske' (mini-LP) 1993, in burzum.org. URL consultato il 13 agosto 2012.
  8. ^ (EN) Varg Vikernes, A review of M. Moynihan & D. Søderlind's "Lords Of Chaos: The Bloody Rise Of The Satanic Metal Underground" (New Edition), su burzum.org, 28 giugno 2004. URL consultato il 15 marzo 2010.
  9. ^ (EN) Interview with Euronymous - BEAT #2, su users.globalnet.co.uk, 1993. URL consultato il 15 marzo 2010.
  10. ^ anus.com: Burzum - Ambient Black Metal, su anus.com. URL consultato il 17 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 1997).
  11. ^ Michael Moynihan, Didrik Søderlind, Lords of Chaos - Satanischer Metal: Der blutige Aufstieg aus dem Untergrund. Erweiterte und überarbeitete Ausgabe 2005, 6ª ed., Zeltingen-Rachtig, ProMedia GmbH, 2005, p. 181, ISBN 3-936878-00-5.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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